Un weekend di livelloni in Valsesia, ma io fino all’ultimo momento non sapevo quando sarei riuscito a liberarmi per catapultarmi in valle. Alle 11.30 del sabato ricevo un messaggio dal Paolo “andiamo ad imbarcarci sul Gronda” … uff… ed io sono ancora a casa.
Carico la macchina al volo e mi catapulto in valle … a Rassa non c’è nessuno .. chiedo a dei pescatori: sì hanno visto delle auto con su le canoe risalire la stradina della Val Gronda. Quando li becco si sono imbarcati da poco, imbarcandomi al ponte sul fiume riesco ad aggregarmi al gruppo: Vaii!! Grande notizia!
Purtroppo però Paolo ha dovuto mollare. Dopo i primi passaggi ha ripreso a fargli male un addominale ed è dovuto uscire dal fiume. Rognaccia. Ci farà le riprese e sicura su alcuni passaggi. Grazie Paolo!!!
Il gruppo, oltre che da me, è formato da Zana, Pete e Stefano Nieddu.
Il fiume è davvero tosto. Il livello bello alto, la pendenza elevata. Saltini, scivoli di roccia, buchi e rapide si susseguono senza soluzione di continuità. Fantastico.
Avvicinandoci al paese troviamo i passaggi più belli, i due magnifici salti prima e dopo il ponte romano di Rassa.
Poi, per arrivare allo sbarco, ci sono da fare gli ultimi 300 m di rapida in Rassa, dopo la confluenza col Sorba. Una passeggiata rispetto a quello che abbiamo fatto prima, penso quando mi avvio. Una passeggiata???? Sull’Egua dovrei avere imparato a non offendere i torrenti valsesiani con pensieri denigratori.
Alla faccia della passeggiata! Dopo la confluenza la portata triplica, e quella che doveva essere una tranquilla rapidina finale è un guazzabuglio di buchi, banane ed ondoni. Un po’ per la stanchezza, un po’ per la portata, sono solo gli eskimi che ci salvano. Tutti e 4. Chi uno, chi 2 due come me, chi n+1 come Pete. Ma ce la caviamo, e sbarchiamo soddisfatti da un Gronda veramente indimenticabile, grondante acqua da tutti i rivoli…….
Ciao a tutti,
Stefano