Zanzibar

admin martedì, 22 agosto 2006 0


Ciao amici canoizzati e non eccomi di ritorno da una settimana di vacanza nel mare di Zanzibar, isola delle spezie e della tratta degli schiavi, miscuglio di popolazioni e di religioni, in maggioranza mussulmani.

Ex sultanato, del mondo arabo rimangono le costruzioni e le incantevoli porte finemente intarsiate e borchiate dei palazzi di Stone Town la capitale e unica città dell’isola, solo turisti in una città sporca ma tranquilla.

Il nostro albergo è nella zona sud-est dell’isola molto influenzata dalle maree ma ancora poco “colonizzata” dai turisti.

Lungo la strada parecchi villaggi, case in terra e sentieri che escono dalla foresta, cataste di legna in vendita sulle strade, colorati ortaggi e frutta, e bambini in divisa che in lunghe file vanno alla scuola più vicina, a volte distante anche 10 chilometri.

Il cielo nelle giornate serene è di un blu terso che si confonde all’orizzonte con il colore del mare, le palme e le mangrovie hanno le foglie di un verde sfavillante, l’odore della terra battuta e smossa sale alle narici e ricorda i primordi della vita, il cielo è immenso e le stelle lo punteggiano fino a farlo sfavillare la via lattea è nitida e immensa, e la luna sale alta in cielo fino a specchiarsi nel mare infinito.

La spiaggia è candida della consistenza del borotalco, durante la bassa marea riusciamo a camminare per ore in entrambe le direzione l’albergo + vicino a circa 15 minuti di cammino, sulla spiaggia BeachBoys vendono conchiglie o organizzano gite in città,ragazze e donne di tutte le età che raccolgo i pesci lasciati dalla marea e le conchiglie, e come brave massaie italiane chiacchierano e ridono in continuazione.

Purtroppo la poca “educazione” fa si che tutto venga gettato in mare e le onde della marea portano a riva dalle bottiglie di plastica ai vestiti persi in mare e le mangrovie lussureggianti e spettacolari ai mordi della spiaggia ne risentono e offrono uno spettacolo desolante e poco incoraggiante.

Il mare non è ricco come ci si può aspettare ma nella bai di Kizimazi (la baia dei mille delfini) si può avere la fortuna di nuotare con questi magnifici eleganti animali, dall’aria dolce ma dal carattere deciso, vederli sfrecciare sotto la superficie dell’acqua e poterne ammirare l’eleganza nei movimenti e la fluidità della nuotata è un onore che non mi era mai capitato e il loro muso lungo e affusolato è dolcissimo mentre guardano gli intrusi che li spiano con impertinenza.

Dopo un paio di giorni di esplorazione abbiamo scoperto il paese più vicino al nostro hotel Michanwi piccolissimo ma con gente simpatica e organizzata con un ristorante sulla spiaggia, è vero per mangiare devi ordinare il giorno prima, ma “Piero”, Zanzibarino doc ma che per comodità si è ribattezzato Piero, simpatico e sorridente cerca di accontentare tutti anche un gruppo di spagnoli arrivati all’ultimo momento.

Un’altra sorpresa sono state le scimmie che popolano parte dell’isola, intorno alla spiaggia ci sono simpatiche scimmie grigie mentre nell’interno i Colobi Rossi buffe e gobbe con una coda lunga grandi saltatrici e curiose ospiti degli alberi della foresta.

Insomma l’isola di Zanzibar vale la pena di essere scoperta non tanto per il mare, ma per la vegetazione e per gli angoli di paradiso che ancora sa offrire, e se vi dovesse capitare di andare portate le penne ai bambini saranno felici e un loro sorriso riscalda il cuore.

Betta in versione non canoista.

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