Visto che questa volta siamo stati in giro tre giorni e che la compagnia era ampia e variegata vedrò di restare nelle righe e di essere sintetico, anche se mi conosco e so che, una volta lasciato libero il mio pensiero, “lui” andrà a ruota libera e nessuno lo potrà più fermare … perciò prendetevi i vostri tempi e leggete a puntate … oppure cestinate il tutto.
INTANTO UNA SINTESI PER MERIGNOS E TERENZIO (i soliti due)
- Il Merini c’era e quindi sa già tutto … per cui tanto vale che vada al P.S. in fondo!
- Per Terenzio: dopo anni di tentativi io sul Verdon ci sono andato e tu no … cicca-cicca (in comepenso tu te ne andari in NZ e quindi …. GRRRRR!), in più c’è stata una discesa epica in torrentismo in una valle laterale della Roja, ma non posso rivelare altro … altrimenti se ne va il resto del racconto (ndr: se ti interessa devi faticare e leggere il resto).
Concludendo: WE (lungo) grandioso, due fiumi, cibo in quantità, ottimi i vini (a parte il “Nebbiolo frizzante” prelevato ad Alassio a casa della Nico”) ed i liquori al seguito, bella gente, tante attività diverse (salvo contrattempi la prox volta mi butto anche io in parete)
QUANTO SEGUE E’ INVECE DEDICATO AI “PERDITEMPO” (ricordate che è inutile guadagnare se non si ha tempo per spendere e l’uomo ricco è solo colui che dispone di tanto tempo libero … come mai mi viene in mente solo il Nunz? ) :
Come al solito nell’organizzazione il caos regna sovrano: reduce da una discesa mancata sul Verdon lo scorso anno (approssimativamente nello stesso WE) avevo deciso per questo We lungo nelle sue gole già da tre mesi. Ad una settimana dalla partenza non restava che trovare qualche squinternato che si aggregasse.
La Nico, anche se un po’ titubante, si offre volontariamente di esserci, ma mette subito le mani avanti sulla discesa completa delle gole (troppi sifoni e poche vie d’uscita), Susanna conferma di voler essere informata della cosa in tempo reale, Fred (in cui speravamo come guida ) annuncia che non potrà esserci a causa di altri impegni; di altri partecipanti non se ne sa nulla.
Intanto si decide che una meta alternativa sarebbe potuto essere il Soca, ma ce lo teniamo in saccoccia … unica certezza una partenza moooolto tardiva al giovedì sera. D’altra parte io sarei stato tutto il giorno a Bologna e per la sera avevo già in mano i biglietti per gli Stomp a teatro (spettacolo che consiglio caldamente a tutti … anzi ci tornerei pure, per cui se qualcuno ci decidesse di andarci giovedì prox io potrei anche pensarci … e provare a prendere i biglietti).
Si mette in moto la logistica del gruppo (la Nico), anche perché se si aspetta me la cosa va sempre lunga e si finisce col partire a caso e con meta da decidersi in auto! La Nico apre la sua rete di contatti e scopre che Marco (il Merini), Albertino e Roberto Shrek sarebbero anche loro della partita … con Susanna saremo in sei (ottimo numero … “sei pirla alla ribalta” … l’idea è di dirselo di continuo fra di noi in modo da interiorizzare il concetto dandosi del tu: “Sei pirla”, “Sei pirla”, “Sei pirla” … un tormentone). Poi il numero crescerà con il Pantegana, Remo e Paolo Guglielmetti che apparirà d’incanto alla mattina del venerdì … Il “Madonno del CCN”.
Azz … ho già scritto quasi una pagina e non sono neanche arrivato al dunque! Passiamo quindi al viaggio e agli appuntamenti: tutti perfettamente allineati, i sei pirla si sentono via mail e si scopre che in tre fissano l’appuntamento alle 19.30 a Novara Ovest … io invece lo fisso per le 23/23.30 nel giardino della Nico con la lei e Susanna! Perfetto … i presupposti non fanno una grinza!
Data astro-fluviale di bordo- Giovedì 27/9/2007 ore 24:
Tutto carico … io Nico e Susanna partiamo con destinazione intermedia Alassio dove pernottiamo in un comodo letto (molto meglio che il classico “Passat-baule”) … gli altri probabilmente stanno già dormendo in qualche luogo ameno della Liguria (valle dell’Argentina). Alle 2.34 siamo a casa della Nico e ci spariamo quelle belle 5 ore di “sonno peso” che ci garantiranno di essere “lucidi” alla mattina dopo. In questa accezione “lucidi” significa che la pelle trasuda morte apparente ed il pallore dei nostri volti è ovviamente cadaverico!
Data astro-fluviale di bordo- Venerdì 28/9/2007 ore 8.30:
Prima colazione in casa, ma pare non basti e si opta per un add-on in pasticceria (bignè, focaccette farcite, bevande calde e fredde …il regno della gozzoviglia). Intanto si prende appuntamento per la valle della Roja verso le 10.30 e, dato che in zona ha piovuto “un po’ meno di un cazzo” ci si comincia a chiedere se ci sarà acqua. “Non fa niente” dice Susanna, “al limite facciamo la maglia”. Io non mi faccio problemi e immagino che sia un altro modo per dire “… ci daremo al cazzeggio intensivo!”. Peccato … da lì a breve scoprirò che la mia interpretazione delle sue parole era tragicamente errata :-#.
Come da precedenti supposizioni la Roja è secca e la donnina del negozio di Breil di “canoa/alpinismo/rafting/tacchi dadi e datteri … e pacchi di maltagliati” ci conferma che “NON-CI-DOVREBBE-ESSERE-RILASCIO” (non cito tale affermazione in francese perché mettere insieme queste poche parole al mattino presto richiederebbe una settimana) … però la stessa donnina ci saluta e ci mima il livello unendo pollice e indicando che il livello dovrebbe essere analogo allo spazio rimanente fra le due dita … se ne deduce che “NON-SI-FA … NEANCHE-PIU’-TARDI”!
Susanna non si perde d’animo e gioisce esclamando “Si fa la Maglia …” ah rieccola … ma allora è proprio stordita! “Ma nooooo, che hai capito? La Maglia è una delle più belle e profonde gole d’Europa, è qui a pochi km e si fa in torrentismo.”
Fra me e me dico “io non soffro il freddo, ma ci sono 6/7 gradi e secondo me là in fondo farà un freddo becco” … e stavolta vi giuro che il concetto di “Maglia” l’avevamo capita tutti … ma non ne avevamo abbastanza dietro!
Ok. Si va a fare la Maglia.
Alberto con la sua giacca d’acqua bianca e il caschetto arancione sembra uscito da un defilè di Armani … forse fa anche un po’ “Arancia meccanica” e non è un caso che all’imbarco si cominci a parlarne … branco di psicotici!!!
Il paesaggio è da urlo … una successione di salti, calate, pozze e toboga che, con dislivelli da 2 a 8/10 metri, ci scorrono di continuo sotto le natiche.
Per la cronaca una di tali calate, su roccia liiiiiiscia e uuuuumida, mieterà le sue vittime colpendo la Nico – che presenterà nei giorni successivi un magnifico zampone, ma purtroppo senza pesino (il che ci farà rinunciare ad affettarla perché mancante del marchio di qualità) – e Alberto che si stampa letteralmente come un bianco geroglifico all’inizio della calata, ma senza gravi conseguenze a parte una botta al polso.
Dopo circa tre ore in acqua ed una serie di facce improponibili (dalla gioia più estrema al terrore e allo stupore più profondo) si arriva a metà del percorso possibile (prima e ultima uscita possibile se non si vuole fare tutta la gola che presenterà salti fino a 15 metri).
Ormai, chi più chi meno, si è parzialmente surgelati e si decide di rispettare il piano iniziale: decidiamo di chiamare il camioncino della Findus per farci venire a prendere e, dopo l’ultima calata in doppia all’interno di una grotta buia e rimbombante per lo scroscio dell’acqua (subito ridenominata “Inferno liquido”), usciamo e “godiamo” della risalita (la Nico con lo zampone un po’ meno) che ci scalda e ci avvicina sempre più a “salamini e vino” in fervente attesa di essere trangugiati.
Ci accampiamo a bordo strada e, mentre ci arrapiamo :-p alla vista di Shrek che esegue uno strip, con tanto di lancio della mutanda e asciugamanino in vita con effetto “vedo non vedo”, parte uno spettacolo di salumi e bottiglie che ci renderà tutti “molto felici”
Trasferimento …
Ore 23 circa … siamo all’imbarco delle gole del Verdon sotto una luna “quasi piena” ed una stellata da brivido: la nostra speranza di avere per cena lo zampone cade nel nulla (la Nico non pare d’accordo a cedercelo ) e si decide per un antipasto di formaggi in attesa di un tris di primi (due zuppe e un risotto) per poi continuare con Crepes al Gran Marnier, al brié e alla nutella
. Ovviamente vino, birra e liquorini (complimenti per la grappa al cioccolato) fanno la loro parte!
Ci si attrezza per la notte … ZZZZZ – ZZZZZ – ZZZZZ
Data astro-fluviale di bordo- Sabato 29/9/2007 ore 8.00 (circa):
Al risveglio la temperatura è siderale (6,5 gradi Celsius), anime perse si aggirano nel bosco circostante con strani rotoli di carta in mano , io non sono ancora uscito dal sacco a pelo e già ho perso una scommessa con la Nico (tra l’altro non ho ancora capito se mi costerà una birra o una zuppa di pesce marsigliese … la cosiddetta bouillabaisse) la quale mi dice di avere visto il Guglielmetti … “Impossibile” replico io, “Dovevano arrivare solo Remo e il Pantegana … che ..zzo ci farebbe qui Paolino?”. Esco convinto e la prima “anima persa” che incontro è proprio lui! Vabbé … scommessa persa
.
Le “voci” dei nuovi arrivati dicono che il Verdon è marrone (lo hanno visto a notte fonda!) … la voglia di andare nel “sifone più grande d’Europa” con l’acqua marrone ed una temperatura non proprio ideale porta i pensieri dei più verso i mari tropicali – i miei no … i miei con l’acqua marrone mi porteranno prima nel bosco per impostare bene la giornata (cacazio mattutina … la giornata l’è bellina) e poi verso l’idea di una “impresa enogastonomica” a base di bouillabaisse da Bruno a Golf Juan! (per i golosi vedi P.S. a fondo report)
Dopo colazione (in cui reinventiamo il colino del the ricavandolo da un bicchiere di plastica) si decide che invece questa volta il Verdon “SI-FA”, che le voci si sbagliavano e che il livello è quello previsto (circa 16 mc), ideale per una prima discesa.
La Nico, suo malgrado, è costretta per il secondo anno di fila a rinunciare, a causa della caviglia ormai bella gonfia, e a trasformarsi in “Madonna del recupero”. Noi ci dirigiamo all’imbarco pronti per circa 20/25 km di discesa mozzafiato da Couloir Samson (a monte di Point Sublime) fino al Lac du Saint Croix.
Oggettivamente le difficoltà, con il livello trovato, non sono assolutamente estreme … anzi permettono di guardarsi ampiamente intorno e di affrontare anche i passaggi più difficili in discreta scioltezza. E’ proprio vero: in Verdon bisogna entrare senza pensare “Oddio ci sono sifoni ovunque”, anche se è sempre meglio stare lontani dalle rocce e dalle lunghissime nicchie che si formano lungo le pareti non dimenticando mai che il pericoloè comunque presente e non sempre si vede.
Il paesaggio è imponente, le stratificazioni rocciose si susseguono senza sosta e la nostra discesa è intervallata da qualche trasbordo obbligato, oltre che da qualche ricognizione nei 3 o 4 punti chiave (Passerella, Garage, Imbut, Les Assomoirs,…), … l’ingresso nel buio del “Garage (i francesi credo lo chiamino “Styx”) e della strettoia dell’imbut (150 m praticamente nella penombra) sono a dir poco affascinanti. Il passaggio della Madonnina fa capire come i sifoni del verdon, a seconda del livello d’acqua, possano essere realmente insidiosi!
Non c’è che dire: un Postone!
Verso uno degli ultimi passaggi (credo sia “Les Assomoirs”) una domanda per Shrek: “La fai non la fai?. Peccato che in quel frangente stesse “concimando” e che qualunque risposta sarebbe stata del tutto equivoca! Poi deciderà di farla … sia una che l’altra .
Dopo circa 4 ore di discesa siamo ormai alla fine della gole: … ci aspettano gli ultimi 5 km circa di acqua piatta nel lago dopodiché lo sbarco sulle sue rive. Totale della discesa 5 ore esatte tutto compreso.
Al ponte sul lago il “momento telepatico” tutti pensiamo alla Nico che ci deve fare il recupero e lei appare come d’incanto … mai vista una sincronia simile.
Un autoappunto: mi sto chiedendo da due giorni come faccia a perdermi sempre “il momento dello scoop fotografico: la settimana scorsa la “Sirenetta di Copenaghen” in mezzo al Toce e questo WE “la zoppa tecnologica” con doppio punto di appoggio: bastone di legno grezzo a dx ed ombrello rosso samsonite a sinistra … uno spettacolo!
Trasferimento … questa volta di solo 1 km!
Ci si attrezza nuovamente per la notte, stavolta sul lago: fuoco, bis di primi (paglia e fieno + rigatoni) , grandi dosi di formaggio e salame più qualche altro stuzzichino, pomodori e l’immancabile “liquido colorato” (vino, birra e liquori vari) che fa da contorno. Ottimo il pane al “feux du bois”.
Alle 10.30 l’avvisaglia di un temporale manda tutti a letto, ma è tutta una finta … rimaniamo io, la Nico e il fuoco. Aspettiamo che la legna si spenga mentre, sotto l’effetto del vento, si accende di un rosso brillante … quasi irreale.
Un’altra giornata è andata …
Data astro-fluviale di bordo- Domenica 30/9/2007 ore 8.00 (circa):
La giornata ovviamente oggi è meravigliosa … ma non poteva esserci un clima mitico come questo anche ieri? Mah!
Che si fa? Di nuovo Verdon? Mare? Arrampicata? … Remo, che sta studiando da ore le possibili vie ci fa da mentore e, insieme al Pantegana, decide che la meta è una falesia vicino a Menton. L’idea aggiuntiva è poi quella di passare in serata a mangiare la mitica Bouillabaisse da Bruno a Golf-Juan (vicino a Juan les-Pins).
Raggiungere la falesia, se confrontato con quanto passato nei due giorni precedenti, sarà un’impresa epica: ci fermeremo a fare colazione, a fare gasolio, a fare la spesa, … fino ad arrivare a Nizza … ma come? E Menton? … cambio tappa si va ad arrampicare nel finalese!
Arrivati a Rocca de Perti tutti si attrezzano … anche io … e ciò è già strano.
Remo e il Pantegana partono da soli e vanno a destra verso la placca dell’oasi, mentre tutti gli altri, non sapendo dove fossero, si dirigono a sx verso la parete delle Gemme (unico posto dove ho arrampicato in vita mia ormai un anno fa).
Aspetto la Nico che decide, nonostante il solito zampone, di venire a vedere perché è intenzionata a farsi due risate, principalmente alle mie spalle (che essendo agli inizi si suppone possa chiaramente dare adito all’ilarità altrui) e a quelle di Shrek (che soffre di vertigini), ma le va male … una volta arrivati in cima il Pantegana non c’è e tutti decidono di raggiungerlo rifacendo l’intero percorso all’inverso. La Nico pare silenziosa, ma inventa la “bestemmia a ultrasuoni” e sfonda il collinozzo di fronte (pare che adesso ci faranno una galleria autostradale) … io rinuncio ad arrampicare (ci saranno altre occasioni per far ridere la platea e non ci faccio una malattia) e insieme andiamo a scolarci una birra Pietra a Finale Borgo. Subito dopo facciamo due acquisti per poi ripartire alla volta di Milano nel tentativo di non fare coda (che invece seppur in misura minima) faremo lo stesso!
Prossimo appuntamento a casa della Nico con Susanna e Paolo per restituire la roba a Susanna che è rimasta con gli altri a poca distanza …
… Trasferimento …
Ah dimenticavo: “Susanna, Paolo, … è stato bellissimo rivedervi in serata per restituirvi la roba … ma la pizza è diventata fredda e la birra calda! ”
Alla prossima avventura
P.S.: andate a vedere cosa vi siete persi al sito http://www.cucinaconme.it/bouillabaisse_zuppa_pesce.htm
E POI, PER I PIU’ GOLOSI, ECCOCI ALL’ANGOLO DELLA PUBBLICITA’:
http://www.restaurant-bruno.com/index2.htm e/o
http://www.restaurant-bruno.com/bruno_specialites.htm
“Bouillabaisse de Poissons de Roche, pour 2 personnes 42,00€ par persone” … se aggiungiamo vino e altro e proprio la vogliamo dire tutta “non sarà economico, ma sicuramente risulterà un esperienza gastronomica indimenticabile … io ci sono già stato due volte e, in onore ai proverbi, mi manca la terza! Un ultimo avvertimento: se proprio vi volete strafogare andate pure di antipasto, ma vi avviso che la Bouillabaisse è già abbastanza e che il resto è sicuramente “un di più”.