Venerdì sera torno a casa dalla palestra e mia moglie mi diche che “purtroppo ha telefonato lo Speck”. I programmi sono quelli concordati nel pomeriggio via forum: sabato toce alto. Ritrovo a Pavia alle ore 11:30, si parte: io, Speck, Greg.
Durante il viaggio iniziano i contattio via sms sui livelli e fattibilità del tratto, ma ogni programma pattuito svanisce quando ci fermiamo all’area di servizio di Besnate.
Greg e Speck entrano a bere un caffè, mentre io resto fuori a mangiarmi un panino. Improvvisamente mi piomba alle spalle con un urlo la Su: miiitttica, come stai, cosa fai, dove vai? Intanto ci raggiungono gli altri due pavesi, la Betta e cominciano ad arrivare brutte notizie sul Toce alto, poca acqua, difficoltà di V VI ed altre minchiate; sembra invece percorribile il Sermenza. Ma la Su viene fuori con la sua proposta oscena: Cannobino. Le reazioni sono state unanimi, a gesti, occhiate, smorfie, mugugni, che esprimevano lo stesso concetto: ma che cazzo stai dicendo? La Su con il suo fare inconfondibile e la sua sicurezza disarmante ci convince ……….. a salire in macchina ed andare in val cannobina, poi si vedrà. Durante il viaggio io perdo l’uso della parola, lo Speck accusa formicolii vari, il Greg è serafico come al solito, la betta non so, ma credo di intuire, la Su lasciamo perdere.
Siamo a destinazione ed il primo cartello che ci accoglie è HHoorrrrido di S. Anna. Cazzo, ma non si può cominciare così; la Su fa i suoi controlli fattibilità e tutti speriamo che non si faccia, ma il responso è: si fa, andiamo all’imbarco. Preliminari effettuati, ci si imbarca; la tensione è a mille (almeno per me), ma fortunatamente il livello è quello giusto ed il fiume ha una gradualità nell’aumento delle difficoltà, che ci permette di scaldarci e superare l’impatto iniziale. Chiaramente la responsabile di questa avventura è la Su e la Su deve aprire tutti i passaggi. Il fiume è stupendo, ingolato tra pareti di roccia altissime, levigate dall’acqua, ma c’è poco tempo per contemplare l abellezza dell’ambiente, bisogna concentrarsi sui passaggi. E’ un susseguirsi di passaggi stretti e manovrieri tra massi, salti, scivoli, toboga, imbuti: c’era di tutto e la Su apriva alla grande con sicurezza e sorrisi che tranquillizzavano gli altri. Su un saltino in curva dietro un masso la Betta si incastra di punta, deve abbandonare la canoa che sarà recuperata a fatica. Arriviamo al passaggio clou: scivolone che finisce in un bel pentolone, seguito subito dopo da un imbuto. Parte Su e pennella; parte Greg, che con la sua barca di poco volume, viene spiattellato contro la parete (tipo rock splat, si dice così?), ma poi si ferma in morta prima dell’imbuto per controllare gli altri; parto io, scivolone perfetto, becco la morta, rientro in corrente ed imposto per l’imbuto, ma non lo prendo bene e mi cappotto, eskimo uno no ma prendo fiato, aspetto che mi molli e tiro il secondo, evvai sono fuori; seguono bene Speck e Greg.
Sembra finita, ma in relatà ci aspettano altri passaggi che ci stancano per bene ed il trasbordo finale: il colpo di grazia. Terminiamo la discesa veramente stanchi, ma con grande soddisfazione. Quattro ore di discesa, tre trasbordi, un bagno, tanta caga, una bellissima compagnia e ,come dice Stefo62 una bella stecca, sono il bilancio di un’imprevedibile giornata di canoa.
Seguiranno foto.
Buona settimana a tutti/e.
b. il pugile