TOP ONE
Nella lista Top One di Fede I di Novara, da oggi, c’è un nuovo (e unico) fiume: San Bernardino con tanta acqua.
In astinenza da canoa dal raduno estivo in Francia e in combutta col Lolo, per tutta la settimana promuovo l’uscita antisociale del CKCC domenicale (quella sociale si è tenuta il sabato sul Sesia ma entrambi non potevamo). Esito: raccattiamo solo un neopro di un altro club, Fede I di Novara. Destinazione Val Grande che sembra abbia acqua, poi in base ai livelli e le nostre capacità si decide. Toce, Strona, San Bernardino o San Giovanni.
Una soffiata anonima dava un trio di big (Nonno, Violo e Giuseppe da Verbania) sul San Bernardino. Come prima opzione proviamo quindi ad intercettarli all’imbarco per vedere se tira aria di discesa in compagnia. Andata. Il livello c’è tutto, medio alto, e io sono per giunta con una barca noleggiata mai provata (77) in attesa che mi cambino l’Xt 300. Chiamata del Pante preoccupato al Nonno per raccomandarsi per i cassanesi. Ora dobbiamo solo vedere se entrare. Entriamo.
Si parte abbastanza bene. Soglietta iniziale fatta, spuntone a sx preso, appoggio, appoggio, cappotto, eschimo, sasso, eschimo, sasso, sasso, sasso, flessione su un quinto sasso dopo la esse e sono di nuovo in pista. Non mi scoraggio, anzi, tutto sommato mi trovo bene con la barca noleggiata e poi la giornata è stupenda. Cielo blu monocromatico vivo e sole caldo. Toglie almeno un grado: un quartone quindi, magari con un più. Ogni due per tre c’è una rapida e mica banale. Giuseppe è impeccabile nel descrivere ciò che ci aspetta e insieme al Violo fa scouting per valutare quasi tutte le rapide pincipali in base al livellone di oggi. Noi (io, Lolo e Fede I) invece al centro e il Nonno che chiude.
Rapida del sifone trasbordata, chi completamente (io e Giuseppe), chi per metà per farsi solo il sifone (Fede I, Nonno e Violo) e chi se la fa tutta pennellando entrando da sx (Lolo). Rapida della frana pure trasbordata, anche da dei tedeschi incontrati durante la discesa. L’imbarco a valle è un po’ ostioso e uno alla volta sfiliamo per un canaletto tumultuoso con l’esito che il Nonno e il Violo vengono sospinti contro un sasso a sinistra e devono lottare un po’ per scastrarsi e chiudere. Giuseppe si fa pure sospingere in morta appena dopo l’imbarco svizzero e il reingresso in corrente non è dei migliori e il sopra citato sassetto lo manda a bagno.
Proseguiamo e riagguantiamo i tedeschi alla rapida della esse (o serpentone?) che si erano fermati causa pagaia rotta. Per fortuna loro il Violo ha la pagaia di scorta e prestandogliela gli risolve non pochi casini. Valutiamo bene la esse e si decide di farla col solo Giuseppe che trasborda. Vediamo il Violo e il Nonno sfilare alla grande. Poi è il turno di Fede I che segue la linea di ingresso del Nonno ma scavalca la banana e si scontra contro il sasso centrale che fa da spartiacque tra il canale da prendere e un sifone sulla destra. Rientra in rapida e lascia basiti me e il Lolo facendosela tutta in retro. Lo davo già a bagno e invece... Io faccio peggio. Stesso errore di Fede I solo che il sasso spartiacque mi ribalta. Provo qualche eschimo al volo pensando di essere nel primo buco ribollente ma nulla e i funghi e buchi sottostanti tardano ad arrivare. Capisco quindi che c’è qualcosa che non va, stappo, esco e infatti sono nella morta davanti al sifone e piano piano una blanda corrente mi ci stava portando dentro. Chiappo la barca, stringo la pagaia e piano piano raggiungo la sponda sotto lo sguardo preoccupato del Lolo con le mani tra i capelli che non ha. Opto quindi per la linea del Giuseppe, trasbordo a sinistra con reimbarco tiger per rientrare in corrente e farmi l’ultimo linguone con bucone della esse. Lolo, visti gli errori miei e del Fede I, parte stando fin dall’inizio ben bene a sinistra e va giù senza ulteriori problemi.
Tiger di qui e tiger di là (del resto ci sono solo quelle, le chicken non si vedono neanche a pagarle), continuiamo a pennellare e mano a mano le difficoltà del fiume sembrano scemare. Manco a dirlo. L’unica rapida che guarda solo Giuseppe e per la quale ci affidiamo alla sua sicura e indicazioni verbali (ad un certo punto si sta a sinistra) si rivela la rapida più bella e incasinata, ribattezzata “L’Inferno d’Acqua” da un possibile film di Steven Segall. Forse comunque è stato meglio così, non guardarla dico, altrimenti ci saremmo cagati sotto. Parto e subito la pendenza si fa sentire, arrivo alla soglia prima del pentolone, vedo un maxi linguone che ci si butta dentro (anche se un po’ a destra), lo prendo, accelerazione mostruosa ma rimango comunque dentro al pentolone a lottare. L’acqua mi porta tutto sulla destra e vedo davanti a me un pertugio superincastroso tra sassi (forse un terzo sifone oltre ai due ben noti), retropagaio e, pur per scappare, anche a costo di andare a bagno, manovro per rigirare la barca verso sinistra. Riparto, altra accelerazione, evito un sbuffo gigante al centro, poi ecco un massone al centro che lascia due piccoli passaggi ai due lati, quale prendere? quello di destra sembra buono, andata. Fiuuu. Nel laghetto in fondo siamo tutti galvanizzati, tutti l’hanno scampata e, oh, non c’è uno che l’abbia fatta uguale all’altro!
Continuiamo in scioltezza, con ormai il peggio alle spalle, e arriviamo così all’ultima rapida un po’ impegnativa che pennelliamo a turno. Il Violo fa lo splendido fermandosi in morta a metà per vederci sfilare. Poi riparte per concludere ma, bho, si gira, qualche eschimo ma la corrente lo schiaccia contro una parete di roccia, la pagaia gli si incastra, stappa e sfila a bagno usando la sua Six come boa per la bella goletta successiva con una bella cascata di spruzzi a sinistra. La pagaia? Bho, l’abbiamo cercata per una mezz’ora buona ma nulla. Un vero peccato che avesse prestato la pagaia di scorta ai tedeschi. Nessun altro ne ha una in più da dargli, tantomeno io e Lolo. A noi cassanesi le pagaie di scorta sono vietate per statuto di club.
Perso il Violo che lasciamo allo sbarco intermedio, proseguiamo la discesa. Il tratto restante finalmente si fa senza troppo pensarci, a vista, e, belli stanchi dopo tre ore e mezza di fiume, raggiungiamo la centralina di Rovegro. Sestone in salita per uscire (lo dicevo io di proseguire giù per la gola e il piattone dopo e sbarcare al lago), messaggino rassicuratore al president e al Pante per dirgli che siamo ancora vivi e corriamo affamati ad un bar della zona. Riceviamo un servizio da re dal barman locale (che ci porta taglieri di un po’ di tutto, anche di patatine, e ci offrirà pure dei ciupiti di birra (!?) al momento del pagamento), ci godiamo il bel clima e la bella giornata ai tavolini, prendiamo un po’ per il culo il Pante, si parla di Novergia, Ecuador e Corsica e via. Il Nonno dice che la prox volta il San Bernadino lo possiamo fare da soli. Vedremo.
CKCC e CCN, Sezione Avariati Pro, Sottosezione Trio Dream Team Extrem
Gabry e Lolo (CKCC) e Fede I (CCN)