In vista del Colorado

Frederik Beccaro martedì, 8 luglio 2008 0


Come ben sapete un gruppo di canoisti italiani in Agosto discendera il Colorado, tra loro molti Brianza Tourers. Ecco un articolo appena pubblicato sul Secolo XIX sulla prossima spedizione

Sfida nel GrandCanyon

PER LA PRIMA volta un gruppo di canoisti italiani scenderà il Colorado, da Lees Ferry a Diamond Creek, là dove il fiume americano scava da milioni di anni e per trecentocinquanta chilometri, l’immensa gola del Grand
Canyon.In sedici giorni, dal 3 al 19 agosto, affronteranno la turbolenza di quattrocentosettantasei rapide, sessantuno
particolarmente pericolose.
Sport estremo. Ma c’è qualcosa di più in un’avventura che ricalcherà l’impresa di John Wesley Powell, primo esploratore scientifico del GrandCanyon, ed è «la voglia di vivere la natura in maniera ancestrale» come spiega Marco Nocentini, genovese, che farà parte della spedizione. La stessa voglia di Cristhopher McCandless, protagonista del libro e del film Into the wild che scende il Colorado da abusivo per non aspettare i sette anni necessari a smaltire la chilometrica lista d’attesa degli aspiranti navigatori del fiume.
Mentre Cristopher vìola la legge e dribbla qualche rapida troppo rischiosa, i canoisti italiani avranno la sponsorizzazione del governo degli Stati Uniti e affronteranno l’intero percorso di Powell. «Normalmente avremmo dovuto aspettare anni e anni racconta Nocentini invece dal 2008 i ranger del parco nazionale del Grand Canyon hanno cambiato le regole: fra i team che fanno richiesta – e quando l’abbiamo presentata noi erano 2.631 – ne sorteggiano alcuni. Poi operano un’ulteriore selezione sulla base dei requisiti e della competenza dei canoisti».
Gli italiani ce l’hanno fatta, aiutati dalla fortuna e dalle capacità dimostrate.
Potranno affrontare il Grand Canyon. Non pagheranno il biglietto d’accesso al fiume ( circa 3.000 dollari a
testa), avranno l’appoggio di un elicottero in caso di emergenza ma esclusivamente per una chiamata , disporranno di un satellitare.
Per il resto affronteranno il Colorado in totale autonomia.
Contando sulle forze del gruppo, sempre faccia a faccia con una natura che può giocare pessimi scherzi. Ogni sera, dopo aver disceso circa quaranta chilometri e sopportato
temperature di 40°, i canoisti monteranno il bivacco, accenderanno i fornelletti da campeggio, filtreranno l’acqua del fiume per poterla bere, pescheranno il più possibile perchè avranno limitate scorte alimentari, mangeranno su teli di plastica «per non lasciare neppure le briciole, i regolamenti del parco sono severissimi», dormiranno in tenda e l’indomani ripartiranno portandosi appresso nella discesa lungo il fiume anche i rifiuti organici perchè non resti la minima traccia inquinante del loro passaggio.
Ad “Italian kayak adventure” parteciperanno quattordici canoisti con altrettanti kayak di due metri, e due rafter
su gommoni d’appoggio adibiti al trasporto del cibo e dell’attrezzatura per la navigazione e la sopravvivenza.
In tutto sedici persone. Il capo spedizione sarà Marco Panebianco, milanese, gli altri sono lombardi, un veneto,
un toscano, un piemontese, e quattro liguri. Oltre a Nocentini, Stefano Spigno di Genova, Fabrizio Franchi di Sestri Levante, Frederik Beccaro di Arenzano. Nessun ragazzo spericolato alla Cristopher McCandless. Sono canoisti di esperienza, tra i migliori in Italia. «Abbiamo tutti almeno trent’anni compiuti, questo tipo di impresa
richiede maturità e preparazione» sottolinea Nocentini che di anni ne ha 48 ed è stato campione europeo d iboxe francese, uno che su centoventisette combattimenti ha perso
soltanto una volta e ha lasciato il ring per la canoa «perché avevo bisogno di nuova adrenalina».
«Il rischio va calcolato, scelto sulla base delle proprie capacità, l’importante è sapere che non sei un super uomo e che nella canoa c’è un punto di non ritorno. Quando sei sul ciglio di una cascata non puoi gettare la spugna come nella boxe…». I componenti del gruppo hanno già percorso in kayak i fiumi di mezzo mondo. «Siamo un bel gruppo, partiamo coi camper e giriamo per fiumi. Mogli e compagne ci sopportano, quando possono ci accompagnano ». L’elenco delle imprese è lungo: Futalefu in Cile, Rio Manso in
Argentina, Zambesi in Africa, Karnali in Nepal, Reventanzon in CostaRica. I fiumi del Canada dove Nocentini ha visto da molto vicino gli orsi e i salmoni, «che saltavano sulla canoa risalendo la corrente» e corsi d’acqua più vicini, i torrenti «bellissimi della Liguria», il Malvaro, il Cicana «potabile nel tratto più a monte», il Penna Vaira, il
Gòttero. Ricordi emozionanti e uno tragico.«Quattro anni fa, purtroppo, in Norvegia è morto uno di noi, Massimo
Bernardini, tradito da una rapida non segnalata. Era della Spezia, era esperto, se non fosse successo, oggi sarebbe
dei nostri sul Colorado».
In America gli imprevisti avranno la forza brutale dei “flash flood”, temporali improvvisi che generano delle rapide altrettanto repentine e pericolose, oppure arriveranno da terra, strisciando sotto forma di cròtali, serpenti velenosi, o di ragni e scorpioni. Quanto
al Colorado, largo in certi punti anche ventisette chilometri, il fiume che si incunea tra pareti di roccia alte fino a millecinquecento metri, è costellato di rapide tumultuose ma non di cascate, almeno non nel tratto che interessa il team italiano.Ad agosto però avrà una portata di millecinquecento metricubi d’acqua al secondo. Una potenza impressionante.
«È il periodo in cui – chiarisce Nocentini – vengono
aperte le dighe per dare energia elettrica a Las
Vegas».

••• NEL GRUPPO ciascuno avrà un compito preciso.Marco Nocentini ad esempio si occuperà della salute e della fisioterapia dei componenti di “Italian Kayak Adventure”, Sandro Zocchi il più vecchio, ha 49 anni, sarà il cuoco. Altri si occuperanno di girare le riprese di un video destinato alla tv e di scattare le foto per un reportage sull’impresa.
Ecco tutti i componenti del team:
Marco Panebianco, capospedizione, di Galliate (Milano),
Lorenzo Tosi “Lore” di Carrara,
Frederik Beccaro “Fred” di Arenzano,
Massimo Delledonne di Verona,
Stefano Spigno “Ste” di Genova,
Giuseppe Caramella “Beppe” diMilano,
Roberto Favorido “Roby” di Gamalero (Alessandia),
Fabrizio Franchi “Fabri” di Sestri Levante,
Alessandro Zocchi “Mandala” di Samarate (Varese),
MarcoMerini di Albairate (Milano),
Marco Nocentini “Nox” di Genova,
Luca Gamberale “Gambero” di Milano,
Guido Galvan di Como,
Luigi Codinotti “Gigi” di Brescia,
Stefano Stanga “Stanga” di Ozinuovi (Brescia) ,
Gianni Zanardello “Slalo” di Brescia

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