Finalmente dopo tanti progetti falliti ecco un sabato buono per la canadesata con morosa che mi ripromettevo da tempo. I BTurers tutti valsesiati tranne il Tarlone di corve? passano la mano, quidi ci troviamo soli soletti…
Il venerd? sera dopo aver ascoltato le spiegazioni del Tar1 per imbarcarsi sul ticino (esci al secondo casello, alla seconda rotonda a dx, poi subito a sx, ma non subito subito, subito un po’ dopo, alla seconda picia a dx – quella vestita di verde non quella rosa – poi subito prima del parcheggio gay…) decidiamo di stare nel nostro e scendere un pezzo del Po a monte di Villafranca Piemonte (teatro della mia prima gara regionale di discesa nei tempi che furono). La ticinata sar? per un’altra volta…
Il programma ? di arrivare a Villafranca, lasciare l? la mia vecchia Legnano da corsa – i tubolari sono un po’ crepati ma speriamo che tengano – e risalire fino dalle parti dell’abbazia di Staffarda per imbarcarsi, il recupero lo far? poi in bici.
Il percorso corrisponde pi? o meno a quello della gara di discesa, che partiva per? dal torrente Ghiandone, che giudico per? un p?’ troppo stretto e scarso d’acqua per la mia canadese cruising di 5 metri e mezzo.
Arrivati in prossimit? di Staffarda per? mi viene in mente che la gara durava meno di un’ora, quindi riflettiamo che essere venuti fino qu? da Lanzo per stare un’oretta in canoa non vale la pena… decidiamo di imbarcarci un po’ pi? a monte.
Di ancora un po’ in ancora un po’ arriviamo a monte di revello. Indivuduato il ponte per? scopriamo che qu? il Po non ? ancora un fiume ma un torrente con rapidelle e raschiere. Torniamo quindi indietro per imbarcarci al ponte immediatamente pi? a valle, tra Revello e Saluzzo.
Qu? la corrente ? ancora allegra e con ondine ma la profondit? maggiore. E’ il nostro imbarco. Risolviamo anche il problema di lasciare la macchina incustodita visto che una signora gentilissima ce la lascia posteggiare proprio di fronte a casa.
Il tempo di mangiare una barretta perch? nel frattempo ? gi? l’una passata e partiamo. Dopo la prima curva incotriamo subito una rapidella di 2?, poca cosa ma sufficiente a imbarcare un paio di secchiate d’acqua che infradiciano Germana, risparmiando miracolosamente il telefonino e i documenti che la burba si era tenuta in tasca invece di metterli nella sacca stagna.
Rapidine di 2? e curve a gomito non sono certo niente di che ma provate ad affrontarle con una canadese di 5.5 metri, larga 65 cm e senza alcun rocker… pi? semplice a dirsi che a farsi, anche perch? la pischella non ha ancora assimilato granch? le manovre da prodiere… Me ne accorgo qualche centinaio di metri pi? a valle, quando, a causa di manovra poco tempestiva, lascio qualche brandello di pelle del mio pancino appeso a un ramo di gaggia sporgente in piena curva… doloreeee…
A perte qulche raschiata di pelle e di canoa la discesa prosegue tranquilla, in mezzo agli aironi, qualche nudista (tranquillo GG nessuno che ti possa fare concorrenza), anatre, pescatori e ahim? un bel po’ di monezza; peccato perch? il fiume qu? sarebbe davvero bello.
La discesa per? ? un po’ pi? lunga del previsto e Germana comincia a smadonnare, finalmente verso le 4,30 arriviamo allo sbarco, la bici c’? ancora e mi appresto a partire per il recupero. Stimavo che fossero una 15ina di km ma un local mi dice che saranno pi? di 20. Figurati, mi dico, il solito esagerato…
Mi avvio di buona pedalata col rapporto da volata, tanto la strada e tutta in piano… sembra… dopo la prima mezz’ora inizio a scalare rapporti e sull’interminabile rettilineo che porta a Revello e che si rivela un bastardissimo falsopiano, inizio ad avere visioni di boccali birra gelata…
Finalmente dopo un’ora e un quarto di pedalata raggiungo il mezzo e mi avvio a recuperare pischella e canoa, controllo anche i km e scopro che in tutto sono 27!!
In totale una 20ina di km in canoa, 27 in bici, un bel biatlon…
La prossima volta si parte da Staffarda.