Val d Aosta – Un weekend d’ordinaria follia

admin martedì, 31 luglio 2007 0


Un WE … senza bussola!

Ed eccoci qui nuovamente, per narrare le ultime evoluzioni di un piccolo, ma assortito gruppo di squilibrati, che appena possibile si mette su dei bei mutandoni di polietilene colorato, li fissa saldamente alla vita con un “elasticone” in neoprene e va a fare il bucato in fiume … peccato che spesso i panni siano proprio i componenti del gruppo!

Vedrò di essere sintetico, ma so che non ci riuscirò … il tempo stringe ed il lavoro spinge, ma io amo essere prolisso e ormai è sera!

*** Giovedì 26/7/2007 ***
Tutto è ormai deciso: il WE si svolgerà in Soca (quindi tutti verso EST) con partenza al venerdì sera successivo. Componenti del gruppo dovrebbero essere io (JC), Nicoletta, Alberto di Biella, il “Peo”, Daniela & Philo (the Ckfiumi-couple) e, forse … Ila & Ale. Aggiornamenti per la partenza da effettuarsi durante il giorno successivo.

*** Venerdì 27/7/2007 ***
Mi rendo indisponibile, causa impegno di lavoro a Genova, se non per messaggi rilevanti per il we.
A metà mattina arriva il primo sms dalla Nico: “in Soca non c’è acqua!” Pare impossibile, ma da un giro di consultazione questa risulta essere la verità annunciata e quindi comincia a farsi spazio come possibile meta la Francia (zona da definirsi) … quindi la destinazione è OVEST.

Ore 14.30 circa … altro sms: “in Soca è tornata l’acqua! Si va a EST!” Oh cazzo, ma come è possibile? Sempre a contatto con i clienti giro un rapido sms di risposta da sotto il tavolo: “decidete quello che volete e poi fatemi sapere” … dopo un po’ nuova comunicazione dalla Nico: “Fammi sapere tu quando partirai da Genova … poi io contatterò gli altri per gli appuntamenti on the Road”.

Ore 18.40: parto da Genova sicuro che la prossima tappa sarà la Slovenia … una rapida consultazione telefonica e prendo appuntamento per le 20.30 circa a casa della Nico (il quarto d’ora accademico è già contemplato) per poi essere ad Agrate alle 21.30 in modo da tirare su Alberto e ripartire alla volta di Brescia dove avremmo dovuto trovare Daniela (Philo intanto era stato coptato per lavorare sabato  e quindi non sarebbe stato dei nostri)

Ore 19.00: il Soca non ha acqua. In preda ad una bussola impazzita la destinazione nostra destinazione diviene di nuovo OVEST … segue il forfait di Daniela e intanto si scopre che un folto gruppo di canoisti (Merini, Ale & Ila, Francesca, Susanna, Andreino, Davide, Roby-Shreck, … e tanti altri ancora) saranno in Val d’Aosta per il WE.

Frenetica consultazione telefonica e … si decide che, una volta a Milano, avremmo affrontato in gruppo una delle prove più difficili del WE: il “lancio della monetina” mirato alla decisione sulla direzione da intraprendere!
La decisione finale sarà poi la Val d’Aosta … più una scelta mirata alla compagnia che all’acqua; infatti diciamoci la verità: a parte la Nico, che oltre a voler socializzare voleva tornare sul Grand Eyvia per percorrere il pezzo saltato 2 settimane fa e per farsi la rapida delle Fontine sulla Dora, a me e ad Alberto della Valle d’Aosta non ce ne poteva fregà de meno!
Comunque viva la compagnia: si decide per la valle d’Aosta … e si butta via la monetina (crepi l’avarizia)!

*** Sabato 28/7/2007 ***
Cosa si fa, cosa non si fa … facciamoci il Grand Eyvia! Il livello è più alto della volta precedente, all’imbarco solo noi tre (io, Nico e Alberto), si parte e la Nico non si smentisce: ormai imprendibile e forte sui quarti e sull’acquona affronta i primi 100 m di II grado, mira con precisione un piiiicolo sassetto sommerso, ci si appoggia e ci delizia col primo puccio (ovviamente il poco fondo la fa da padrone e l’eskimo è irrealizzabile) … recupero della canoa in quasi autonomia, niente botte … tutto Ok..

Poco male … si riparte e dopo poco stessa scena: mira la morta dove sono fermo e placidamente, al limite della morta prende un sassetto di punta appena prima di booffare. Un attimo è il dado è tratto: si recupera la canoa e via di nuovo … questa volta è il turno di Alberto … mi giro e lo vedo rovesciato 50 m. sopra di me … lui si porta rapidamente in salvo, io parto al recupero della canoa … e finalmente decidiamo di scendere evitando di colloquiare con le trote .

Il resto della discesa procede in scioltezza … le difficoltà salgono e anche il livello di attenzione: percorriamo anche il tratto dopo il ponte, a valle della S, fino alla galleria e usciamo tutti felici e contenti con un sorrisone stampato per la bella discesa.

Ed ecco il clou della giornata: vediamo passare due canoisti che sembrano intenzionati a percorrere tutto il tratto fino alla centralina, abbandoniamo sul ciglio della strada tutto il materiale e gli andiamo dietro in auto per vedere come percorreranno i passaggi più in basso (sicuramente più impegnativi del tratto alto da noi appena terminato) … ma capiamo subito che il loro non era solo un interesse legato all’acqua bianca, ma anche al recupero della canoa di un loro compagno di discesa (che poi, grazie, grazie, grazie … grazie ancora … ci offrirà da bere) che, mesta, mesta si sta facendo tutto il tratto da sola! Ma la canoa non pare così esperta e si incravatta … dove? Ovviamente al centro del fiume!!!

Mi calo in costume nella gola facendo incetta di ortiche sulle gambe le minaccia annunciandogli che “finiranno tutte in ottimo risotto”, e mi metto d’accordo con Giangi e Favorido di utilizzare due corde in tensione fra le due sponde del fiume per scravattare la canoa. Il trusco funziona alla perfezione, ma la canoa, in assenza di un modo per fermarla (ce lo immaginavamo, ma speravamo in un pizzico di fortuna ed in una grossa morta a valle, riparte alla volta della centralina dove ci aspettiamo che ci sia qualcuno ad attenderla … in effetti l’idea era buona, ma la canoa, una volta nel laghetto dell’artificiale prende la via della paratia e … viene letteralmente aspirata sul fondo. Qualche decina di secondi e, una volta sputata fuori dall’altra parte riparte e si posiziona allegramente (di nuovo incravattata) appena a monte di un sifone che il Meraviglioso mi segnala da riva. Ce risemo!

Sempre in costume da bagno mi ributto in acqua (tanto è risaputo che l’acqua di ghiacciaio per me è come quella termale) e, con l’aiuto di Alberto e del meraviglioso la recuperiamo. Tempo totale delle operazioni: una bella oretta!
A questo punto il proprietario … (lo posso dire? Ma si, tanto lo avrete intuito … il proprietario è il “Meraviglioso”) ci invita tutti a bere e noi cogliamo l’occasione al volo, anche perché alle 18.30 non s’era ancora mangiato, né bevuto niente dalle 9 del mattino!

Risalendo dalla centralina incontriamo il resto del gruppone (Merini, Francesca, Ale, Ila, Roberto, Andreino, Daniele, …) che si dirigono a monte per imbarcarsi, prendiamo rapidi accordi per la grigliata della sera, beviamo in compagnia del Meraviglioso, di Giangi, di Roberto Favorido e di Sandro Zocchi e ci dileguiamo in tutta fretta, chi per garantire i recuperi nei vari punti del fiume e chi (io) per il recupero di “leccornie gastronomiche” in vista della grigliata della sera.

Ore 20.30 … dopo lo sbarco prendiamo appuntamento ad Aymaville per poi dirigerci al “punto griglia”, e nell’attesa facciamo uno spuntino a base di salsiccia cruda, un ottimo fumin d’annata e grissini alle olive …  … grande soddisfazione per i villi intestinali!

Si riparte: prossima destinazione la grigliata appena a monte di Avise. Arriviamo allo sbarco dei rafting e ci troviamo in un luogo che per quantità di auto e canoisti pare essere un parcheggio dell’ATM a Milano alle 8 del mattino … azz … mi sa che alla fine ha ragione il Merini: se vuoi l’acqua al 28 di Luglio devi venire qui … e pare che sia proprio così!!!

Grande grigliata, il clima è meraviglioso, la cena ottima e fino a tarda notte si sta intorno al fuoco a cazzeggiare … poi, poco a poco, tutti a nanna! ZZZZZZZ ….

Domenica 28/7/2007
“Il parcheggio” si risveglia … chi fa colazione in loco (io con salsiccia cruda, succo d’arancia, due biscotti ed un aspirina effervescente … ottima miscela) e chi la fa al bar (classico cappuccio e brioche … la solita noia). Appuntamento alle Fontine per vedere il livello e decidere sul da farsi. Esco dal “punto griglia con l’idea assoluta di non imbarcarmi in Dora (mi sta simpaticamente sui maroni e quindi …), ma ho già il solito presagio che alla fine io mi imbarcherò un pò scazzato e gli altri no … vogliamo scommettere? Arrivati alle “Fontine” si esplora tutta la rapida e si fa colazione. Al termine della colazione la Nico si alza e con fermezza afferma: “Basta sono convinta … oggi la faccio”. Graaannde Nico, le do manforte perché abbastanza convinto che seguendo qualcuno che le faccia la linea, e di gente brava ce n’è, ce la possa fare, ma io intanto rimango della mia idea e le dico che quello non sarò io … nonostante mi stia salendo la carogna (vedo la giornata persa) decido di mantenere la mia posizione: oggi sarò irremovibile!

Poco a poco arrivano tutti all’imbarco: oltre ai soliti del giorno prima appaiono la Susy senza metà dell’attrezzatura … e senza la betta che doveva essere lì apposta anche lei per affrontare le Fontine, Marco (il Pecchio), Beppe il pugile, il Maina, … insomma una moltitudine.
Comincia la saga relativa alla logistica degli imbarchi e delle incomprensioni: oltre a chi decide in autonomia di fare questo o quel tratto c’è chi decide di scendere anche se aveva già detto che non se ne sarebbe parlato (indovinate per esempio chi?) e chi (indovinate un po’ …) dopo aver chiesto consigli su cosa fare, viene consigliato per un imbarco molto più a valle … questo causerà una discreta gioia ad alcuni ed un’altrettanto discreta tensione nervosa ad altri ma è verosimile che il tutto si risolverà nel tempo … forse con un po’ di ulcera per lo “sgarbo subito”, ma sicuramente anche senza lividi!
Io, dal canto mio, un pò incazzoso per essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, per non perdere la giornata e con la carogna che mi sta mangiando il cervello decido, come da copione del mattino, l’imbarco alle Fontine insieme a Marco … la storia si ripete inesorabile nel tempo!!!

Appena sotto le Fontine il resto del gruppo si aggrega ed il serpentone colorato sfreccia velocemente sulle acque bianche … ma rimarrà unito per poco.

Durante la discesa tre bagni: dapprima il Pecchio e Beppe che per compagnia si buttano insieme in un buco per rallegrare i gitanti … sinceramente io Beppe a bagno non l’ho neanche visto (ma poi mi hanno detto che c’era …), recupero la pagaia del Pecchio e corro dietro insieme a Marco (hai visto che ogni tanto qualcuno che non ti chiama “il Merini” c’è?) alla sua canoa. Dopo mezzo km, grazie alla costanza di Marco e al culo di avere trovato un isolotto a centro fiume, la canoa si blocca su quest’ultimo … eseguiamo un recupero del mezzo con corde e via di nuovo.

Intanto:
- Ale e Ila si destreggiano entrambi in Dora con tappo aperto!!! Dio li fa e poi li accoppia!
- Roberto viene ignorato mentre segnala di lanciargli una corda per recuperare l’altra canoa … lui che rotea il braccio in segno di “cooorda” e gli altri che lo salutavano convinti che sia uno svizzero di un altro gruppo
- Diego, vestito di tutto punto alle cave, ci guarda come per dire: “… arrivo, mi imbarco anche io …” e poi … dopo 10 minuti rinuncia!
Non c’è che dire un bel gruppo affiatato ed eterogeneo!

A Bombardon … anche Francesca decide di rinfrescarsi le idee e si “pluffa” in acqua appena prima della rapida, il Maina la fa agganciare alla coda e la trascina a riva, io recupero la seconda pagaia, mi sparo un candelone pirotecnico entrando in morta sotto il ponte (già mi vedevo a bagno anche io ) e urlo alla Nico e ad Alberto, che erano pronti per imbarcarsi, di tirare in secca la pagaia … poi guardo a valle e che vedo? … altro giro altro regalo …. la canoa di Francesca che se ne va e il Merini dietro … saluto garbatamente tutti e riparto per fargli compagnia!

L’attimo del recupero dura per un km e mezzo buono e si conclude dopo diversi tentativi come durante il primo giro …. la canoa finisce sul solito isolotto e la si riporta a riva con la corda di Francesca, che nel frattempo si stava lavando gli elasticini davanti alla mia punta!
N.B: la corda di Francesca non ha la maniglia dove attaccare il moschettone … dovevate vedere le facce mia e di Marco davanti a tale stranezza!!!!

Una volta portata a riva la canoa decido di “sparire” alla ricerca di una strada e di alcuni riferimenti per poi tornare a riprendere canoa a fine discesa (questo mi costerà l’appellativo di folletto del fiume perché un attimo primo ci sono ed un attimo dopo più …ma la colpa non è mia, è di David Alemanni che anni fa durante il corso SRT ci ha disegnato così dopo averci detto:“mi raccomando ragazzi, … in fiume ci si muove agili e veloci …” ed io l’ho preso alla lettera!).

Il gruppo si ricombatta, parte e, subito Francesca ci sbalordisce: … ci ha raggiunto a piedi, mentre tutti la davamo per “definitivamente uscita” … ovviamente sulla riva opposta a quella dove è parcheggiata la sua canoa. Le diamo indicazioni, facciamo un’altra pausa e si riparte … finalmente senza intoppi fino alla fine.

All’uscita partono i soliti milioni di cazzate, iniziano i recuperi e la logistica diviene un opinione: c’è chi cerca le pagaie a bordo fiume e non le trova perché altri le hanno già recuperate, chi chiede un toast o un panino in un bar e viene guardato come un marziano, chi stende la roba al sole ad asciugare… per poi scoprire che la stessa viene miracolosamente innaffiata dal “giardiniere del bar”, chi … vabbé lasciamo perdere.

Il pomeriggio termina a “tarallucci e vino”: l’enoteca all’incrocio di La Salle ci ammazza a suon di focacce di dimensioni pantagrueliche, per fortuna accompagnate da vino e birra … e dalle battute su Chuck Norris riprese da un Maina in ottima forma e per le quali vi rimando a “http://welovechucknorris.blogspot.com/”

Qualche anticipazione oltre a quelle già ricordate nella giornata di ieri:
- Chuck Norris può appallottolare l’acqua.
- I fermenti lattici dello yogurt di Chuck Norris sono tutti morti
- Ieri Chuck Norris ha fatto il cambio di stagione nel suo armadio. Ora nel suo guardaroba ci sono 40 gradi e un sole splendente.
- …

Ciao
Giorgio (JC)

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