Toce secco? Ma vaaaaaa!

admin mercoledì, 26 settembre 2007 0


Ed eccoci ancora una volta sul Toce che in questo mese credo sia stato il fiume più frequentato d’Italia!

INTANTO UNA SINTESI PER MARCO (MERINI) E TERENZIO
(altrimenti poi si lamentano che non hanno tempo):

- Fra “su e giù” nei buchi l’altro ieri si è disceso, nonostante le aspettative di una “Dry-run,” il tratto alto del Toce con gran bel livello.
- Risultati ottenuti: perdita di una scarpa e qualche eskimo (JC), apparizione della sirenetta di Copenaghen (la Nico), un sommergibile nell’artificiale di Crodo (Ste-uomo liquido) e due fari strabuzzati (quelli di Dani) nei primi 500 m del percorso.
- Peggiore della giornata: JC perché nonostante abbia aperto quasi tutto è riuscito a fare un gran bagno nell’ultima rapida!
- Migliore della giornata: JC perché, nonostante le voci di livelli bassi, è riuscito a portare in valle un mucchio di gente spendendo probabilmente un capitale sia in cell (la prossima bolletta la butto prima che entri in casa) che in km fatti (Milano-Toce-Milano-Cremona-Milano x 2 km di fiume!)
- Migliore in acqua: Daniela (le passiamo “l’appoggio pluff” anche se le vale una nota di demerito)
- Bi-Catering perfettamente efficiente come al solito … anzi, più del solito!

Ecco invece la “CRONACA DEL PROLISSO”:

La discesa era già decisa da giorni: giovedì come da accordi dell’ultimo minuto mi dirigo (al ritorno da Bologna) verso Cremona a ritirare la canoa di Daniela per evitarle di portarla in treno al sabato mattina.
Venerdì mattina, all’improvviso, la Nico riceve una mail di rimbalzo che le indica la quasi completa assenza d’acqua in Toce per il giorno dopo: Stefano le comunica infatti che “ha sentito Piero che ha sentito un altro Stefano che lavora all’Enel il quale ha telefonato a quelli della centrale del Toce che gli hanno detto che domani ci dovrebbero essere solo 5 mc a causa della chiusura delle cascate e di un solo affluente che “butta” … MEEERRRDDDD … il senso comune del pudore va a puttane e tutti cominciano a imprecare a viva voce!

Si scatena un gioco molto simile a “Ce l’hai”: tutti cercano informazioni, volano sms a raffica, mail a mitraglia, (non parliamo delle telefonate) suggerimenti, passaggio di nominativi, Stefano torna dalla Germania e non sa più dove sbattere la testa!!!
Io sento due locals i quali, dopo una seduta rabdomantica eseguita magistralmente in loco, mi riferiscono le loro perplessità riguardo al “notiziario Enel” (che purtroppo non può essere soggetto a confronto con i valori relativi ai rilasci della settimana in corso).
Gli stessi locals si applicano in un intenso rito sciamanico che si conclude con la sentenza “l’acqua ci sarà!”

Un risultatone: tutta Italia rimane assorta in attesa di una comunicazione illuminante che, alle 19 circa, arriva e ci lascia ancora tutti nel dubbio!!!

Dopo lunghe elucubrazioni ed il coinvolgimento di canoisti di almeno tre regioni (Lombardia, Liguria e Veneto) e di n province si decide di abbandonare l’ipotesi alternativa della Moesa e di dirigersi comunque a Nord-Ovest e cioè in Toce, ma abbiamo la carta vincente: i locals Vittorio e Dario mi promettono di chiamarmi al mattino presto per darmi indicazioni sui livelli e, di rimbalzo, mi impegno a divulgare il verbo!

Si passa la notte tutti di “verde speranza vestiti” e pare che qualcuno intenda tinteggiare anche il kayak! Le nostre speranze sono tutte legate alla sveglia degli sciamani della valle che ci dovranno portare notizie di primo mattino

I giochi sono comunque fatti: Daniela si presenterà alle ore 8.30 in treno a Lambrate, da lì si passerà a prendere la Nico, mentre Stefano e Andrea ci aspetteranno a Gravellona, il Baldo & C. andranno direttamente in zona, Fred e il suo gruppo saranno su verso le 12.30, … altri probabilmente cadranno dal cielo!

Non resta che da fare un ultima cosa: allestire il servizio catering (che poi risulterà addirittura doppio grazie al “Caprile pensiero”): birre, salumi, formaggi, farinacei e l’immancabile lemonsoda per Daniela che, ahimè, è astemia … eh lo so, le brutte abitudini sono dure a morire, ma la Dani ci sta simpatica e la portiamo in giro lo stesso!

Sabato 22 (ore 8.45):
io, Nico e Daniela ci ritroviamo, a 5 minuti dalla partenza nella, cucina della Nico quando squilla il mio cellulare. E’ Vittorio … il momento è topico … la suspance sale … mi fa sentire il rumore dell’acqua e arriva la lieta novella:“Lei c’è”.
Esulto per un attimo e poi sono assalito da un dubbio atroce: “Vittorio, non è che mi stai facendo sentire l’acqua del tuo bidè?”. Ah-ah-ah!

Dopo aver divulgato la notizia a tutti i partecipanti si parte.

Il viaggio è uno spasso: Daniela ci ossessiona con gusti musicali (System of a down) che ci mostrano la sua natura ossessivo-compulsiva, la Nico cerca di ridurla a più miti consigli suggerendole “La cura”, ovvero massicce flebo di Pink Floyd mattina e sera … alla fine optiamo per Nirvana e Marillion inframezzati da un mix di “intramontabili”.

Arrivati a Ponte Maglio incontriamo Vittorio; mentre parliamo del recupero ci accorgiamo di un piccolo problemino: “E meno male che doveva essere secco … all’artificiale sotto il ponte di acqua ce n’è 30-40 cm in più che due settimana prima!!!” E noi che si voleva fare il tratto alto! Ah-ah-ah-ah-ah!
Inizia un giro di voci interiori che si legge come “Possibili defezioni in corso ;-) …”, ma nessuno vuole prendere decisioni affrettate: si parte comunque per l’imbarco intermedio di Crodo. Lo scopo è quello di farsi un idea e visionare il livello al rapidone dato per V.
Eseguita una rapida ispezione si decide di andare su a Verampio (imbarco alto) dove troviamo il Baldo in modalità “Pronti-via”.

Ormai è deciso: ci si imbarca qui, si fanno le prime due rapide, fino a sotto il ponte, e poi si decide su come continuare: chi vivrà forse continuerà e chi non dovesse essere sicuro del suo futuro uscirà di corsa … tutti contenti e felici!

Entriamo in acqua e la Daniela (la quale ci renderà partecipi di questo suo segreto solo a fine discesa) si esprime in una nuova versione di appoggio detto “appoggio-pluff”, che pare serva per prendere confidenza con la pala “trasformando” un semplice appoggio alto in un eskimo in acqua gelata! ;-)

La prime due rapide vanno via bene, anche se Nicoletta e Daniela alla fine si raccoglieranno in “Rifugio peccatorum” confabulando sul da farsi. Le raggiungo e chiedo: “allora che pensate di fare?”
E la storia si ripete. Esattamente come la settimana prima la scelta dei verbi è completamente casuale: Daniela dopo qualche attimo mi guarda, poi guarda la nico, mi riguarda, annuisce è dice “OK” … La Nico mi guarda e con faccia sicura mi risponde “Scendiamo”. Perfetto il gruppo è unito e la decisione unanime. Traghetto sulla riva sx, raggiungo Stefano e Andrea e riferisco … hanno detto che è tutto Ok, scendono anche loro … vado avanti a vedere com’è più giù. Si scende di un pezzettino e si visiona la rapida successiva alla ricerca di una linea “tranquilla”.

Apro io, raggiungo una nuova morta un settantina di metri più in basso e li attendo con la macchina fotografica in mano …oh, ma come cavoli è con non scende nessuno?
Scoprirò solo a fine discesa che la loro affermazione “Tutto ok, … scendiamo” significava “Scendiamo, …si, ma dalla canoa e usciamo!”. Ma pare che un traghetto ben riuscito possa far cambiare idea anche ai peggiori integralisti e così le due fanciulle, sulla base di una magnifica manovra di attraversamento fiume, restano con noi :-) .
Per noi meglio così (dopotutto sono loro che conoscono il fiume), ma per loro sarà stata la stessa cosa? Mah!

Tutto prosegue ottimamente ed in tranquillità fino a dopo il passaggio nicchiato con controccia (a circa un terzo del percorso), dopodiché altro passaggio che decido di visionare perché non è chiarissimo come sia verso il fondo. Lo guardo da riva e faccio segno che tutto a sx pare “buono”; anche se in fondo è chiaro che ci sia qualcosa che potrebbe risultare insidioso è anche ovvio che prima sia tutto pulito (solo acqua) … mentre dopo si intravede una linea, che anche se stretta, pare anch’essa perfettamente pulita!
Mi reimbarco e scopro quasi subito che il mio concetto di “buono” e quello del Toce non si equivalgono: onde, buchetti, tutto perfetto … fino a 20 m prima della fine della rapida. Tutto a un tratto sento in testa la musica dello “Squalo I” (“ZUM-ZUM-ZUM-…” ) e mi appare una magnifica “pinna nera di pietra” alta un 30 cm. davanti alla punta del kayak … sento che da lì a breve potrei avere un lieve problemino. ;-)
BUUUUUMMM! Puntata meravigliosa (sfido chiunque a vedere nelle foto 07 e 09 il suddetto sasso), mi giro di quasi 180 gradi e mi infilo alla grande di traverso nel buco. Oh merda, … io sotto nel buco e gli altri tutti sopra ad aspettare un mio segnale che, a quel punto, sarebbe potuto arrivare solo grazie all’intervento divino derivante da una serie di epiteti partiti da lì a poco verso l’alto dei cieli (tralascio i particolari per i “fedeli di qualsiasi religione”, ma credo che l’effetto sarebbe potuto essere “tutti belli, alti e biondi” o, viceversa, “tutti bassi, bruciacchiati e un po’ cessi”!).

Ma la cosa è presto risolta: passo i miei 15/20 secondi in appoggio nel buco (in quel momento ho quasi pensato che forse un po’ più di tempo a Turbigo non ci sarebbe stato male ;-) ) e ad un certo punto, a furia di andare avanti ed indietro, riesco a pescare dell’acqua dal fondo. Mi incandelo alla grande, butto tutto il peso in avanti, muovo la pala a turbina …. e vai … come fossi agganciato ad uno skilift mi trovo fuori … la mia punta riatterra ed è subito un urlo di giubilo:”Yaaaauuuuuhhhhhh …”
Peccato che fosse tutto fiato sprecato … si sa :o gni bel gioco dura poco ed in un attimo (saranno passati al più due secondi) mi si para davanti un altro “cazzutissimo masso” su cui vado a sbattere alla grande (ovviamente sempre di punta) e … !à#%$@#!!*§ … altro giro, altro regalo … mi infilo in pieno, di coda e di traverso, nel buco successivo.
Eh, … penso … adesso si che sono cazzi … questo è molto più fondo e chiuso del precedente e, cosa ancora più grave mi sta portando da sinistra a destra all’indietro … e tutta l’acqua esce proprio a sinistra … ODIO LA RETROMARCIA!!!!
In più tutti gli altri sono più su e credo che continuino a non vedermi … il mio primo pensiero e: “Come diavolo faccio ad avvisarli di non scendere alla cieca?”. Poi rapidamente penso: Non sarà mica la famosa soglia di cui tutti parlano, ma che nessuno riesce a localizzare? Noooooooo, non può essere … Che faccio stappo? Col cazzo: sono qui da solo … questa volta non se ne parla: starò dentro ad oltranza, tanto prima poi si esce …e ovvio” e intanto io rimango lì a sbatacchiare in perfetto appoggio alto andando aventi e indietro come la pallina del calciobalilla … poi un ultima preoccupazione: e se adesso arrivano giù anche gli altri e finiamo tutti nella stessa vasca come la mettiamo?
Detto, fatto! Si mette in azione “Argano-Cossu” (avete presente Popeye in presenza degli spinaci?): comincio a tirare come un bestia e AAAARRRRRRGHHHHH … azz … non pensavo di essere così efficiente … altro candelone: braccia tese in avanti e …. 1-2-3-4-5 (giuro che stavo contando) -6 -7 esco, esco, esco, esco … FUORIIIIIIII!

Comincio a pensare che l’unico modo per non entrare più nei buchi sia quello di aspettare “L’attuazione della teoria sull’inversione dei poli magnetici” (sulla quale vi invito a documentarvi) … forse in quel giorno i buchi invece di attirarmi mi respingeranno, chissa!

Ad ogni modo schizzo sulla riva come un gatto con la corda in mano e segnalo sasso (la famosa pinna che nonostante ciò tutti colpiranno in modo più o meno accentuato) e buconi a tutti gli altri che, uno dopo l’altro, passano più o meno indenni. :-)
Daniela ovviamente mi cazzia per non aver guardato in dettaglio tutta la rapida dei buconi :-o … come dargli torto, ma tanto si sa: la “pinna del destino” mi avrebbe colpito comunque!
Ci si avvicina alla fine … siamo ormai all’ultima biforcazione del fiume poco prima della penultima rapida e Dani mi “comanda” di dirigermi in morta tutto a sx, appena prima di un sassone che delimita l’inizio della rapida (Poi un giorno qualcuno mi spiegherà come mai dopo tale indicazione tutti gli altri sono andati a dx, Dani compresa!!!).

Esco dalla canoa per la dovuta ricognizione e mi accorgo che da dove sono non si vede un cazzo (tranne la prima parte): mi affido alle segnalazioni di Stefano, che nel frattempo è sceso fino a fine rapida sull’altro lato e che agita insistentemente il braccio centralmente dalla testa fino in mezzo alle gambe (che volesse dire sono “..zzi tuoi”?). A gesti gli chiedo se passare a sx o a dx nella parte finale della rapida, ma evidentemente non ci capiamo e lui mi indica “al centro” … ma al centro del passaggio o del fiume?. Lo scoprirò a breve.
Nel frattempo arrivano Fred & Company in scioltezza (altro livello): a richiesta gli indico dove passare nella parte iniziale e, mentre mi reimbarco li vedo scomparire dopo la prima “S”. Parto anche io … la linea è corretta: scivolino, morta a sx, “S” a dx … traghetto a valle di un serie di passaggi ostruiti e mi dirigo rapidamente da sx verso il centro del fiume, ovvero verso quella che, dal mio punto di vista, pareva essere un grosso ondone su cui boofare … non lo avessi mai fatto!
L’onda non era un onda, era solo una lingua impertinente che mi stava dicendo “Prrrrrrrrrrrrrr … ti ho ciulato!”Dentro l’onda mi si palesa un sasso enorme che, a due metri dallo stesso, non riesco più ad evitare … tento una retropagaiata per cercare di infilare un canalino a sx in cui potrebbe passare giusto la canoa, ma sono “un pelino di traverso”, con la pancia al contrario. Inoltre noto che, mentre la canoa tende a sx io sono tutto a dx … e com’è sto fatto?
Rapida riflessione: se io ed il kayak siamo ancora uniti ed in mezzo c’è un sasso come è possibile (a meno di non essere Red Richards) passare entrambi? Cerco di recuperare andando tutto a dx (la mente umana fa brutti scherzi dato che avevo appena deciso di andare tutto a sx) e, appena prima di rimanere incravattati nel merdaio, decido “uscire dalla gabbia” alla stessa velocità di un babbuino in calore in presenza di 15 femmine nel prato antistante!

Ohhhhh che bella ed usuale sensazione … acqua fresca, sassi che ti picchiano da tutte le parti la scarpa che, nonostante la posizione arricciata del piede (simile a quella del miglior esemplare di primate mentre si arrampica sul bambù), decide di andarsene per i fatti suoi e, non ultimo, il longherone anteriore che decide di uscire dalla sua sede!
Un bel bagnetto, non c’è che dire (ma evidentemente sto perdendo colpi … in passato avrei fatto di meglio), il tutto in compagnia di Fred & C. (cavolo, non ricordo i nomi) a cui, una volta arrivati in zone più tranquilla mollo la canoa nella speranza che riescano a tirarla a riva (ormai mancano pochi metri).

Ultime chicche del giorno:
- da lì poco vedo la canoa della Nico apparentemente incravattata all’inizio del rapidone e lei che si atteggia a “Sirenetta di Copenaghen” su un massoa centro fiume (poi mi rimprovererò da solo per non averla fotografata)
- Stefano si butta nel rapidone di V e, prendendo in parola il suggerimento di Shaun Baker “Essere acqua” sparisce letteralmente nel nulla per poi proseguire fino a Pontemaglio.

Per me, Nico e Daniela (che siamo di fretta) invece la discesa finisce a Crodo. Raccogliamo le nostre cose e, dopo aver salutato Marco, Beppe e Greg (corretto?), ci dirigiamo a Pontemaglio per organizzare la prima metà del catering (la seconda la gestirà Stefano). Evidentemente il mio inconscio sapeva che ci sarebbero stati dei “recuperi da pagare” e le 6 birre gelate presenti nel mio baule sono state utilissime allo scopo.

Nel complesso grande giornata (anche se all’insegna di un ritorno frettoloso): Stefano si butterà poi nell’Ovesca con Totò e il Bat, mentre noi di filato verso Milano (dove lasceremo la Nico). Da lì ripartenza per Cremona con l’obiettivo di “riconsegnare” in tempi brevi Daniela a Philo (il liutaio magico) per poi tornare nuovamente a Milano.

Grande Toce, grandi tutti … e arrivederci a presto.

Giorgio (JC)

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