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Kayak - Rio Dolca, the Biellish Columbia

di Gange   —   20 giugno 2018

- Un pick up stracarico di canoe e gente appesa fuori si addentra in valli boscose e inabitate.

- 6 canoisti discendono un torrente lontano, sconosciuto ai più, dove neanche il telefono prende.

- una volta sbarcati 5 km a piedi con canoa in spalla o al traino per raggiungere il rendez vous con la "Shuttle Bunny"

in una frase: "ma quanto è bello andare in canoa?!"

Beh, se fossimo in Canada sarebbe normale routine ma... sorpresa, siamo nel Biellese,

trascinati in questa meta-avventura da Alberto, che comincio a sospettare sia sponsorizzato dalla pro loco di Bielmonte.

Intendiamoci Alberto, se anche fosse continua così, non ci scandalizziamo, anzi :)

Il Rio Dolca è un affluente del Sessera, ci si imbarca dopo un viaggio in fuoristrada partendo da Bielmonte e si sbarcherebbe al lago dove inizia il tratto altissimo del Sessera.

Si sbarcherebbe, già... ci arrivo... partiamo dalla fine, arrivati in fondo contenti e soddisfatti ci apprestiamo a fare il chilometro che ci separa da Antonella, la First Lady del KTT che sovente si presta al ruolo di Shuttle Bunny presidenziale.

Nel mentre vedo Anselmo, poco più avanti di me, scambiare due parole con il guardiano della diga, quando lo supero noto che il personaggio ha uno strano ghigno che erroneamente interpreto come:

"Guarda che banda di pirla!".

Errore: il messaggio era "Non gli passa più!"...

A pensarci bene doveva essere la somma dei due.

In pratica una frana ha bloccato la strada e adesso come adesso per chi volesse cimentarsi sul rio Dolca vale la pena considerare di imbarcarsi molto presto e continuare sul Sessera altissimo, che però mena di brutto.

Ma ripartiamo dall'inizio:

Il gruppo è quello che non si tira indietro quando c'è il rischio di ravanare, oltre a me c'è Alberto di Turbigo Marco il veterinario, Pante, Anselmo e il Dega.

Raggiungere l'imbarco è già una impresa, si tratta di oltre mezz'ora in fuoristrada attraversando valli boscose dove di umani ne passano veramente pochi, e poi c'è l'incognita acqua: solo quando arrivi saprai se ce n'è per scendere.

Extra bonus per me e Pante che ci siamo fatti tutto il tragitto seduti a sbalzo sul cassonetto del pickup.

Il fiume è un torrente stretto, con passaggi carini, non sempre banali, talvolta sporchi, pendenza "comepiaceannoi" e in un contesto davvero unico, talmente isolato che potresti imbatterti in qualche partigiano che non ha saputo che la guerra è finita.

Molto bella e impegnativa la goletta verso la fine.

Insomma se becchi la giornata giusta, come è successo a noi, è un fiume dove ci lasci un pezzo di cuore per il ricordo che ti lascia. Marco poi ha pensato bene di lasciarci anche un pezzo di pagaia, chissà se l'homo sapiens esisterà ancora quando ritroveranno quella pala.

E quando fai una discesa così, sbarcando nel silenzio di un lago, anche un recupero lungo e faticoso ti passa via e entra a pieno titolo nei tuoi ricordi di canoista.

Giusto per dovere di cronaca, la discesa l'abbiamo fatta il 13 maggio scorso, ma il report dovevo assolutamente scriverlo.
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