Friuli … “zingari Serali” in piena “autonomia”!!!

admin giovedì, 8 maggio 2008 0


Ed eccoci al solito report, anche se in ritardo … ;-)

LA SINTESI:
- Pianificazione del viaggio: nessuna
- Logistica: nessuna (ndr. autorecupero, autosoccorso, autolesioni, autoironia, auto-tutto …)
- Destinazione iniziale: EST, NORD-EST
- Variazioni rispetto alle roadmap giornaliere: almeno una dozzina (perché zingari si nasce e non si diventa)
- Fiumi discesi: Settimana, Cellina, Resia, Torre
- Fiumi ispezionati: Silisia, Arzino, Fella, Rio Nero, Chiarzo, Aupa, … e qualche altra chicca
- Km percorsi: 1300
- Sogni nel periodo: uno solo lungo 4 giorni!
- Modifiche alle abitudini consolidate: JC non si imbarca più alle 14.30, ma dalle 18 in poi … quindi uno degli assiomi della canoa italiana è stato violato a più riprese!
- Serali: 3 su 4 delle discese effettuate (in effetti avremmo potuto scendere almeno 12 fiumi, ma …)
- Varie ed eventuali: acque impedibili, montagne grandiose, fuochi, stelle e … pace assoluta.

Il REPORT:
A conclusione di una settimana lavorativa caotica mi trovo al pomeriggio del 30 Aprile ad affrontare “il ponte del primo Maggio” senza nessuna meta definita e senza soci di viaggio sicuri: Molti, anzi quasi tutti, in Corsica e gli altri in giro: Daniela che non si convince che i recuperi si possono fare anche senza due auto, Susanna che si deve ancora riprendere dal traffico del weekend precedente, La Nico bloccata con i cani all’Aprica (che giustamente preferiscono stare là piuttosto che tornare nel grigiore milanese), CCM in Provenza, parte del CCN in friuli (meta da me ambita) … insomma so tutto di tutti, ma non mi va di decidere che via prendere e/o chi eventualmente raggiungere … mi salta in mente anche l’ipotesi di un bel giro in solitaria il che, a pomeriggio inoltrato, mi fa prendere la decisione finale: sicuramente sarà una zingarata con i fiocchi … domani si entra in macchina e … si va … in piena autonomia
Alle 17 un sms dalla Nico, che avevo appena “minacciato” dicendole che stavo per raggiungerla di persona all’Aprica allo scopo di “prelevarle” i cani di forza in modo da partire insieme il giorno dopo, mi comunica che i cani sono saliti appena saliti in auto e che sta tornando a Milano (le mie onde mentali arrivano anche troppo lontane) … e vaaaai che almeno un socio (diciamo socia altrimenti poi mi prende a pagaiate) c’è! Si decide al volo di andare ad est per i fatti nostri e di dissociarci (anche per cause di forza maggiore) da eventuali gruppi già organizzati e con programmi definiti a cui preferiremmo non sottostare … non questa volta … EUREKA!

Ah, dimenticavo: alle 16 circa, nell’ottimistica previsione di andare in Francia per il mio primo 4000 con gli sci e per alcune discese in kayak, avevo già pronti due zaini (uno per lo scialpinismo ed uno per la canoa) e tutta l’attrezzatura per affrontare qualsiasi meta (esattamente come quando vai in pizzeria e ordini una “Mare e monti”)… ovviamente buona parte del necessario rimarrà a casa insieme alla roba da sci che all’ultimo si deciderà di non portare per improvviso cambio meta!!! ;-)

Giovedì mattina (1/5): mi alzo alle 6.15 con l’intenzione di partire al max alle 8 in direzione est con i seguenti obiettivi: Peschiera del Garda per recupero di una pagaia, poi Brenta, successivamente Friuli e infine Slovenia … un bel programmino intenso che, come da migliore sceneggiatura, non sarà ovviante rispettato … altrimenti gli zingari che li hanno inventati a fare?

Alle 10 passate siamo ancora a Milano in fase di carico, poi si ripassa a casa mia per tirare su parte degli oggetti dimenticati (ad esempio la tanica dell’acqua che in cantina pare serva a poco!) e si finalmente si parte … fino quasi a Verona si va per provinciali (le autostrade durante il ponte del primo Maggio sono oggetti inaccettabili per qualsiasi utilizzo che non sia il test del Napalm) … il recupero della pagaia salta perché all’improvviso risulta già prelevata da altri (tra l’altro mi risulta che la stessa stia ancora vagando di mano in mano da ormai una settimana senza arrivare alla legittima proprietaria :-D … alla faccia dell’organizzazione dei canoisti!)

Comunque bando alle ciance: alle 15.00 scarse siamo nella valle del Cellina (o meglio nelle sue mitiche gole a valle del lago di Barcis) per visitare la vecchia strada che le percorreva, ora chiusa e ad accesso vietato … ma noi si salta il cancello e si entra lo stesso (a proposito durante la visita incrociamo anche una guardia, che ci saluta e ci lascia simpaticamente andare senza doverci arrampicare sugli specchi …. Fiuuuuu!) A proposito: per chi non lo sapesse il Cellina, come mi ricordavo da visite precedenti, ha un colore turchese a dir poco innaturale così come il lago di Barcis da lui creato, ma quelle delle acque turchesi scopriremo essere una costante della zona.

Un ora dopo eccoci nella valle del Settimana, il contrasto fra le aspre e verticali vette ed il poetico fondo valle è evidente … il tutto, come buona parte delle montagne friulane, è praticamente disabitato: incroceremo si e no 10 persone in quasi 24 ore (di cui 4 erano, udite-udite, gentilissimi pescatori).
Ore 18: primo “autorecupero” stagionale e, poco dopo, eccoci in acqua per un divertente tratto di III-IV, manovriero, con acqua incredibile e bei passaggi … beh, a onor del vero uno non troppo bello c’era: decidiamo di saltarlo per evitare una possibile cravatta doppia che, essendo solo in due, sarebbe risultata difficilmente risolvibile (d’altra parte è lo scotto da pagare per evitare gruppi e programmi … segnatevelo!

A fine discesa parte la preparazione della cena. Fra le cose dimenticate c’erano chiaramente le bombole nuove del gas :-) il che ci costringe a … “carbonizzare” la pentola sul fuoco dopo averla addestrata a camminare sulle braci e ad eseguire numeri di equilibrismo su rami e pietre componenti il falò … ma il tutto si dimostra un successo! La cena è ovviamente servita a notte fonda … stellata, vino e crepitio del fuoco la accompagnano, ma soprattutto … nessun programma per il giorno dopo viene nemmeno lontanamente ipotizzato (questo probabilmente avrebbe fatto impazzire i più, ma non noi! Ah-ah-ah-ah-ah!!!)

Venerdì 2/5: sveglia, colazione, asciugatura e visita fino al rifugio Pussa in cima alla valle, dopodiché … e qui tutti penseranno … fiume? Assolutamente no!
Al contrario si decide di visitare valle e diga del Vajont (per rendersi conto della dimensione dell’evento distruttivo avvenuto nel lontano 9 Ottobre 1963) per dirigerci solo nel pomeriggio verso il Cellina che, da lì a poco ci accoglierà nelle sue acqua turchesi e veloci che, seppur facili, ci regalano momenti incantevoli insieme ad un gruppo di simpaticissimi, e da lì a poco anche derubatissimi, trevigiani (Gilberto, Stefano e Dennis) con cui facciamo comunella e che, abbordati quando già in fiume, ci evitano “l’autorecupero” facendosi però “forzare” il furgone ?

Novità della vacanza: avendoci facilitato il recupero e anticipato “in maniera forzosa” l’orario di imbarco, alle 18.30 siamo già liberi e decidiamo, dopo una breve gita/spesa a Maniago (dove incrociamo le auto dei “friulani del CCN”), di muoverci
a) alla volta del Silisia per un’esplorazione serale” (qualcosa di serale ci vuole sempre altrimenti ci scatta l’allergia) orientata ad una sua futura discesa,
b) ad un giro per verifica dei livelli del Chiarzo (incantevole e stretta gola di III – da non confondersi con il Chiarsò molto più a nord) che, partendo dal paese di Campone, termina nel lago di Tramonti. L’auto, ormai padrona delle nostre rotte, ci porta al volo all’osteria le Strie dell’omonimo paese dove ci rifocillano e ce la contano su in merito ai “38” (dico 38) esseri umani che popolano tutta la valle!!! E per la seconda volta in due giorni ho visto il paradiso.

Sabato 3/5: un’altra notte è passata … ancora una volta ci si risveglia senza alcun programma per la giornata e, dopo lungo cazzeggio e colazione, ci si ritrova sulle rive dell’Arzino … fiume e sponde caraibiche, ma poste in fondo a una serie di piccoli canyon che si restringono fino a diventare larghi non più di due metri. SPET-TA-CO-LO! Dopo avere valutato se discendere l’ultimo canyon della gola alta ed il tratto successivo, decidiamo di rimandare la discesa dell’intera gola (non ho ancora capito se i canyon siano 3 o 4!) al mese successivo nell’ipotesi di riuscire a “roto-traslare” in zona qualcun altro per una doppietta d’eccezione: Silisia + Arzino.

L’auto riparte praticamente da sola per una nuova destinazione: pane, salame e formaggio ci portano ancora più a Nord-est, nella valle del Resia, passando per il Tagliamento alto e per il Fella; entrambi presentano livelli più che sufficiente per scendere, ma vi rinunciamo perché non possiamo andare in un posto senza poi cambiare idea lungo la strada. Per la terza volta ci troviamo in una valle chiusa ed isolata con acque di una trasparenza assoluta e gole profondissime che decidiamo di scendere al volo … ne approfitto e, per sentirmi più snello e in forma, mi butto nel solito autorecupero (sti cazzi … stavolta però pende di brutto e la serie di tornanti a monte del ponte dello sbarco sembrano quelli dello Stelvio!). Sono le 18 ;-) ed anche per oggi la serale è “organizzata” … L’ingresso alla gola è un bella rapida di IV (un po’ sporca) che si chiude con un sifone a sx (su cui è possibile il trasbordo) ed un salto di un paio di metri a dx.: dopo avere percorso il primo tratto della rapida si decide di ispezionare l’ultimo salto e di effettuare un trasbordo acrobatico (metà in acqua e metà in canoa) per evitare problemi e soprattutto “il fondo probabilmente un po’ bassino”. Col senno di poi direi che si poteva anche percorrerlo, ma dato il numero esiguo di partecipanti (i soliti 2) si è deciso per un’ipotesi conservativa (vivi e felici non ci lamentiamo della scelta fatta)!

Alla sera … solito fuoco, solite stelle, solito silenzio da favola … insomma tutte cose che ci provocano tristezza infinita facendoci subito rimpiangere Milano e le sue pizzerie … O NO? ;-)

Domenica 4/5: ultimo giorno … sob-sob.
Decidiamo di sfuttarlo appieno e di essere assolutamente frenetici … infatti partiamo con colazione dolce, poi con quella salata (vino incluso), poi asciughiamo la roba, ci mettiamo a leggere e … all’alba delle 14 lasciamo il campo base!!! … Questa si che è vita!
Scendendo incontriamo Davide e Sandro del CCN (gli altri non sappiamo che fine abbiano fatto) che ci rivelano di avere appena disceso il Resia basso (e noi siamo appena partiti!) … peccato: spaventati dalle descrizione delle guide gli stessi si sono persi una gran bella gola in favore di un tratto piatto e onestamente un po’ secchino, ma l’importante è esserci ? per cui complimenti anche a loro.
Ci salutiamo e, dopo una rapida chiacchierata, proseguiamo nei nostri giri senza meta che, nel tentativo di andare verso il Soca per poi passare nella valle dell’Uceja, ci porta ad arenarci letteralmente nel bel mezzo dei resti di una slavina che occupa gran parte della strada (il segnale di strada chiusa ed il relativo divieto ci era completamente sfuggito). Ne usciremo a fatica solo dopo aver a lungo scavato e disseminato il terreno di sassi e legna per aumentare il “grip” e avere sfruttato l’aiuto di 2 local di passaggio.
Si “decide” per la prossima destinazione: Torre o di nuovo Arzino per l’ultimo canyon? Non si sa, ma comunque a sud … Peccato che solo dopo un quarto d’ora dall’aver imboccato la valle del Fella facciamo una bella inversione a U e decidiamo di risalire la valle dell’Aupa (anche questa con cime da “Into the Wild”) per una breve visita … Ma chi ci ammazza?! Hi-hi-hi!
Visto che è ancora “presto” (le 16? Le 17? Boh!) continuiamo a vagare per il Friuli per puntare nuovamente verso l’Uceja (ma stavolta da sud invece che da nord) … e ancora una volta (ormai dovremmo esserne consapevoli) non arriveremo a destinazione.
Infatti alle 19.00 ci troviamo nella valle del Torre, “a due passi” dal confine sloveno, e decidiamo di scendere a monte della gola inferiore (per evitare, data l’ora, la lunga rapida con sifone di IV-V presente al suo ingresso) e di Pradielis.
Indovinate un po’ che succede? Autorecuperooooooooooooo ?.
Il Torre scorre veloce e senza morte … terminiamo l’ennesima serale alle 20.10 e mi rendo conto che … sono ufficialmente a 101 fiumi (mi si accusa che due di questi – Treccione e Faggiola – sono canali, ma tanto qualche nome di torrente me lo sono sicuramente perso per strada e quindi … tutta roba buona!) … Scatta il festeggiamento: mitica cena (dall’antipasto al dolce con aggiunta di vino della zona, biscottini e Verduzzo d’autore finale) per poi rientrare a casa, ovviamente dopo la visita alla sedia più alta del mondo (circa 20 x 10 x 10 m. – e se non ci credete guardatevi le foto) alle 3.30 del mattino …

Oooooohhhhhhhhhhhhhh!
Finalmente a Milano che non se ne poteva più di avere tutta sta gente fra i piedi! ;-)

Lunedì 5/5 … la doccia mi toglie di dosso l’odore del bosco, ma le immagini e gli odori di questi giorni sono ancora lì … ancora vive come in un sogno fatto realtà.

Hei, hei … un ultima cosa: l’acqua del Settimana sembra “minerale” … l’abbiamo imbottigliata direttamente dal fiume e bevuta per quattro giorni … e chissà, forse sarebbe stata buona anche per altri tre. che il nome del torrente derivi dalla durata delle sue acque? ;-)

Alla prox.

Giorgio (JC)

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