Orobiche, retiche, acqua, neve, … mah!!!

admin lunedì, 6 aprile 2009 0


SINTESI PER IL MERINI:

- Il lavoro cerca di uccidermi e tu ne godi perché non ti arrivano report chilometrici ;-) ma io ho le foto pronte (Baganza, Pisgano, Bormida, Breithorn, …) quindi beccati questo report “in pillole” … e per gli altri si vedrà!!!

- L’IPOTESI INIZIALE: Gran Zebrù in scialpinistica

- L’IPOTESI ALTERNATIVA: Cervo in canoa

- L’IPOTESI FINALE: Gran Druet o Cevedale

- LA REALTA’ DEI FATTI: Pizzo scalino!!!

I partecipanti possibili: 5 … quelli reali: 2 … Mah!!!

SINTESI PER IL PANTEGANA: ti avrei chiamato, ma ti prego … non avrei saputo che dirti!!! Sarà per la prossima? ;-)

Foto a breve su brianzatour.org … Nonno, aspetto il tuo Augh di conferma!!! ;-)

PER IL RESTO DEL MONDO:

È Giovedì e stranamente sono in anticipo sulle classiche “consegne” di fine settimana …la conclusione è unica e ovvia: “Domani inizio presto, finisco presto e non pulisco il water … dopodiché mi precipito sul Gran Zebrù con gli sci.

Il giro era già previsto per la settimana scorsa, ma il meteo ci aveva fatto rinunciare e rimandare a questo WE. Purtroppo, nonostante il Rifugio Pizzini sia prenotato per due notti, fino all’ultimo tutti sono incerti e dei 5 partecipanti ne restano solo due: i soliti!!! Essendo ormai indubbia l’assoluta impossibilità di controllare e di pianificare le attività dei canoisti quando il gruppo ha numerosità maggiore di 3 ed essendo assodato che ciò si ripercuota anche nella “trasmigrazione delle anime canoistiche” verso attività scialpinistiche, per non contravvenire alle regole Piero A., Paolo L. e Marco M. s(ogni riferimento a persone e cose non è assolutamente casuale) spariscono fagocitati dal nulla, presi da altri mille impegni, e restiamo io e La Nico.

E’ venerdì, La Nico, nel corso del Venerdì pomeriggio, elucubra, ipotizza e cerca di convincermi ad andare domenica sul Cervo poiché lo inseguo da anni ed il livello c’è (tra l’altro nel WE, cosa che succede di rado); di conseguenza prende mezzi accordi con i Biellesi con l’intenzione di andare in Sesia il sabato pomeriggio e di proseguire poi verso Biella … peccato che le mie condizioni mentali non siano assolutamente in sintonia con il “pazzo e cornuto” torrentello piemontese, quindi rinuncio in partenza … nel frattempo la Nico prenota, annulla e poi riprenota, e poi modifica la prenotazione per il rifugio per il Gran Zebrù … ormai la linea è incandescente!!! ;-D

Fra un cambiamento e l’altro, l’orario di partenza si dilata a dismisura e l’ultimo misunderstanding (la Nico depone armi e bagagli sulla soglia di casa sua in attesa che io passi a prendere lei ed il resto mentre io resto invece in ufficio fino alle 21 passate :-o ) ci fa forzatamente optare per una partenza al sabato con meta ancora non ben definita e almeno tre opzioni tutte in zona Valtellina: l’idea è una doppietta “Boffetto” in canoa al mattino e Canalone del Druet, Gran Zebrù o Pizzo Scalino fra sabato pomeriggio e domenica.

Contatto immediatamente Stefano in Valtellina per sapere dei livelli dell’Adda e al mattino alle 9.30 circa, proprio mentre sto caricando le canoe sull’auto, con precisione svizzera mi arriva un sms, peraltro preannuciato: “Oggi niente acqua!”.

Ecche..zzo … l’organizzazione del we comincia a farsi complessa; si parte lo stesso, senza meta, anche senza canoe (già sappiamo che di ciò ci saremmo pentiti, ma pazienza).

Arrivati a Morbegno una decisione va presa:

- destinazione rif. Pizzini nel primo pomeriggio, per manovre con ramponi e piccozza al pomeriggio e Gran Zebrù o Cevedale alla domenica o …

- Pizzo Scalino alla domenica (dove avremmo trovato la compagnia di alcuni amici Guide alpine) e … gran grigliata al sabato sera? ;-)

Nell’arco di 6 secondi netti oltrepassiamo il ponte sul Torrente “Bitto” (un nome un programma) e precipitiamo all’interno della mitica Macelleria Valtellinese … secondo voi com’è finita? ;-D

Una volta fatte le dovute scorte alimentari ripartiamo con destinazione Aprica, passiamo sull’Adda e con sorpresa notiamo che l’acqua, anche se poca, ovviamente c’è … @#!£&%! … Ma che ci frega, tanto ormai siamo nell’ordine di idee che si farà qualcosa di alternativo e così sarà.

Terminata la cena, ovviamente apocalittica per quantità e varietà, a cui partecipano diversi ospiti dell’ultimo minuto, la notte passa ed è subito domenica mattina: sveglia ore 6.20 (e meno male che siamo in zona) con l’idea è di essere alla partenza del Pizzo Scalino (Campo Moro – rif. Zoia) alle 7.45 al massimo … ovviamente ci siamo con almeno mezz’ora di ritardo e non capiamo come mai!!! ;-)

Ma questa volta non siamo gli ultimi e questo evita in parte il borbottio autistico della Nico che giustamente recita “In Aprile si deve partire prima, poi la neve si trasforma, mezzogiorno è il momento più caldo della giornata, a quell’ora bisogna essere già in discesa e quasi a valle, … “ Insomma, è proprio vero: anni di sci alpinismo e di montagna in tutte le sue forme ti “forgiano e scolpiscono il cervello” come poche altre cose!!! Però è anche vero che mi tocca sempre più darle ragione: quest’anno già due volte (causa orario di partenza tardivo) ci siamo trovati con gli sci in “ampie zone paludose” più simili alle sabbie mobili che a un fuoripista e, dato che in montagna difficilmente trovi Tarzan che ti passa un bastoncino o una liana dall’alto per tirarti fuori dalla M., il livello di rischio accertato risultava un tantino più elevato di quello delle suddette sabbie mobili!!! ;-)

Nel corso della salita al Pizzo il paesaggio è grandioso ed il tempo muta di continuo, ma non fa lo stesso il caldo!!! La rarissima afa di montagna ci avvolge ed il continuo “togli e metti” ci candida con ottime possibilità di vittoria al premio “Over 3000 Meters Best Transformist”.

Dalle nuvole, dopo aver più volte visto oasi e cammelli ripararsi con l’ombrello dalla gocce di sudore, “compaiono” anche delle voci conosciute … allucinazioni? Si, ma di gruppo … ed ecco apparire le forme a supporto delle voci: sono Luca e Valentina Biagini (entrambi guide alpine) con il loro groppone di gitanti; proseguiamo praticamente insieme fino al colletto che precede la cima, ma a causa del caldo, delle nuvole che si fanno sempre più pressanti e della neve che, Santa Nico delle rivelazioni montane, si sta effettivamente trasformando … decidiamo di evitare i 150 m. di piccozza e di scendere a valle dove ci aspettano delle bionde da urlo … gelate e … con un mucchio di schiuma (e che vi credevate!!!!) ;-D

Ciao e alla prox

PS.: e chissà mai che nei prossimi giorni non metta in onda dei report postumi fra quelli sopra citati … state in campana ;-)

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