SINTESI per il Merini e (per quelli come lui :
25/5/2008: Partiti per l’ovest e arrivati ad est (come Colombo) ci siamo sparati un Caffaro da urlo (VI tratto fra quelli percorribili). Grandi sfighe pre e post-discesa (una gomma ed una pagaia che “prendono il volo”), ma gran divertimento con passaggi spettacolari. Giuseppe ci mostra la via e poi si incravatta, Antonello si butta a pesce più volte per recuperare situazioni e cravatte insostenibili, Luciano con un Bishop da 4 m. ed una schlegell limata ci fa rivivere discese che appartengono ad un passato ormai remoto … BEL-LIS-SI-MO!
A breve report e foto su questo sito …
PER GLI ALTRI:
E’ l’ormai lontano 25 Maggio … dopo una settimana di forti ed intermittenti piogge e l’impossibilità di decidere a priori se sarebbe stato Caffaro, Limentra, centro Italia, Sesia, Sessera o altro ecco il solito duo (io e la Nico) procedere “spediti” in tangenziale, in direzione Valsesia, con l’aspettativa di scendere finalmente il Sessera
Il ritardo accumulato, rispetto all’ipotetico e ormai quasi scontato puntello con Ale, Ila, Daniela e forse il Peo è solo di un oretta … quindi siamo in perfetto orario (che ci volete fare … quando uno ce l’ha nel sangue!)
Ormai a pochi km dal casello della MI-TO, col cervello che ancora non ha preso una posizione netta in merito alla destinazione e gli occhi puntati al cielo, ho una visione quasi mistica e vedo la luce: “Davanti a noi tutto grigio (diciamo quasi nero) dietro di noi … squarci di sereno e sole!” La scelta dovrebbe essere inequivocabile, ma noi preferiamo giocare col fato!
In preda allo squilibrio più estremo sentiamo Carlo (il rugbista) che ci dice che per loro l’appuntamento è alle 11 sulla MI-VE, all’autogrill prima di Bergamo. Sono solo le 10.30 e ce la potremmo fare … in macchina ho una vecchia moneta da 500 £ che serve giusto a scopo decisionale nei casi estremi: si esegue il classico lancio della monetina e la stessa sentenzia … inversione di marcia ed è subito Caffaro!
Dopo neanche 10 km., ad un rumore sinistro di lattine schiacciate segue un odore di bruciato che in pochi secondi ci pervade le vie olfattive … “E’ fuori? E’ dentro? … ma no che è fuori …” Fermiamoci e guardiamo: scendiamo dalla macchina e l’odore sembra effettivamente fuori dall’auto, ma comunque proveniente dalla stessa … all’apparenza però nulla di grave; ce ne sbattiamo e ripartiamo! Ancora qualche km e saremo all’autogrill … ed IN ORARIO! Da non credersi! Ma qualcuno lassù non è così d’accordo e infatti, durante il sorpasso di un pullman l’auto comincia a vibrare come un minipiner e … merda, anzi merdissima … una gomma fusa ci costringe all’arresto all’altezza di Cassano d’Adda … e quando dico fusa intendo proprio sciolta!!!
“PIT-STOP” obbligato per montaggio “ruotino” (anche se non lo definirei così anche perché quello della Passat 4 motion è più grosso della maggior parte delle gomme in commercio, ma “te la vendono come tale” e quindi …). Ci rincuora il fatto che sopra di noi c’è il sole e alle nostre spalle un tempo allucinante! Ma vieeeeniii!!!
STEP 2: recuperare il tempo perduto
… raggiungiamo gli altri all’uscita di Brescia e dopo un milione di curve arriviamo in zona Caffaro: ovviamente … “DILUVIA”!
I cremonesi e l’architetto (Luciano) decidono per noi che non si farà uno dei tratti classici (causa troppa acqua, bensì un pezzo insolito (VI ed ultimo tratto da Santella de Nadre fino a metà delle gole a valle di Bagolino) che si riesce a scendere solo una/due volte all’anno … ovviamente ci fidiamo ed adeguiamo. Il gruppo è eterogeneo: Antonello e Giuseppe (i cremonesi), Luciano ed Enrico (i locali), Carlone, Claudio, lo “zio Giuliano”, io e La Nico.
Enrico parte con un idea fissa “Ragazzi, io vado 6 volte all’anno … mi raccomando ripescatemi”, la Nico alla prima rapida ha i soliti occhi di fuori, ma da lì in poi “doma il fiume”, i cremonesi ci precedono con il solito sguardo folle, Luciano e rassicurante, il resto della banda resta in attesa dell’ignoto … e ogni tanto saluta l’onnipotente … #$%*
Ci imbarchiamo sotto una pioggia battente, ma il torrente è spettacolare e ci fa dimenticare quello che ci sta cadendo sulla testa … i primi 800 m. sono un continuo susseguirsi di rapide di IV con salti toboga e passaggi molto tecnici, veloci e manovrieri in una splendida gola boschiva.
Enrico che, se l’è tirata addosso esegue un cravattine da manuale appena a monte di un sifoncino ma viene estratto ed i materiale recuperato.
Il resto del torrente, nonostante qualche trasbordo, prosegue imperterrito ignorando che 9 allegri canoisti vorrebbero evitare bagni e mazzate, ma purtroppo non è così: il Caffaro (per chi lo conosce e per chi non lo conosce) è un po’ irriverente … e 5/6 bagni da parte dei partecipanti si susseguono con una frequenza cronometrica (Carlone con la canoa tagliata esegue grandi prodezze).
Si trasbordano un artificiale all’altezza del ponte stradale che sale al passo del Maniva, la rapida delle trote (una magnifica scalinata di V+ costellata di una serie di buchi in cui finire a fare le trote non è poi così difficile e dove i più fortunati poi vengono pescati e posizionati come icone nell’allevamento appena a monte!) ed il secondo di due sbarramenti artificiali rotti (passaggio del mulino) che, seppur percorribile, presenta una bella nicchia sulla dx con tanti bei tondini … peccato che nel tentativo di reimbarcarsi dentro la chiusa dello sbarramento si fanno numeri bulgari (e questo mi fa pensare che la prossima volta mi sa che seguirò Antonello facendomi il passaggio.
Ad un certo punto spettacolo: … davanti a noi un baratro artificiale ed i Cremonesi che ci dicono “non andate a guardarlo che vi perdete la sorpresa!” Assumiamo tutti le sembianze da “punto interrogativo” e … ci buttiamo … si, ma a vedere cosa ci aspetta! (L’uomo saggio ha l’occhio lungo!)
Una roba così non s’era mai vista: un artificiale di circa 8 m. composto da tre salti uno dopo l’altro con la superficie composta di tronchi messi in senso longitudinale (scivolosissimi) che ci regaleranno forti emozioni!
Arrivati al guado di Bagolino, appena prima delle gole, eseguo il mio solito numero: tutti fermi sulla sx per vedere se si passa tranne Enrico che si ferma di traverso 10 m. prima non lasciandomi spazio sufficiente per passare indenne. Ho solo due possibilità: lo centro e lo butto a valle dell’guado o lo evito e ci finisco io? Opto per la seconda … ed è subito “incastro di punta” (ed era ora … questo nel mio carnet mancava! ).
Dopo aver tranquillizzato la platea sulla stabilità della mia posizione mi rendo conto che la prima impressione è sempre quella sbagliata: dopo neanche 30 secondi comincio a girarmi “pericolosamente con pancia a valle e coperta a monte” apprestandomi ad un cravattone rovesciato di quelli da urlo! Pianto la pagaia a monte per fare leva e parto con una serie di movimenti, tipo atto sessuale del rinoceronte, e miracolosamente esco!!! Viva i grandi mammiferi!
Peccato che nel far ciò mi trovo mezzo fuori dalla canoa con la pagaia incastrata fra le rocce ed una scarpa dentro la canoa … decido per un’uscita rapida e guadagno la riva. Nel frattempo Antonello (che si è gettato nei flutti per darmi una mano) è lì che sguazza “allegramente” dietro di me con la mia pagaia in mano … tutto risolto. Sorrido, mi giro, mi rigiro e … la mia pagaia non c’è più … il Caffaro (sempre più dispettoso) ha deciso di riprendersela … tanto era nuova!!! GRRRRRR!
Mezz’ora di imbraghi alla ricerca della pagaia sommersa non danno alcun frutto. Proseguo nella gole con la pagaia di Giuseppe che nel frattempo ha deciso di uscire lì insieme ad Enrico (il Carlone, comunque grandissimo, invece ci aveva già lasciato al mulino con canoa aperta e palle frantumate! …).
Ed eccoci al vero VI della discesa, non dichiarato in precedenza e purtroppo intrasbordabile … la risalita verso la strada!!! Qui le bestemmie si sprecano: ci si arrampica nel bosco sprofondando nel fango fino a metà polpaccio con una pendenza superiore, in alcuni punti, al 45% in un magnifico sottobosco di ortiche e more! Una gioia per il tatto!
Comunque tutto e bene quel che finisce bene … dopo 5 ore di discesa, 2 trasbordi e mezzo, 6 bagni, una pagaia persa e tante risate, e l’estrazione dal baule della triade divina “pane-formaggio e vino” (quest’ultimo rigorosamente barricato) la giornata si conclude … ci aspetta il rientro che avverrà da lì a poco. Complimenti a tutti e un solo urlo dal silenzio: “Enricoooooo … “tira fuori la mia pagaia da quel BIP-BIP di guado!!!” .