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Slovenia ....solita ...semplice ...splendida !!

di Nonno   —   08 luglio 2015

Il mio report si riassume in queste poche parole ....solita valle del Soca....semplici fiumi turchesi....splendido il posto e la compagnia.....ma se avete voglia di leggere qui di seguito il report del  ex corsista ormai avviato istruttore Gabry della tre giorni che abbiamo passato in Slovenia:

In Slovenia un corsista basta e avanza!!

Pareva una Slovenia in sordina. Le conte preliminari si aggiravano in torno alle dieci unità avariate e zero corsisti da svezzare. Ma al dunque, sabato mattina all’isolotto di Cassano si presentano all’appello venti canoisti agguerriti e così suddisvisi: la macchinata dei vecchi (Pante, Ivo, Max e Miky), degli extrem (Beppe, Piro, Ettore e io), dei bagnaroli (Silva, Ste, Lolo e Gigi), del Ciocca (Ciocca, Olivanna, Enrico Slovenia e una nuova recluta di cui ci sarà molto da raccontare) e del Doc (Marco, i due ragazzini Mattia e Iva, con lo zio Danilo al seguito). La nuova recluta altro non è che il corsista CKCC 2015, Cristo Lambe, il Cristopher Lambert de noi altri e gran bestemmiatore, che riuscirà a battere ogni record di bagni: ben 11 sul Koritnica e 7 sul Tratto Cave. Quasi riusciva pure a strappare il record di bagni del Miky corsista sul Km Nove anni addietro (8 bagni), ma si ferma a 7 grazie all’intervento dell’istruttore CKCC nuovo di pacca che sarei io (corsista CKCC 2014, promosso nel giro di poce settimane a corsista avanzato sul Caffaro e introdotto all’olimpo degli extrem in autunno dopo un San Giovanni scannato quasi clean). Ma non anticipiamo troppo e andiamo con ordine.

Il viaggio per Kobarid, camping Lazar, è lungo. Il Pante inizia a tavoletta ma deve subito rimodulare la velocità per sincronizzarsi con le macchine degli extrem e dei bagnaroli (quest’ultima senza aria condizionata e finestrini aperti in autostrada) che non superano i 120 km/h. Classico fast food al centro commerciale fuori udine, allestimento del campo base e pronti all’imbarco di una Koritnica scannatta e incastrosa nel primo pomeriggio.

Classico bagno del corsista alla goletta iniziale, bagno subito dopo davanti al sasso nicchiato per un ingresso in corrente un po’ avventato, bagno in un rapidino qualche metro più avanti… insomma, a tutti diventa chiaro che la discesa andrà per le lunghe. Anche dopo un breve spiegone del Pante sulle tecniche di base (pagaiata circolare, pancia e “pagaia! pagaiaaa!!”) la frequenza dei bagni non accenna a diminuire. I canoisti in fiume sono molti (diciotto) e costituiscono, insieme ai sassi, un ulteriore intralcio per la cavia. Alcuni di noi accolgono così di buon grado gli imprechi del Pante e vanno avanti per sfoltire il gruppo. Arriviamo così in men che non si dica alla rapida della confluenza con il Soca con slovene appolaiate sui sassi come spettratrici. Nell’attesa degli istruttori e del corsista ce la rifacciamo un po’ di volte per ingannare il tempo dell’attesa e una di queste ce la spariamo senza paraspruzzi. Esito: Lolo e io coi barchini pieni d’acqua in immersione ma ben dritti e testa e spalle fuori dall’acqua che pagaiamo come disperati per raggiungere le morte alla fine. Dopo due orette buone ecco che finalmente arriva il resto del gruppo che vediamo sfilare, chi bene e chi male, giù per la rapida. Siamo però delusi dalla discesa guidata del Pante che tiene la punta della barca del Lambe e che gli risparmia così l’ennesimo bagno. Anche il piattone a seguire fino al ponte però sembra nascondere qualche insidia e il Lambe si spara altri due bagnetti. Si chiude così con undici bagni dell’unico corsista che si possono spiegare solo ammettendo che un bel po’ li ha fatti per conto dei corsisti assenti.

La sera è allegra e il cenone al camping Lazar sazia gli appettiti ma non la voglia di casini. Un minuto gruppo (Ettore, Lolo, Beppe, Silva, Lambe (provato, ma tenace), i due ragazzini e io) parte alla ricerca di qualche festa paesana e si consola con il concerto di Vlado (cantautore sloveno di successo) in una Drezinca desolata. Si balla, si beve a sbaffo grazi al Lolo, qualche ammiccamento del Beppe alle donzelle a piedi nudi, molti sguardi minacciosi dei locals e ritorniamo in tenda.

La domenica si apre con il Tratto Cave sul Soca. Qui qualche disguido nel recupero regala tempo prezioso al Lambe che si esercita nella tecnica di base per un’oretta insieme al Pante. Verso la fine provo a subentrare come istruttore, gli spiego come affrontare i sassi, mi sincero che abbia capito, parte, prende la rincorsa, si spiattella contro il sasso, canna la pancia e va a bagno. Va bhe. Iniziamo quindi la discesa. Bagno, bagno e ancora bagno. Arriviamo alla curva, ultima possibilità di sbarco prima del parte più difficile, ma il Lambe vuole proseguire. Qui subentra Miky che gli da la linea e miracolosamente riesce a concludere con successo la prima rapida. La seconda va un po’ peggio, la terza va bene e così via. Insomma assistiamo a qualche miglioramento, ma sempre secondi gradi sono. Arriviamo così allo sbarco con 7 bagni del Lambe (alcuni dei quali sembravano fatti apposta per darci l’occasione di mirare la fauna femminile disposta in bella posa sulle sponde) e un bagno del Doc che si era andato a cacciare tra due sassi. Qui molti ci lasciano e solo gli extrem (Pante, Ivo, Miky, Max, Ettore, Beppe, Piro, Ciocca(?), Lolo, i ragazzini e io) e gli aspiranti tali (Silva) si avventurano per il Campo Slalom. Tutti pennellano tutto, meno il Silva che va a bagno seguendo le mie linee. Proseguo in retro assicurandomi che raggiunga la riva e cercando di fermare la barca, ma il tratto è incasinato e presto ripunto la punta a valle proprio prima di una bella rapida tecnica, anticipo poco, scontro contro un sasso, cappotto, eschimo istantaneo e morta. Silva salvo. Miky con la barca del bagnarolo in morta. Finiamo così il Campo Slalom e puntiamo al fatidico Km Nove (chiamato anche Otona?) con la sola perdita di Ettore.

Dopo una discesa allucinante con panini e birra sullo stomaco e mega caldazza, iniziamo la discesa. Tratto stupendo questo Km Nove, un po’ manovriero e con una bella alternanza di rapide e laghetti. Uno di questi laghetti fa al caso del Silva che si fa a cappottare da una maxi banana con buco e va a bagno. La seconda discesa della giornata che ci rovina. C’è da dire però che la stessa banana aveva mandato in eschimo pure Ivo, Ivan e me. Chiudiamo così il fiume raggiunggendo lo sbarco proprio sotto il nostro campeggio, restiamo a chiacchiera e nel mentre il Silva viene abbordato da una ragazza che vive a Tokyo ma studia a Londra con la scusa di voler provare la sua barca. Sembra pure brava e si cimenta in qualche eschimo sbigottendo così il Silva che ancora non gli riescono. Cavallerescamente lui le chiede se vuole venire in fiume con noi domani, lei accetta e chiede se potremmo prestargli una barca. Il Silva stupidamente le risponde che purtroppo no, una barca per te proprio non c’è. Ma come!! Siamo in diciotto e non salta fuori una barca? Durante la cena gli si fa notare la cazzata e si ipotizza che questa ragazza in realtà non esista e che si era trattato di un’apparizione fantasma. Per dovere di cronaca devo anche raccontare che, durante il corteggiamento, mi ero messo a provare la Tuna e la AT di Miky, mi cappotto per provare l’eschimo ma solo una volta girato mi accorgo che con la AT non è che mi viene facile facile e infatti vado a bagno. Bagno di allenamento (contenti?). Rimarchevole è anche l’escursione alla cascata chiamata cascata (kojyak in sloveno) prima di cena, bagno gelato in sostituzione della doccia e seconda apparizione fantasma della giornata. Di ritorno dalla cascata, parlando di trote e cevapcici, Lolo cambia discorso e dice “sto sognando”, seguiamo il suo sguardo e vediamo una bionda spaziale e minuta correre verso di noi, occhi azzurri, passa in mezzo a noi, non ci fila di striscio, la seguiamo con lo sguardo per vedere un fondo schiena impossibile e scompare nella boscaglia. Purtroppo non ci sono foto. Foto di Miky, Lolo e io che facciamo il bagno nella kojyak però si (vedasi foto by Beppe).

Arriviamo così all’ultimo giorno, lunedì. Tutti al Km Nove, anche chi il giorno prima non lo aveva fatto (vedasi foto by Mattia). Cristo Lambe incluso che continua a smadonnare dicendo che siamo pazzi ma che ci segue. Solo Ste si sacrifica per farci il recupero. Dopo i fallimenti dei giorni scorsi del Pante e Miky come istruttori, questa volta cambiamo strategia e proviamo a vedere come se la cava il Lambe con me. Gli faccio vedere la prima rapida e già la vuole trasbordare. Sotto consiglio di Ivo optiamo così per una chicken way tutta a destra che sarà seguita anche da molti altri scarsoni, Lolo compreso. La pennella bene e un pezzo lo fa pure in retro, ma senza ribaltarsi. Ottimo. La seconda rapida va male invece. Partiamo con Enrico Slovenia a bagno che intralcia la linea, il Lambe che lo evita ma non anticipa bene il cambio di direzione finale per seguire la corrente e si fa un bel bagnone con botte pure lui. Rispiegone sull’anticipo e sulla lettura dell’acqua, e si riparte. Arriviamo così alla rapida col maxi bananone finale che aveva mandato a bagno il Silva il giorno prima. Gli spiego la tiger way ma il Pante mi dice che sono scemo e che dobbiamo fare la chicken (anche Miky era per la tiger). Va bene. Poco male, proprio in quel momento stava passando Lolo che, non leggendo bene l’acqua, si spara proprio la chicken way fungendo così da esempio al Lambe. Cambiamo sponda con un bel traghetto e puntiamo la chicken, sfiliamo per le rapidine iniziali, arriviamo alla banana, io la pennello ma il Lambe va a bagno. E va bhe. Ci stava. Si prosegue con successo fino al rapidone più tosto che gli faccio trasbordare e scendo pennellando da solo. Poi risalgo per aiutarlo nel trasbordo che mi accorgo che posso evitarmi. Basta scendere col suo barcone e quel cesso di pagaia che il nostro presidente Silvano ha comprato da poco per i corsisti. Una volta dentro non sto a farmi il riassetto per evitare di cambiarglielo, ma mi sento instabile e infatti dico a Ivo di stare all’occhio che ora vado a bagno. E infatti avevo ragione. Un sassetto finale mi sbilancia, Lolo si avventa su di me per impedirmi l’eschimo e finisco a bagno. Qualche ondona, due sassi e poi morta dalla parte opposta dove avevo lasciato il mio barchino. Il mio primo bagno da istruttore! Il Lambe, colto dai sensi di colpa, prova a riportarmi il barchino. Si imbarca e non sta a mettere il paraspruzzi che tanto deve solo traghettare e così va ancora a bagno mettendosi almeno in salvo proprio nella mia morta. Gli restituisco la sua barca, gli spiego la linea della prossima rapida, parte, non anticipa, bagno. Nel frattempo recupero il mio barchino più a valle e che Lolo mi aveva gentilmente svuotato. Altro momento degno di nota è la rapida dove si passa in mezzo ai due sassi per poi andare velocemente a destra. Spiegone al Lambe e si parte, vedo il Pante che mi suggerisce la chicken ma ormai è tardi e un cambio di programma in corsa avrebbe probabilmente creato più casini. Tiriamo dritti, anticipiamo con largo, ma largo anticipo, e pennelliamo. Clean del Lambe su una tiger. Anche la rapida col controroccia e boof finale va benissimo se non fosse che una volta nel buco il Lambe smette di pagaiare e rifinisce a bagno. Insomma, tra una cosa e l’altra arriviamo allo sbarco con 7 bagni di fiume del Lambe, 3 bagni di fiume di Enrico Slovenia (di cui ho assistito solo al primo) e un mio bagno da istruttore (che è diverso da uno di fiume). Si contano poi tre bagni da report di Lolo, Beppe e il Pante proprio in prossimità dello sbarco che hanno fatto per essere menzionati in questo report, e il Lambe che salva Beppe riportandolo sulla riva. Prova di eschimo del Lambe coordinata dal Lolo fallimentare. Ci cambiamo e partiamo alla spicciolata verso casa. Panini surgelati riscaldati al microonde per alcuni, maxi hamburger in paese per altri, soste all’autogrill, code e deviazioni e arriviamo al club verso sera dove vediamo tanti corsistiti nell’Adda che però si sono persi la Slovenia. Per fortuna c’era il Lambe che ha fatto bagni per tutti loro!!!
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