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KAYAK - Roia, una devastazione mai vista

di Fred   —   15 dicembre 2020

35 anni fa, nel marzo del 1985 scendevo il mio primo Roia, fiume di riferimento per un canoista ligure. Su questo percorso a me particolarmente caro ho tanti ricordi. Ragazzi che hanno iniziato qui il loro percorso fluviale leggermente più impegnativo. Qua ho conosciuto Giannino, è l'unico fiume che praticamente ho percorso tutti i mesi dell'anno, perché il Roia ha regalato anche splendide discese a luglio in anni umidi o soleggiate discese a dicembre e gennaio. 

Sul Roia italiano, conosciuto come "le due frontiere" ci ho lasciato il cuore per la bellezza del paesaggio, per l'idea di attraversare due stati in canoa. 

Quanti ricordi qui

Due genovesi che hanno passato la notte. Recentemente gli immigrati infreddoliti ed affamati e sfamati nascosti nel greto del fiume con la polizia subito sopra

La tempesta Alex di inizio ottobre ha devastato tutto con 600 mm d'acqua in una giornata. Sono crollati 7/8 ponti stradali. La strada è franata in più punti, due ponti "medioevali" sul Roia Italiano spazzati via. 

Il tunnel del Tenda finisce su una frana ciclopica e si parla di anni per una nuova riapertura e conseguente collegamento con l'Italia. 

La strada di accesso alla valle della Meraviglie è praticamente cancellata. 

 

La strada del tratto delle due frontiere è riaperta con il tratto di Airole a senso unico alternato fino alla vecchia dogana di Piena. 

Mi sento con Mauro e decidiamo assieme a Massimo di provare la discesa. Sono passati 70 giorni dall'evento e le tracce della devastazione sono enormi. 

Arriviamo dal basso e vediamo la centrale dello sbarco devastata. Tronchi dentro la sala delle turbine, cataste di altri tronchi appena fuori dall'edificio. Lo sbarco nell' uliveto devastato, 80% delle piante spazzate via, così come la recinzione del proprietario che voleva impedirne l'accesso

Il fiume ha un livello basso, adatto per una prima discesa... Sappiamo che la furia delle acque ha portato dentro di tutto, case intere, pezzi di strada, auto etc. 

Dello sbarco abbiamo parlato, Ci fermiamo al bar Gasoline, un locale dove generalmente facciamo merenda, li la valle è larghissima e si vede che il fiume è salito di 7-8 metri. Qua non ha devastato molto perché è largo ma si vede che il fiume è cambiato

Poco più a monte arriviamo a Fanghetto ed il ponte medioevale nella goletta non c'è più come anche l'altro ponte più in alto a Libre

Qui in corrispondenza del ponte c'era una bellissima casetta proprio sopra la goletta, diciamo una decina di metri sopra il fiume. Distrutta, si vede ancora la stanza da letto. Il resto sparito

La prima goletta che si vedeva imbarcandosi SPARITA, mangiata!!. Lasciamo l'auto ed andiamo a piedi fino a Piena. La strada da qua è chiusa. Ci sono decine di volontari che ripuliscono, questo è il rettilineo della seconda dogana, i tronchi sono arrivati qui. Il fiume scorre 15 metri sotto!!!

Poco a monte la casa sulla curva di Piena non c'è più, la strada è franata ed è percorribile solo dai mezzi di soccorso. Il letto del fiume è coperto da 4 metri di ghiaia. 

 

Ci imbarchiamo con molta circospezione al solito imbarco degli ultimi anni, sotto la goletta che era insidiosa ed iniziamo la discesa. 

Canoisticamente il fiume perde 1-2 gradi... si scende su un letto ghiaioso alto tra il metro ed i 4 rispetto al letto originale. Tanto che specialmente le prime gole sono letteralmente sparite. 

Il fiume è più continuo ma molto più facile, quasi tutto un 2° grado continuo su ghiaia. Si viaggia più veloci, e si vede la devastazione. Carcasse di auto, lamiere tronchi, pale della luce, cavi elettrici, gomma. A 3/4 la benna da almeno 5 quintali di una ruspa. Miracolosamente il letto del fiume è pulito... siamo scesi 3 volte a guardare ma tutte le rapide oltre il 2-3 erano pulite. Dopo Il Gasoline c'è una rapida che chiamavamo Little Balmuccia, ora è spianata ed un tronco perfettamente di traverso sbarra il percorso con altri detriti formando un salto di circa un metro facilmente percorribile. 

La gola finale è quella meno stravolta, il letto di ghiaia che ci ha accompagnato qua è sul metro rispetto al letto originale e con il livello trovato siamo passati bene. 

Per almeno un anno questo tratto di Roia avrà spesso acqua in quanto come detto la centralina, così come la presa d'acqua a Piana, sono devastate e quindi si potrà scendere. Siamo sbarcati a sx subito dopo il ponte salendo su una scala in ferro miracolosamente intatta.

Quando riapriranno strade e frontiere, vedremo anche in quali condizioni sarà il tratto francese da Fontan
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