Veneto Bellunese e dintorni_acqua vino e simpatia …

admin martedì, 12 maggio 2009 0


Mi hanno provocato … e non vi dico chi!!!

SINTESI PER IL MERINI: ci siamo già detti tutto ;-)

SINTESI NUMERICA (per coloro che non ci stanno dentro con più 15 righe):

- Partenza prevista: 25 Aprile …- Partenza effettiva 3 maggio!!!

- 5 i fiumi “tranquilli” in 4 giorni (Ardo, Mis, Astico, Cordevole, Caorame) … il 6° salta per sfiga oscura!!!

- circa 14 i nuovi canoisti conosciuti

- un toro da 280 Kg alla brace … intero!

- 3 … i giorni per cuocerlo!

- 2 i componenti dell’equipaggio

- 1300 km percorsi … almeno la metà nella provincia di Belluno e dintorni.

- Tasso alcolico? Moderato soprattutto rispetto alla media regionale (caffè corretto alle 9, locali dai nomi improbabili come “Bar-collando”, imbarco – e non solo sbarco – con brindisi, … li amo tutti!!!)

- I ringraziamenti a: Canoa club Padova, ai Tatankini, a Laura (il nostro contatta vicentino con cui c’è stata una fitta comunicazione), … un grazie anche a Dario, Giovanni e consorte di Farra di Mel che ci hanno intrattenuto, sfamato, ospitato e raccontato dei loro luoghi d’origine … e a tutti coloro che abbiamo incontrato

- Gli indirizzi: www.agriturismocoldevenz.com e www.al-palazzo.it

Report completo e foto a breve su www.Brianzatour.org (as usual).

VERSIONE “ESTESA” (modello classico JC-Pamina ;-) ): per chi ha voglia, tempo e occasionalmente un … BIP-BIP da fare!!! Sappiate che ci vuole più tempo a sintetizzare che a scrivere di getto e quindi … buon viso a cattivo gioco!!! ;-D

24 Aprile: il motore è acceso, la testa è pronta, l’attrezzatura anche (non è vero, ma non importa), ma … il lavoro mi blocca, la Thelma (la solita maremmana) assaggia tutto il quartiere e la ASL interviene … il ritardo si accumula!!! :-(

29 Aprile ore 14.30 (4 giorni dopo!): appuntamento a casa della Nico alle 14.30. “Meta principe”: Veneto – Friuli (io, ad ogni buon conto, tiro su le guide per tutto il nord-est, Slovenia e Austria incluse) … alle 15.30 si comincia a pensare alla Provenza (mannaggia … devo tornare a casa a prendere le guide dell’Ovest), un ora dopo alla Liguria, poi alla Slovenia. Circa 4 ore dopo (Meteo docet) la nostra risposta definitiva: “Belluno e poi si vedrà”. L’accendiamo!!!

30 Aprile: Sono passate quasi 24 ore, abbiamo fatto ben 300 Km e ho messo le scarpe della Nico sul tetto dell’auto, ma sulla sua … in box a Milano!!! Pertanto passiamo la tarda mattinata a girare per negozi di articoli sportivi a Belluno finche non troviamo sia il necessario che il superfluo (ndr. svendono un pacco di abbigliamento da montagna a prezzo di costo ed io non ho il tempo per comprare nulla … mi sto ancora mangiando le unghie).

Procediamo verso l’Ardo, dato per fattibile solo dopo forti piogge, dirigendoci verso il Passo di S. Boldo per arrivare all’imbarco di Sant’Antonio Torcolan. I canyon a monte dell’imbarco sono uno spettacolo della natura (scopriremo poi che è l’unico posto al mondo dove sono emerse rocce di 60 milioni di anni fa). Momento di saggezza: in assenza di notizie certe su cosa tali golette potrebbero riservarci, evitiamo di infilarcici in canoa in due … anche perché sono larghe 2/3 metri, con corrente tesa e noi preferiremmo arrivare a fine vacanza integri!!! ;-)

Il recupero è come al solito in piena autonomia (i classici 8-10 km di corsa in salita), piove e c’è un umidità che sembra di essere nel Borneo centrale. Già mi vedo all’imbarco in uno stato terrificante (ovvero liquido) quando, come per incanto mi appare il mio miraggio personale: al 5° km di corsa mi tira su un tizio con un furgone che riporta a caratteri cubitali la scritta “Salvavita … distensore vertebrale”. Un bell’inizio, non c’è che dire … speriamo che sia di buon auspicio, ma soprattutto di non averne bisogno in futuro!!!

Allo sbarco dell’Ardo (tranquillo torrente di 6/7 km con difficoltà “adatte anche ai minori” ;-) ) troviamo un allegra banda di pazzerelloni: l’autoctono (Dario) e suo cugino e consorte (scatenati MTBikers residenti a Besana, ma ovviamente originari della zona) che ci invitano a bere una birra artigianale nell’agriturismo di Gianni Bonesso, un (forse ex?) canoista che, udite-udite, per il compleanno (credo il 1° Maggio), si è inventato la “sagra del toro”: 280 kg di animale alla brace in cottura da tre giorni!!! (per gli interessati www.agriturismocoldevenz.com)

Dopo la birra Dario insiste che si vada a bere un bicchiere dal cugino, ci mostra la tenuta di famiglia e ci invita a cena e a dormire da loro: estraiamo dal nostro magazzino viveri vino (quello buono ;-) ), dolcetti del biscottificio valsesiano (su cui i figli gemelli di Dario si avventeranno come le cavallette compromettendo le mie colazioni dei giorni successivi … e vabbé ;-) ), mirto e pecorino sardo ed è subito grande bisboccia. Passeremo la notte a dormire nell’auto-camper in un posto magico, all’interno del podere, dove al mattino faremo colazione in un gazebo di Noccioli … fantastico … questi veneti si stanno rivelando veramente simpatici e ospitali. ;-) .

1 Maggio: ci dirigiamo verso il Mis dove ci aggreghiamo a sorpresa a parte del canoa Club Padova (Benny, Mattia, Enrico, Stefano e altri di cui purtroppo non ricordo il nome). Questi ci invitano a scendere con loro per poi continuare la giornata con un eventuale “Cordevole di gruppo” nel pomeriggio. Il Mis inizialmente appare come un “pacco piatto” … invece, grazie al livello trovato, si rivela un allegro e ondoso fiume di fondo valle che regalerà a Stefano (alla sue prime esperienze in fiume) anche due bagni e ahimè, … un bernoccolo in fronte!!! :-(

Nel pomeriggio ci spostiamo sul Caorame, lo visioniamo e, come al solito, perdiamo tempo fino a decidere di farlo il giorno dopo. Nel frattempo conosciamo una ex Hippy, originaria di Milano, che alla tenera età di 65 anni, gestisce un singolare bar a meno di un km dall’imbarco e che è “fortunata” proprietaria di 3 cani, 1 oca da guardia di 15 anni e 5 gatti (di cui 4 di 3 giorni!!!) … un vero zoo!!! Consiglio spassionato: andate a trovarla perché è un mito (la trovate in quello che credo sia l’unico bar di Fianema, un paesino a meno di 1 Km dall’imbarco del ponte di Salgarda venendo da Pullir).

Beh, ormai sono passate le 18, abbiamo passeggiato, ci siamo bevuti una birra, abbiamo condiviso racconti che si perdono nella “notte dei tempi” e ci restano due alternative: Caorame in serale o completo cambio di programma. Non ci smentiamo: sentiamo Laura a Marostica e, all’alba delle 19 decidiamo di spostarci nel Vicentino per discendere l’Astico il giorno seguente. Laura ci invita a cena, ma per non intrufolarci dentro tutte le case dei veneti che incrociamo, preferiamo un isolamento alla Shining: dormiremo in cima ad una collina sperduta con “vista totale” sulla piana sottostante e mangeremo, al riparo dal vento, all’interno di un bivacco per cacciatori … i cacciatori non arriveranno, ma al mattino presto, in pieno nulla, si paleserà un piastrellista chiedendo a noi se sia possibile parcheggiare lì!!! Mah!!!

2 Maggio: eccoci dinanzi al gruppo Tatanka e affiliati (Davide, Marco, Laura, Andrea, Dario, Serena) per iniziare la discesa di un tratto di fiume che, 4 artificiali a parte, scorre in una gola stupenda.

Allo sbarco 2 ore di gozzoviglie di fronte alla cartiera a valle dello sbarco (ad un prezzo ridicolo che ci conferma che a “Milano siamo PAZZI COSCIENTI”) e poi subito a fare shopping a Marostica dove ci aspetta il mitico “Torcolato” (se non sapeste di cosa si tratti prima vergognatevi e poi informatevi! ;-) ). Si prosegue infine con il giro delle mura e poi via, verso Agordo dove arriveremo in tarda serata pronti per il prossimo fiume: il Cordevole

3 Maggio: alzati di buon ora si va all’imbarco del Cordevole che, nonostante si presenti con un livello molto più alto di quanto descrittoci dai “Tatankini” che lo avevano percorso 15 giorni prima, non pare preoccupante … o no?!!! La sera prima eravamo riusciti a visionare la tanto decantata “ESSE” sifonata di cui parlavano le descrizioni; l’avevamo giudicata comunque percorribile con buon margine e comunque trasbordabile con facilità. Durante l’autorecupero del mattino riesco a visionare buona parte del percorso … peccato che questa attività di ricognizione pregiudicherà la discesa a causa di un fraintendimento. Infatti, appena tornato all’imbarco annuncio: la “ESSE l’è ‘na minchiata, … le rapide serie sono invece all’imbocco della gola. ” E aggiungo: “La prima si può trasbordare, ma, dato il livello, se si arriva alla seconda in canoa il trasbordo è impossibile (ecchecazzo gli altri erano riusciti a trasbordarla al centro @#&%$!!!!) … In compenso la si può visionare dalla strada dimessa ed eventualmente decidere di saltare 1/2 km di gola”.

Dopo queste parole la Nico, che fino ad un secondo primo era bella, placida e rilassata va in down da livello … entriamo in acqua e, nonostante sia io a fare la linea, i suoi occhi sono talmente fuori dalle orbite che me li trovo davanti più volte!!!! Il torrentello è decisamente più bianco che azzurro e dopo circa 500 m. ci si trova davanti la prima rapida un po’ impegnativa … ci sono un paio di buchi di quelli larghi e simpatici che ci sorridono a 36 denti e non fanno convenevoli, ma ci zigzaghiamo in mezzo alla grande e li evitiamo (va là che per una volta decido di essere scortese e di non andare a presentarmi ai simpatici buchetti ;-) .

Passata la rapida la Nico mi guarda con la faccia di una che ha appena visto un lupo mannaro e afferma “Ce n’è troppa, … “ Io ovviamente rispondo: “Ma no, il peggio è passato e le difficoltà non vanno oltre.” Ancora qualche minuto e assisto all’ennesima metamorfosi: la mia socia comincia ad avere uno sguardo lievemente atterrito, fa strane smorfie e accompagnate delle risatine isteriche; ma si comporta benissimo … pian piano prende il ritmo e segue a ruota senza problemi apparenti. :-)

Ma eccola che nel “punto migliore” dà il meglio di se: siamo a 150/200 m dalla rapida d’ingresso della gola (una trancia lunga il doppio. molto più pendente, con molti più sassi e che, con il livello trovato, si presenta giovialmente con due bei buconi a sinistra, invitandoci quindi a passare al centro. L’idea è quella di sbarcare a sinistra e di andarle a fare una visita di cortesia preventiva, ma mentre se ne parla la Nico decide di approcciare un bel buco a fine rapida e di farsi una nuotata (candidatura) mollando al primo contatto con l’acqua pagaia e canoa (è genetico e non si chiamerebbe Gatti se non si comportasse così al contatto con il prezioso liquido :-D ) …. epperò, che bella scelta!!!

NOTA DI MERITO: la Nico esegue un magistrale auto recupero, io recupero la pagaia, spingo la canoa verso una morta appena prima della gola e, proprio mentre sto per decidere se agganciarla o meno col rischio di farmi la rapida accompagnato da 200 kg di zavorra, mi appare d’incanto la scritta “Bisogna soprattutto osare … ” presente all’ingresso di Balmuccia. La mia risposta? Ovviamente eroica: “Mavaffanc… @#”%&$!!!” Risultato? Canoa in gola da sola ed io che sbarco e corro come un catarpillar nel bosco abbattendo tutto quello che mi si para davanti (santo, santo, santissimo il casco con paradenti). Intanto 150 m. più in su la Nico, sull’altra sponda, e la pagaia si guardano da una riva all’altra. Si decide per l’interruzione forzata della discesa ed ecco il momento clou della giornata: il recupero della Nico con la corda … e, e, … e sì, quella del recupero ve la devo proprio raccontare.

Corda da 20 m. … fiume da 18 m. Unire due corde o provarci con una? Decido per la prima ipotesi per complicarmi la vita!

- 1° lancio: corto!

- 2° lancio: un pelo più lungo, ma …. Azz, la corrente se la porta via (la corda ovviamente)

- 3° lancio: misura “quasi giusta”, ma prendo un masso enorme in pieno a 2 m. dall’obiettivo! Risultato identico al 2° lancio

- 4° lancio: metto un sasso nel sacchetto per non rifare su la corda … troppo leggero e lancio corto

- 5° lancio: “sa er ..zzo”. Dire che arrivo a metà fiume è un eufemismo … comincio pensare che la Nico stia meglio di là ;-)

- 6 ° lancio: sempre corto di 1 metro … Nel Nico-pensiero balena fulminea l’idea che “o si stringe il fiume o si avvicina lei”. Prende l’iniziativa e si butta in acqua, afferra le corda per tirarla a se e … si rende conto che a riva non si torna: si attacca alla corda come una cozza urlando “Non ho il tappanasooooooooooooo”, ma non molla … si fa due sorsate ed effettua un pendolo da manuale evitando anche il buco che era appena un metro sotto di lei.

La discesa finisce qui; risaliamo sulla strada dimessa e recuperiamo, secondo me con gran culo, secondo lei per un atto dovuto, la canoa arenata quasi alla fine della gola ripromettendoci di tornare il giorno dopo per la discendere la goletta che a questo punto anche la Nico concorda non essere mostruosa … Mi sento responsabile del “down da livello”, ma non ci è possibile percorrerla ora … dobbiamo scappare perché con due giorni di ritardo, ci attendono, Benny, Fabrizio e Michele, in rappresentanza del Canoa Club Padova, ed il Caorame … che “concluderà” le attività sportive con un giorno di anticipo … e già, perché, perché, …

… Perché il 4 maggio, mettendo via il sacco a pelo mi schieno in maniera irreversibile e mi ritrovo in modalità “paralitico da parancare” (e il SALVAVITA-DISTENSORE VERTEBRALE è lontano :-o ) … quindi ciao-ciao canoa e arrivederci gole del Cordevole e del Maé. Si decide per un simpatica e rilassante gita turistica verso Vanoi, Passo Rolle, Travignolo, Valle dell’Avisio (meravigliosa), Val d’Adige e, nel pomeriggio, quando il mio stomaco comincia a dare forfait per avere volontariamente ripudiato un toast confezionato alle 14 (fuso orario di Predazzo) eccofinalmenteinvald’Adigeunagriturismoconlitrazzodivinoeimmensovassoiodisalumichenonpuoidirglidino!!! Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!

La serata volge al termine … col grasso di salume e pancetta a bordo occhio si torna a casa mesti mesti. Anche questa volta è finita … sob-sob!!!

Alla prox.

Giorgio (JC)

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