SINTESI PER IL MERINI:
- Il lavoro cerca di uccidermi e tu ne godi perché non ti arrivano report chilometrici ma io ho le foto pronte (Baganza, Pisgano, Bormida, Breithorn, …) quindi beccati questo report “in pillole” … e per gli altri si vedrà!!!
- L’IPOTESI INIZIALE: Gran Zebrù in scialpinistica
- L’IPOTESI ALTERNATIVA: Cervo in canoa
- L’IPOTESI FINALE: Gran Druet o Cevedale
- LA REALTA’ DEI FATTI: Pizzo scalino!!!
I partecipanti possibili: 5 … quelli reali: 2 … Mah!!!
SINTESI PER IL PANTEGANA: ti avrei chiamato, ma ti prego … non avrei saputo che dirti!!! Sarà per la prossima?
Foto a breve su brianzatour.org … Nonno, aspetto il tuo Augh di conferma!!!
PER IL RESTO DEL MONDO:
È Giovedì e stranamente sono in anticipo sulle classiche “consegne” di fine settimana …la conclusione è unica e ovvia: “Domani inizio presto, finisco presto e non pulisco il water … dopodiché mi precipito sul Gran Zebrù con gli sci.
Il giro era già previsto per la settimana scorsa, ma il meteo ci aveva fatto rinunciare e rimandare a questo WE. Purtroppo, nonostante il Rifugio Pizzini sia prenotato per due notti, fino all’ultimo tutti sono incerti e dei 5 partecipanti ne restano solo due: i soliti!!! Essendo ormai indubbia l’assoluta impossibilità di controllare e di pianificare le attività dei canoisti quando il gruppo ha numerosità maggiore di 3 ed essendo assodato che ciò si ripercuota anche nella “trasmigrazione delle anime canoistiche” verso attività scialpinistiche, per non contravvenire alle regole Piero A., Paolo L. e Marco M. s(ogni riferimento a persone e cose non è assolutamente casuale) spariscono fagocitati dal nulla, presi da altri mille impegni, e restiamo io e La Nico.
E’ venerdì, La Nico, nel corso del Venerdì pomeriggio, elucubra, ipotizza e cerca di convincermi ad andare domenica sul Cervo poiché lo inseguo da anni ed il livello c’è (tra l’altro nel WE, cosa che succede di rado); di conseguenza prende mezzi accordi con i Biellesi con l’intenzione di andare in Sesia il sabato pomeriggio e di proseguire poi verso Biella … peccato che le mie condizioni mentali non siano assolutamente in sintonia con il “pazzo e cornuto” torrentello piemontese, quindi rinuncio in partenza … nel frattempo la Nico prenota, annulla e poi riprenota, e poi modifica la prenotazione per il rifugio per il Gran Zebrù … ormai la linea è incandescente!!! ;-D
Fra un cambiamento e l’altro, l’orario di partenza si dilata a dismisura e l’ultimo misunderstanding (la Nico depone armi e bagagli sulla soglia di casa sua in attesa che io passi a prendere lei ed il resto mentre io resto invece in ufficio fino alle 21 passate ) ci fa forzatamente optare per una partenza al sabato con meta ancora non ben definita e almeno tre opzioni tutte in zona Valtellina: l’idea è una doppietta “Boffetto” in canoa al mattino e Canalone del Druet, Gran Zebrù o Pizzo Scalino fra sabato pomeriggio e domenica.
Contatto immediatamente Stefano in Valtellina per sapere dei livelli dell’Adda e al mattino alle 9.30 circa, proprio mentre sto caricando le canoe sull’auto, con precisione svizzera mi arriva un sms, peraltro preannuciato: “Oggi niente acqua!”.
Ecche..zzo … l’organizzazione del we comincia a farsi complessa; si parte lo stesso, senza meta, anche senza canoe (già sappiamo che di ciò ci saremmo pentiti, ma pazienza).
Arrivati a Morbegno una decisione va presa:
- destinazione rif. Pizzini nel primo pomeriggio, per manovre con ramponi e piccozza al pomeriggio e Gran Zebrù o Cevedale alla domenica o …
- Pizzo Scalino alla domenica (dove avremmo trovato la compagnia di alcuni amici Guide alpine) e … gran grigliata al sabato sera?
Nell’arco di 6 secondi netti oltrepassiamo il ponte sul Torrente “Bitto” (un nome un programma) e precipitiamo all’interno della mitica Macelleria Valtellinese … secondo voi com’è finita? ;-D
Una volta fatte le dovute scorte alimentari ripartiamo con destinazione Aprica, passiamo sull’Adda e con sorpresa notiamo che l’acqua, anche se poca, ovviamente c’è … @#!£&%! … Ma che ci frega, tanto ormai siamo nell’ordine di idee che si farà qualcosa di alternativo e così sarà.
Terminata la cena, ovviamente apocalittica per quantità e varietà, a cui partecipano diversi ospiti dell’ultimo minuto, la notte passa ed è subito domenica mattina: sveglia ore 6.20 (e meno male che siamo in zona) con l’idea è di essere alla partenza del Pizzo Scalino (Campo Moro – rif. Zoia) alle 7.45 al massimo … ovviamente ci siamo con almeno mezz’ora di ritardo e non capiamo come mai!!!
Ma questa volta non siamo gli ultimi e questo evita in parte il borbottio autistico della Nico che giustamente recita “In Aprile si deve partire prima, poi la neve si trasforma, mezzogiorno è il momento più caldo della giornata, a quell’ora bisogna essere già in discesa e quasi a valle, … “ Insomma, è proprio vero: anni di sci alpinismo e di montagna in tutte le sue forme ti “forgiano e scolpiscono il cervello” come poche altre cose!!! Però è anche vero che mi tocca sempre più darle ragione: quest’anno già due volte (causa orario di partenza tardivo) ci siamo trovati con gli sci in “ampie zone paludose” più simili alle sabbie mobili che a un fuoripista e, dato che in montagna difficilmente trovi Tarzan che ti passa un bastoncino o una liana dall’alto per tirarti fuori dalla M., il livello di rischio accertato risultava un tantino più elevato di quello delle suddette sabbie mobili!!!
Nel corso della salita al Pizzo il paesaggio è grandioso ed il tempo muta di continuo, ma non fa lo stesso il caldo!!! La rarissima afa di montagna ci avvolge ed il continuo “togli e metti” ci candida con ottime possibilità di vittoria al premio “Over 3000 Meters Best Transformist”.
Dalle nuvole, dopo aver più volte visto oasi e cammelli ripararsi con l’ombrello dalla gocce di sudore, “compaiono” anche delle voci conosciute … allucinazioni? Si, ma di gruppo … ed ecco apparire le forme a supporto delle voci: sono Luca e Valentina Biagini (entrambi guide alpine) con il loro groppone di gitanti; proseguiamo praticamente insieme fino al colletto che precede la cima, ma a causa del caldo, delle nuvole che si fanno sempre più pressanti e della neve che, Santa Nico delle rivelazioni montane, si sta effettivamente trasformando … decidiamo di evitare i 150 m. di piccozza e di scendere a valle dove ci aspettano delle bionde da urlo … gelate e … con un mucchio di schiuma (e che vi credevate!!!!) ;-D
Ciao e alla prox
PS.: e chissà mai che nei prossimi giorni non metta in onda dei report postumi fra quelli sopra citati … state in campana