Slovenia 8 anni dopo …

admin giovedì, 26 giugno 2008 0


Venerdì pomeriggio: questa volta la meta era fissata in partenza e stranamente si era decisi a raggiungerla … la destinazione, dopo 8 anni di assenza, sono le turchesi acque del Soca … anche se una possibile deviazione per il Boite potrebbe interferire con il programma ;-)

Il gruppo comprende, oltre a me, La Nico, un ipotetica Daniela ed un gruppo di bresciani amici suoi, ma all’ultimo la Daniela si ritira e i bresciani (Luca, Bruno, Aldo, Enrico e Paola) li incontreremo per caso in Soca al sabato pomeriggio

Partenza prevista alle 17 … 18 … 18.30 … 19 … 21.15 … ah ecco, adesso ci siamo!!!

Prima tappa a Peschiera del Garda per recupero pagaia da Andrea, seconda tappa a 30 km da Udine per sonnellino ristoratore far due mura di TIR, con lampione in un occhio ed un gruppo di gitani che eseguono un chiassoso pieno di … boh … sembrerebbe una tanica di acqua minerale! Ma a che vanno le auto degli zingari?

Al mattino di buon ora, e con un discreto sonno, si riparte … colazione in pasticceria poco fuori Udine e, dopo un paio d’ore, bagnetto rinfrescante nel Natisone in terra slovena … un buon inizio contro la caldazza che fa intuire cosa sta arrivando. A mezzogiorno, dopo la consueta visita da Piero Linda (ormai un istituzione di Trnovo) si decide di cominciare a pensare ad un imbarco, ma non prima di essersi fatti un giro sull’Uceja. La temperatura ed il sole nel frattempo non danno tregua.

Ore 14.30: scatta il classico autorecupero di corsa e … appena tornato all’imbarco incontriamo Luca, bruno e Aldo a cui ci aggreghiamo per la classica delle classiche … Sprenica 2 – Trnovo.

La Nico continua a mormorare “Che posto della Madonna, Che posto della Madonna … mi devo trasferire ad est”, affermazione che già pronunciata più volte in Friuli, credo diverrà una specie di frase rituale per ogni luogo con ancora un aspetto “naturale e non antropizzato”.

Non contenti della discesa andiamo a visitare lo slalom ed il successivo e famigerato tratto dei sifoni … bello, bellissimo … ma non abbastanza da rischiare di finirci dentro ;-)

La seconda notte è un incubo … caldo, zanzare ed una trottola impazzita (indovinate chi è?) che alle 4 in punto decide di dormire nel “prato” nel quale si accascia in un istante gesticolando e bofonchiando “fanc*** al Soca, fanc*** alle zanzare, fanc*** al caldo … domai mi leggo un libro … altro che IV bassa … ma non sarà così ;-)

Il giorno dopo, puntuali come orologi svizzeri, tutto il gruppone affonda nella gola attraverso l’infinita scalinata che porta all’imbarco della IV bassa. È con noi anche Enrico … Bruno invoca la carogna appena prima dell’imbarco e viene esaudito: dopo appena 50 m. imbrocca magistralmente il primo buco disponibile per poi cappottarsi contro un enorme masso ed eseguire la prima ed unica esibizione di nuoto sincronizzato del weekend. Grandissimo … concluderà la discesa in bellezza dicendo che il vero panico della sua vita non è il fiume (peraltro con un bel livello), ma il sogno di una nuova paternità!!! AHAHAHAHAHA!

Dopo la discesa il gruppetto si divide … i bresciani verso casa e noi verso nord per un giro turistico alla cascata del Boka … luogo che toglie il fiato e con alla base un tratto di torrente di tutto rispetto da quanto è ripido e sassuto … vabbé per questa volta ce lo risparmiamo perché non vogliamo dare spettacolo … poi la gente inciampa pervenirci a vedere, si fa male e noi ci sentiamo colpevoli!!! ;-)

Il giorno dopo ci alleiamo con Karl Heinz (tedesco di Stoccarda che parla un mischione di tedesco ed inglese che mi azzera il mononeurone nel tentativo di capirlo). Con lui effettuiamo due discese: Koritnica e poi nuovamente Soca.

Un piccolo “krukken kontrattempen” avviene durante il recupero sulla Koritnica: Karl decide a gentilmente, ma a sorpresa, di farmi visionare il tratto delle gole sopra la confluenza col Soca (La Susi ha ragione: mai seguire i tedeschi! ;-) ). Tale tratto è infatti quello che vorremmo percorrere, ma la sua ispezione comprensiva di recupero si prolunga per circa un ora provocando un mezzo colpo di calore alla Nico che ci attendeva fiduciosa al massimo dopo un quarto d’ora … al nostro ritorno La Nico ha lo stesso colore del sole al tramonto e l’occhio leggermente iniettato di sangue … creando un “simpatico diversivo”, sposto l’attenzione sulla possibilità di cibarsi nella speranza di evitare la serie di anatemi che invece arrivano puntuali alla sera facendo assomigliare anche le mie spalle ai pomodorini di Fantozzi, sia in termini di temperatura che di colore!

Alle 17 salutiamo Karl e ci ammazziamo di vaccate: patatine, improbabili ma buonissimi gelati color Stabilo, birra che ci sudiamo all’istante, … insomma un classico aperitivo salutista!

Peccato, il we è terminato e, mentre si consuma il rito del “Che posto della Madonna, Che posto della Madonna, si inizia già a pensare al successivo …

Alla prox.

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