Che dire… sono stati 16 giorni da urlo, peccato solo che la vacanza sia gi? finita!!!
Gi?, ora dico cos?, ma l’inizio della permanenza non ? stato cos? divertente:
Siamo atterrati ad Harare (la capitale), dopo 12 interminabili ore di volo e, dopo aver sbrigato le solite barbose pratiche per l’immigrazione, abbiamo subito trovato due sorpresone… una bella ed una brutta: quella bella ? che ad accoglierci era venuto Philani (ve lo ricordate quel ragazzo di colore che c’era sul Mis?), che ci ha fatto da guida per tutta la permanenza sia in acqua che per strada; mentre la sorpresa brutta, come gi? tutti sapete, ? che le nostre care canoe non erano atterate con noi, ma erano disperse in chiss? quale aeroporto del globo… sigh!!!
Comunque la British ci ha consolati dicendo che ci sarebbero state recapitate direttamente a Victoria Falls (la nostra meta nello Zimbabwe) entro 3 giorni. Percui ci siamo messi in marcia, su un pulmino sgarruffo procurato da Philani, e ci siamo sparati altre 14 ore di viaggio scomodi come pochi.
Durante le soste nei vari villaggi ci siamo subito resi conto che i locali sono molto cordiali ed ospitali. Sono soprattutto i bambini a colpirci, con i loro profondissimi sguardi ci regalano sorrisi indimenticabili.
Arrivati a Vic Falls ci sistemiamo in un bel residence, che grazie a Philo abbiamo pagato una cifra ridicola, e incominciamo a passare le nostre giornate tra collassoni in piscina, partite a beach volley, safari e altre attivit? da turistoni in piena regola; e le canoe? Ancora niente! Quelli della British si arrampicano sui vetri. Le canoe non si sa dove siano, prima ci dicono ancora a Londra, poi magicamente sembrano essere state viste a Johannesburg… ed intanto il tempo passa, i giorni da tre diventano quattro, poi da quattro cinque e noi cominciamo a deprimerci a 1000, tanto che abbiamo anche ipotizzato un rientro anticipato. Poi magicamente, un mercoled? sera, le canoe sono arrivate; di corsa abbiamo aperto i pacchi come i bambini a Natale… l’agonia era finita, finalmente avevamo le nostre piccole, la depressione ? svanita in un istante, quindi, sull’onda dell’entusiasmo abbiamo deciso di prolungare la vacanza di 4 giorni… alla facciazza di mogli e colleghi di lavoro!!!
Lo Zambezi dal vivo ? veramente bello, spettacolare ed impressionante come la leggenda narra. Bench? l’avessi visto mille volte in video, vederlo in prima persona da dentro la canoa mi ha lasciato bocca aperta (al contrario di qualcos’altro, che invece era ben pi? stretto) ed il primo giorno ho trasbordato la famosa rapida #9, la pi? pericolosa, chiamata “The Commercial Suicide”. Tutti gli altri del gruppo (tutti con molta pi? esperienza in fiumi di me), invece, non sembrano aver avuto questa sensazione e dal primo giorno non hanno trasbordato nulla.
Dal secondo giorno in poi mi sono completamente disinibito e mi sono goduto il fiume al 100%, dalle rapide mozzafiato, alle stupende ore di play con Steve Fisher alla famosa 12b, alle adrenaliniche Survivor Surfing di Oblivion.
L’ultima discesa abbiamo incontrato in acqua Francesco Salvato con il suo gruppo, che al contrario di noi ha alloggiato in Zambia, dall’altra sponda del fiume. A mia sorpresa scopro che tra il gruppo c’? anche Leonardo dal Maso, l’ex-proprietario della mia canoa… gli sar? venuto un coccolone a vedere la sua cara Sub7 sullo Zambezi e sotto le chiappe di una altro.
Riprese: Cristiano Ferrazzi
Montaggio (video e foto): Lorenzo Aldeghi