Sesia 13/09/2007
Mai parlare male degli assenti … soprattutto se questi sono ripidi e liquidi! Di chi sto parlando? Ma dell’Alpin Sprint (tratto Riva-Mollia del Sesia) che ieri sera io ed i “biellesi” (Alberto, Marco e Peo) abbiamo percorso in seral-notturna … ma questa ve la racconto alla fine, così si crea suspence!!!
Veniamo ai fatti di una giornata andata contro ogni previsione.
Mercoledì sera ore 20
Una volta saltata l’idea del Toce in serale per il giorno successivo, da farsi con i biellesi, mi metto d’accordo con la Nico per sostituire tale impresa con un giro all’idroscalo o a Vigevano in modo da rivedere i “fondamentali” e cercare di fare un po’ di esercizi, essenzialmente in acqua piatta, selezionandoli fra quelli che il buon Salvato ci ha “indicato” come da provare, provare, provare … fino allo sfinimento (un po’ come il gioco della palla di Troisi in “Non ci resta che piangere” … ve lo ricordate vero?).
Pena per il mancato esercizio è una montagna di insulti molto articolati che potrebbe investirci la prossima volta che il suddetto ci dovesse rivedere in giro a riproporre le stesse goffe movenze tipiche del babbuino anfibio!
Giovedì ore 7
Con l’occhio della triglia lessa, dovuto ad una notte calda e insonne passata facendo zapping, parto per lavoro alla volta di Bologna, con la ferma intenzione di essere indietro a metà pomeriggio, tirare su la canoa e andare all’idroscalo … schiaccio l’acceleratore, velocizzo al massimo tutte le attività lavorative previste, termino le stesse nei tempi corretti e alle 14.15, mi sparo un rapido panino con contorno di onion ring da Burgher King (e sì, … nonostante un minimo di tre libri sulle osterie sempre in macchina, ogni tanto capita anche a me di ignorarli e di buttarmi sul “pattume alimentare”).
Appena attivati i processi digestivi (che con le onion ring non termineranno prima di 12 ore) mi precipito come un fulmine verso Milano quando all’improvviso mi arriva il pacco dalla Nico che, in preda ad un “cranioma assassino”, da forfait e decide di stare a riposo, ovvero “si da alla macchia!”
Mumble, mumble …
Scatta il “Piano B”: sms a palla alla ricerca di possibili “compagni di gioco” per una serale nelle gole del Sesia (il resto lo giudico impercorribile a causa di H2O. Contatto in primis Stefano del CCN, che pero mi sovviene essere forse in Germania. mmmmmhhhhhh … il trasferimento lo vedo duro! Ci riprovo con i biellesi: dopotutto è con loro che in serata sarei dovuto andare a fare il Toce; inoltre il giovedì è la loro “santa” serata libera.
Ma i Biellesi non rispondono e ne penso una ancora più bella : il “Piano C” prevede gole in solitaria (si lo so che non si fa e che io stresso lo sconsiglio e cazzio gli altri, ma, mannaggia alla mia anima schizofrenica, … a mio rischio e pericolo ogni tanto si fa!
lo stesso).
Ma la situazione evolve ulteriormente, il mononeurone comincia a sbattere e decido per una variante diabolica che penso da anni. Si passa al “Piano D”: si, le gole si, ma non stasera … stasera si va in Valle e si dorme lì, poi domani … all’alba … gole nel silenzio del mattino!!! )))))
Splendida idea: il mio cervello (parola grossa) guizza fra mille pensieri e non risponde più a nulla, pensa solo ad arrivare a casa, a tirare su sacco a pelo e canoa e ripartire nell’arco di pochi secondi…. solo un’ora dopo si accorgerà che i biellesi invece avevano risposto!
Quando scopro il messaggio ormai lo squilibrio è cresciuto abbondantemente in me: richiamo Alberto il quale mi confida che loro andranno comunque in valle, ma con l’intenzione di fare l’Alpin o il tratto Balmuccia- Vocca.
“Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhh? Scusaaaaaaaaaaa? Balmuccia-Vocca? Alpin? … ma siete impazziti, che droghe assumete? Ma se non c’è acqua neanche per scendere a piedi!”
Alberto è fermamente convinto e comincia una tiritera del tipo “Fidati, è una settimana che curo gli idrometri, i livelli salgono repentinamente dopo le 14, secondo me si fa lo stesso, le gole invece …e, le gole, il passaggione, il trasbordo, … che palle …”.
Insomma per farla breve decido al volo di lasciare perderei entrambi i piani “B” e “C”, di tenere il “D” di riserva e di andare su per un test del “Piano E” (Alpin in giacca e cravatta … tanto non c’è acqua e non ci si bagna neanche la faccia … maledetto Sesia che non butta)!
La mia traversata dagli Appennini alle Alpi prosegue (“Milano-Bologna-Milano-Giro delle tangenziali-Milano città-Noovara- …Valsesia); nel frattempo sento la Nico, le confido i miei piani, mi prendo ovviamente del pirla e anche un po’ … del bastardo , tiro su la canoa e le prometto di ritirarle una giacca d’acqua in giacenza a Balmuccia da un po’ di tempo.
In breve: alle 18.30 sono a Balmuccia, Alberto mi conferma via cell la presenza d’acqua nell’Alpin ed io,secondo le migliori tradizioni della “Scuola di San Tommaso”, continuo ad essere incredulo.
Arrivo allo sbarco alle 18.50 e mi trovo Alberto che, come la piccola vedetta prussiana staglia la sua porca figura, in cima ad cumulo di macerie, contro le alte vette valsesiane citando: “Si fa! Lo vedi quel sasso scuro lì sotto? Se ci passa un velo d’acqua sopra si fa … adesso il velo non c’è però ogni tanto lo sbuffo ci passa sopra e quindi … si fa!”
E vabbé ho capito … “Si fa!” Dopo avere parlato male del Sesia per tutto il pomeriggio a causa del suo attuale livello (per me ancora scarso) decido comunque di non scendere in giacca e cravatta e di cambiarmi che non si sa mai
Ore 19.10 imbarco
… momentino di riscaldamento, un traghetto, due traghetti, tre traghetti e ….“Dio …. c’èèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè!”: la mia coda s’immerge all’improvviso (eppure ho una diesel 65 e non una canoa da gioco!) la canoa si incandela alla grande e comincio a girare su me stesso, faccio un 180 (sempre in candela) e mi inchiodo in verticale sulla roccia a sinistra! Sto lì un paio di secondi in appoggio e poi mi ribalto all’indietro ululando “Yahhhuuuuu!!!!” Un veloce eskimo ed il Peo che mi guarda serafico esclamando: “Fredda?”.
“Mai tropppo fredda! Ma soprattutto, anche se pare impossibile, è chiaro che non essendo stata la grande mano divina a girarmi, l’acqua c’è … anche se non ho ancora capito da dove è uscita!”
Nota del redattore: Tenete conto che alle 17 il livello era 27, alle 17.30 si avvicinava a 33 … e che il massimo è poi arrivato a 42: certo, non un livellone … ma con 42 l’acqua si incanala tutta in poche vie che danno vita ad un percorso giocoso, perfettamente controllabile e neanche troppo sporco”. Insomma, effettivamente si scende tranquillamente: e bravo l’Albertone!
Quindi si parte … subito qualcuno accenna qualche timida cravatta, qualcun altro fa partire un countdown in attesa delle tenebre (il cielo è nuvolo e le ombre della sera arriveranno un po’ prima del solito), io comincio a provare alcuni dei fatidici esercizietti imposti a distanza da Salvato…
Durante la discesa cerco di ridimensionare la catena di insulti che nel pomeriggio ho rivolto al Sesia per evitare la sua eventuale vendetta che oggi, in caso di rovesciamento, potrebbe fruttare qualche bel pestone! Come dicevo all’inizio: “Mai parlare degli assenti […], il Sesia ha orecchi grandi e ti ascolta, si prepara e, quando meno te l’aspetti, ti fa lo scherzetto!”
Rapida delle tre lingue: … buona la prima …
… apro per primo la seconda lingua e mi accorgo subito che mi sta facendo “PRRRRRRRRR!!!!” (mi raccomando fate vibrare quell’appendice rosata che avete in bocca, altrimenti non rende!)
Ecco, lo sapevo che arrivava la vendetta: dopo neanche 5 m. mi sento affondare e penso ad un buco invisibile, ma non lo vedo, sfuggo alla morsa dell’ipotetico buco e continuo ad affondare … la sensazione è simile a quella che devono avere provato i marinai del film “Pirati” quando afferrati dal Cracken!
Butto un occhio verso il basso ed ecco che l’occhio da triglia del mattino torna improvvisamente utile: I miei sensi di triglia pizzicano e si accorgono che il mio paraspruzzi è aperto, sto percorrendo una S con l’acqua a meta torace, la canoa completamente immersa mezzo metro sott’acqua e … e … e … “Porca Truia” (e sottolineo T maiuscola e di Truia) mi sto avvicinando al salto col bananone dove il Carlone a Luglio ci ha lasciato la faccia sul sasso sottostante (tra l’altro con livello analogo)!
Con un self control tipicamente sardo mi avvicino al salto gestendo meravigliosamente il mio sommergibile con una serie di appoggi bassi da manuale e stranamente, cosa che non faccio mai, giro anche il bacino … Salvato mi avrebbe dato un bacio!
Preparo le tempie per il grande botto e invoco lo spirito dei miei avi per “temprare” l’osso frontale come solo lo zio Puddu avrebbe potuto fare: e affronto la banana … 3 … 2 … 1 … mi inabisso per qualche secondo e ne esco pulito …. Un Grazie allo zio Puddu per il sostegno morale!!!
Non contento continuo ancora per qualche metro e subito dopo, sbattendomene dei miei avi decido che ora di stappare! Ma cosa stappi quando ormai il paraspruzzi se ne è andato in ferie da un pezzo? Esco al volo e mi areno come Moby dick sui sassi appena prima della terza lingua.
La terza lingua non presenta problemi, ma poco dopo, e questo è un avviso ai naviganti in caso di livelli più elevati, un bel tronco ci attraversa completamente il fiume … ci passiamo a lato fra i rami e via.
Un’ultima nota per dovere di cronaca … la discesa procede fra un incastrino e l’altro ad un certo punto, in prossimità di un saltino di un metro e mezzo circa, passa Marco e va via bene … parte il Peo con me subito dietro e mi fa “l’improvvisata con la sua coda ultrapiatta”… ma che cazzo fa torna su di rimbalzo? Ah, no … torna giù … no, no, … torna su, … no, no torna giù, … Beh, va là che in attesa che decida dove andare mi fermo un po’, altrimenti gli passo in testa come già la Nico aveva fatto qualche mese con me. Un ultimo giro di giostra e suona la tromba: “PEEEEEEEEEEEEE, forza giovani … parcheggiate le vostre barche a lato e fate passare il pubblico con ancora il gettone funzionante … la n. 13 vince il bonus per un altro giro!
Parto e il passaggio è ormai pulito e l’acqua ossigenata, ovviamente il merito va al Peo che la stava mescolando perché gli sembrava torbidina
Da lì a pochi minuti si conclude la discesa con l’ultimo passaggio (la passerella) al buio e sbarco alle 20.30 circa … FINALMENTE UNA SERALE CHE SIA DEGNA DEL SUO NOME … non se ne poteva più di uscire con la luce tutte le volte!
Un ringraziamento a tutti i partecipanti e anche ad Alberto del “Gatto e la Volpe” che, oltre ad averci meravigliato con 2 magnifiche costate alte tre dita (per un totale di 2,5 Kg di carnazza grondante di sangue”) e due bottiglie di ottimo rosso, ci ha poi intrattenuto per tutta la sera con un corso di “Budgeting orientato alla ristorazione” svelandoci altresì una serie di appuntamenti gastronomici più che degni di nota (ma che non svelerò neanche sotto tortura).
Infine un avviso ai naviganti: tenete d’occhio l’idrometro e, come quelli che tutti gli anni vanno a Lourdes in attesa del miracolo, FI-DA-TE-VI: anche se l’acqua non c’è prima o poi arriva e vi giuro che non si gratta! Poi al limite ci sono sempre le gole!
P:S.: I cani della Nico si stanno ancora leccando i baffi per le ossa che gli sono state recapitate dal babbo natale barbuto (cioè io)!
Ogni riferimento a nomi e cognomi dei miei parenti sardi è puramente casuale e va vista come opera di fantasia (anche perché altrimenti lo zio Puddu esce dalla tomba e mi tempra veramente le tempie!)
Giorgio (JC)