Galizia-Portogallo 2006-07
Eccoci qua di ritorno da una grandissima Galizia ed un Portogallo meraviglioso.
Le temperature particolarmente miti di quest’inverno ci hanno regalato ottime discese con livelli più che soddisfacenti.
Era già da settembre che in sordina si parlava di questo giro. Le informazioni che ci arrivavano dai preziosi locals spagnoli ci informavano su un autunno particolarmente piovoso. Il che è la base per partire con la tranquillità dei livelli.
L’appuntamento via SMS è a Palas del Rei sul Rio Ulla la mattina del 28. Sandro è già in Galizia e da qualche giorno non piove quindi la parte alta del rio Ulla é l’ideale per una prima discesa.
Arriviamo la notte precedente. Tempo limpido e piuttosto freddo, tanto che in mattinata troveremo il ghiaccio, ma man mano che avanziamo con la giornata la temperatura aumenta fino ad arrivare a 15-16 gradi
Il gruppo è ben nutrito, sul mio camper siamo in 5, Stefano, Giangi, Massimo e Franco, poi c’è la macchina di Paolo Myfriend con Lucio e Swarz, Sandro con un Ammerrikkano (Aaron); completano il gruppo Renzo e Gigi con rispettive famiglie.
Avevo già disceso il rio Ulla nel 98, trovare l’imbarco non è stato semplice. Comunque la discesa è stata particolarmente piacevole allietata da un bel passaggione, seguito da un salto ed altri bei passaggi.
Lo sbarco sotto il sole a fine dicembre è stato grandioso.
I livelli sono in calo e i locals ci informano che per fine anno sono previste precipitazioni. Ci consigliano l’Ulla inferiore 13 km di 3° o il Deza che Sandro ha fatto il giorno prima con Aaron.
Decidiamo di far di testa nostra, consultiamo la guida dei fiumi della Galizia e optiamo per il rio Linares. La guida indica che è un percorso di 5 km di 5° che mantiene abbastanza i livelli.
Arriviamo all’imbarco. C’è acqua, ci imbarchiamo. Il primo Km è abbastanza facile, addirittura in certi punti è piatto così piatto che… noooo hanno costruito una centrale. Sfruttando il tratto con maggior pendenza…. Franco che ci recupera è già allo sbarco che ci aspetta, la centrale, rilascia l’acqua rubata 2 km prima quindi lui allo sbarco trova tutto regolare…
Siamo canoisti… ci arrangiamo. Mannaggia a credere alla guide. Avevo letto che nel frattempo in Galizia avevano costruito delle mini centrali. Tre per l’esattezza
Il giorno dopo andiamo per fare in Tea alto fantastico fiume nel sud Galizia. Uno dei più belli. Sentiamo il local che si fa una risata per la ns. disavventura sul Linares… bastava chiamarlo… e ci dice che secondo lui il Tea sarà basso. Accidenti azzecca la previsione. Fortunatamente il rio Arnoia è a meno di 1 ora e riusciamo a fare una discesa… non proprio una… facciamo i primi 9 km poi troviamo altra centrale non indicata sul libro… Stavolta avevamo il cellulare e risolviamo più brillantemente. La terza centrale per la cronaca è sul Lerez.
Nel frattempo piove alla grande e si decide di andare in Portogallo. Il mattino successivo, san Silvestro andiamo sul rio Vez. Il livello è decisamente alto e puntiamo per il secondo tratto, dal Ponte a monte di Sistelo, a valle di quello più spettacolare e famoso. Bella discesa, un po corta. Difficoltà 5° abbondante con un trasbordo. Fortunatamente gli alti livelli ci permettono una seconda discesa, il rio Cabreira affluente di sx più a valle. Ci imbarchiamo in 5. imbarco molto impegnativo. Mezz’ora a piedi giù per la valle. Evitiamo i due trasbordi a monte e discendiamo gli ultimi 2,5 km a valle che si mantengono sul 5°
E’ la sera dell’ultimo dell’anno. Decidiamo di passare il capodanno a Vigo e di vederci in Portogallo il giorno successivo per scendere il rio da Peneda, affluente di dx de Castro Laboreiro.
La sera di capodanno passata per le strade di Vigo non è male. Alcuni di noi fanno l’alba e arrivano in ritardo notevole all’appuntamento sul Peneda dove Gigi e Renzo nel frattempo hanno trovato l’imbarco ideale (affluente + affluente + Peneda che entra nel Castro… poker…)
Il primo affluente è pensoso, mi ricorda ….. heheheh
Il secondo di 3 km è un po meglio, ma il top lo da il Pendeda con 8 km di 4-5° paesaggio superlativo. Tutto granito roccioni, alcuni sifonati ma facendo attenzione arriviamo alla conluenza con Castro che ha un livello decisamente abbondante. Abbiamo fatto bene ad aspettare, un gruppo di cechi trovato sul Tea hanno impiegato 7 ore per scendere il mitico tratto dei 3 salti… Con i postumi del capodanno sarebbe stato decisamente troppo.
Lo sbarco del Peneda è sul lago sulla sponda portoghese dopo 1,5 km di pagaiata. Arriviamo quasi al tramonto. Le Signore, sotto indicazione di Sandro nel frattempo hanno prenotato la cena alla locanda di Castro Laboreiro. Sarà il nostro veglione di capodanno con maialino al forno, agnello ed altre leccornie. La Mattina successiva ci raggiungono Kilo e Matteo, visibilmente stravolti per il viaggio e si aggiungono al gruppo per imbarcarci sul Castro.
Sarà la nomea del fiume o la stanchezza ma durante i primi 2 km. del percorso tre componenti del gruppo abbandonano e risalgono verso i mezzi.
Più avanti raggiungiamo la zona dei salti.Quando sulle riviste o sui libri vedi le foto è tutt’altra cosa…. Ti sembra un paradiso. Invece… 3 salti così tutti attaccati danno proprio l’impressione di veder precipitare negli “inferi”. Oltretutto dopo il terzo salto di 10 metri ce ne sta uno di 20-25 metri che si deve trasbordare. Per questo motivo Renzo ha portato in canoa corda da roccia e discensore per scendere su sponda dx in corda doppia, come consiglia la guida.
Il livello del Castro è abbondante. Come nelle foto di Kayak session, più abbondante che in quelle del libro. Quest’ultimo spiega che i primi due salti con acqua sono più facili… Sti cazzi…. fanno una bella impressione, il terzo poi ha un bel rullo prima dell’ingresso che complica non poco… Però sono più puliti.
Ci abbiamo messo solo 2 ore ad arrivare ai salti e ne impiegheremo altre due per farli e/o trasbordarli.
Dall’alto fanno veramente impressione ed ero quasi deciso a trasbordarli, scendendo poi tra la vegetazione (rovi) tra il 2° ed il 3° ho capito che “si poteva fare”
Il gruppo si divide tra chi decide di osare e chi preferisce fotografare. Il primo salto lo apro io tutto a sx, quasi sulla roccia e non ci sono problemi. Dietro di me ci sono Lucio e Swartz che aprono il secondo. Nel frattempo ci hanno raggiunto dei canoisti ceki e i salti li abbiamo fatti assieme. Chi stava sopra ci ha riferito di uno spettacolo non da poco con canoisti che saltavano da tutti e 3 i salti.
Il terzo salto ha giocato un bagno a Swartz e un bagnone a Porzio che oltretutto ha perso la canoa nell’impraticabile successivo. Era la barca con l’attrezzatura per discendere sulla riva dx…. Morale ci è toccato risalire la montagna a sx tra rovi etc… ma ne è valsa la pena… Fatto il trasbordo abbiamo raggiunto gli altri che erano poco più avanti e dopo circa 2 km. di fiume siamo arrivati alla confluenza con il Peneda dove ci aspettavano i cari amici del recupero.
Va detto che se si fanno i salti meriterebbe il trasbordo a dx ma occorre portare discensore e corda da almeno 50 metri. A monte del trasbordo c’erano dei passaggi niente male. Lo sbarco del Castro2, è in Spagna. Da qua procediamo per il rio Beca secondo tratto, consigliatoci da local portoghese. Il Livello non è eccellente, 10 km di 4°. con un quinto che abbiamo trasbordato. Paesaggio magnifico. Il secondo tratto del Beca entra nel Tamega, altri 5km di 4° con il primo rapidone di 5° in quanto sifonato sul lati. Va detto che il Tamega ha una portata di 50 m3 e stando al centro si è ben lontani dai sifoni. La vacanza è quasi alla fine, ci siamo tenuti il Paiva per gli ultimi giorni. Decidiamo di scendere il tratto della Garganta, tratto di volume. Niente male. 4° con qualche 5°: Il libro da anche un 6° ma a me non è sembrato.
Il secondo tratto del Paiva “sex up” tipo alpin purtroppo non ha un livello sufficiente. Decidiamo allora di cenare a Castro Daire e poi liberi tutti, si rientra a casa.
Attenzione alla perla Portoghese del Cavado. Ora è digata, difficile trovarci il livello.
Gran bella vacanza. Partiti alla chetichella ci siamo trovati in 14. Siamo stati tutti bene, bel gruppo. Un grazie particolare allle signore che ci hanno sopportato ed al Tommy di Massimo, spesso veramente indispensabile.