SINTESI PER GLI AFFACENDATI:
- Avisio (idrometro a 120) ovvero 17 Km di “caffelatte” ribollente
- 10 partecipanti: io, La Nico, il Canoa Club Padova (Benny, Riccardo, Mattia, Enrico, Eros, Mauro) e i veronesi Marco e GianPaolo (detto Zive)
- 5 artificiali: 3 fatti, uno (il 2°) saltato … e l’ultimo appena prima dello sbarco percorso un pò si e un pò no per questioni di recupero materiali … e forse è stato meglio così
- 3 cerotti a strip sulla tibia della Nico visibilmente aperta … e non è stata l’unica!
- innumerevoli i graffi, le botte ed i muscoli indolenziti per la lunga discesa.
- I “numeri del giorno”: nuoto sincronizzato all’ultima rapida (tre tibie andate e qualche principio di anossia … ), un Mattia esagerato nel primo artificiale, Riccardo che, alla veneranda età di 60 anni, ci regala preziosi momenti di indomita resistenza umana al furore dell’acqua (un Mito!).
- da non perdere la “nota gastronomica” sulla “Pizzaiola russa” a fine report
… Questo e molto altro a Voyager, ma non subito … dopo la pubblicità!
MOMENTO DEL MARKETING (Avviso ai Naviganti):
Poiché stanno pulendo i bacini a monte dell’imbarco ci sarà acqua ancora per un pò. Ecco quindi 2 consigli per gli acquisti:
1) accorrete finché ce n’è
2) non sottovalutate l’Avisio perché se ne esce poco e male, ma soprattutto … all’amo del torrentello ogni tanto qualcuno abbocca e si trasforma in trota!!!
Per chi l’ha visto e per chi non c’era “Report e foto” a breve su www.brianzatour.org
L’APPROFONDIMENTO PER GLI EROI DEL WEB (ovvero i fancazzisti )
E’ il WE del VRC (per i non addetti ai lavori il “Valsesia River Contest”)e buona parte del mondo canoistico del nord (ma non solo) è già in Valsesia pronto per la Boater X alla rapida del Capriccio, ma ogni evento ha i suoi anarchici ed io e la Nico si decide di bigiare e di partire invece per l’Avisio che ci ha trafitto il cuore appena due settimane prima quando, tornando dal bellunese, abbiamo avuto modo di vederlo: gola profonda e verde, acqua ancor più verde, cielo tempestoso … insomma, un paesaggio da fiaba in cui l’unico dovere è immergersi! La scelta è ovvia: nonostante nei giorni precedenti i livelli siano alti e tutti i nostri contatti in loco ci dicano che scenderanno al sabato … ci costruiamo una tabella di marcia in controtendenza che prevede:
- partenza al sabato sera
- sonno in loco
- autorecupero in pullman
- discesa “in solitario-duo”
Ma ecco la botta di culo (sarebbe da decidere se per noi, per loro o per entrambi): mentre siamo in viaggio vengo ricontattato da Benny (che avevo avvisato in precedenza) e gli confermo che noi siamo già in direzione Avisio, mentre lui mi accenna, con qualche perplessità dovuta al livello, che loro pensano di dirigersi verso il Vanoi o, in alternativa sul Mis. Noi restiamo fermi sulle nostre posizioni: l’Avisio è lì e potrebbe essere un’occasione unica! Benny mi dice che e ne parlerà con il suo gruppo e, nel caso, ci si sentirà la domenica mattina … e così è: alla mattina i padovani ci informano della loro presenza e di quella di Marco e Zevi da Verona.
Arrivati al ponte di Faver “prima sopresa”: l’idrometro a monte del paese Piazzo dà livello medio-alto (120 alla partenza e 110 abbondanti al momento dell’arrivo … sarà perché qualcuno se l’è bevuta durante il percorso? ) e Il torrente, incastonato in una ciclopica gola boschiva dalle alte pareti a tratti verticali, scorre al suo interno come un’immensa striscia di caffelatte … come inizio non male.
Dopo il dovuto momento della logistica (prendo l’auto io, no teniamo giù il furgone, … la mia è omologata per 4 … allora due canoe di qua, una di là e i vestiti di lì … si, ma l’altra? L’altra la tiriamo … le pagaie servono? Naaaaa, tanto c’è quella di scorta … ;-D ) decidiamo di andare a monte a cercare la caffettiera rovesciata da cui parte questo delirio marroncino.
Mezz’ora scarsa di recupero e arriviamo a Pradel (Ristorante ai 4 venti) dove una comoda stradina sterrata dovrebbe portarci all’imbarco … basta trovare il cartello per Ischiazza ed il gioco è fatto. Seconda sorpresa: una stradina al limite del parcheggio del ristorante in effetti ci sarebbe e la segnalazione sarebbe anche corretta, ma … @#€&%!*? … è mooolto streeeeettaaaa e soprattutto SBARRATA! @#€&%!*£$”§ç@*?!!!
Nessun problema. Tranquilli, … adesso chiedo in pizzeria e ci facciamo dire qual è quella vera … Mi “atteggio da ristorante fra gli sguardi allucinati dei commensali”, ovvero mi tiro su la muta alla James Bond, lascio il frac in auto per la sera (ci sono solo 30 gradi ed il cravattino nero non è adatto ) entro … ed esco sconfitto: Ischiazza se l’è portato via l’alluvione qualche decennio prima e la strada è proprio quella sbarrata. Dopo una classica microraffica di madonne (i veneti in questo tipo di attività sono dei veri fenomeni … ed io già solo per questo li amo tutti) ed una breve discussione sulla possibilità di imbarcarsi 3 km a monte, si decide per affrontare l’improba discesa fino al fiume (provate ad andarci e poi vedrete che bello) … e meno male che la stradina è in ombra altrimenti sai che “BIP-BIP”!!!
All’imbarco il fiume fa capire subito come sarà la discesa: sicuramente divertente, ma ancor più sicuramente continua … il caffelatte ci investe da subito e noi come tanti zuccherini cominciamo a scioglierci lungo le prime rapide. Il primo artificiale viene giudicato percorribile e, all’ultimo, Mattia ce lo conferma: c’è una lingua buona a sinistra, ma lui, da vero rodeista entra un pò troppo al centro e … parte con una serie di numeri da circo. Ma PORC@€#! … mi sparo a riva alla velocità del fulmine per dargli manforte con la corda, ma per mia e soprattutto per sua fortuna ne esce da solo in poco meno di un minuto … STI CAZZI!!! (il “BIP-BIP” qui era fuori luogo!)
La discesa prosegue veloce interrotta solo da qualche bagno, qualche candela, qualche trasbordo, qualche sguardo pietrificato davanti a controroccia e funghi che si avvicinano veloci come lampi … Riccardo si esibisce in una serie di eskimi senza mai mollare (un vero mastino), Mauro afferma che “l’Avisio in quelle condizioni fa quasi schifo da quanto è bello!!!”, Marco e Zevi aprono per buona parte del fiume scomparendo a tratti … sono indubbiamente più veloci del gruppone che ogni tanto si ferma anche a respirare (visto che le occasioni non sono molte e la strada è lunga ) …
Superato il primo ponte di ferro (ormai sono passate almeno tre ore e mezzo) si apre davanti a noi la rapida più complessa del percorso … un bel IV costellato di buchi di cui uno “abbastanza grande e sorridente” da intrattenere con sguardo ammiccante un piccolo raft. Facciamo la prima metà a vista e l’altra metà come capita: la maggior parte compiono una “S”, traghettando da sinistra a destra sotto “al sorridente” e ne escono tranquilli. Io ovviamente sento l’attrazione del lato oscuro:parto lento, faccio un giro d’orizzonte al limite del buco, mi rimetto in pista, accenno al traghetto, ma sono ormai lento e in ritardo; decido quindi per la “solita via”: buco x direttissima in fondo a sinistraaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh … entro come IVAN DRAGO urlando fra me e me: “TI SPIEZZO IN DU…” ma non ho il tempo per finire la frase che mi ritrovo a manetta nella lingua d’acqua convinto che la stessa stia per spernacchiarmi e invece … miracolo, ne esco all’istante sorridendo anche con le orecchie.
Dopo qualche km arriviamo all’ultima rapida prima del ponte dello sbarco. Tutti sanno che c’è, ma nessuno, forse per stanchezza, pare preoccuparsene più di tanto. Mi fermo a metà indicando di passare a destra di un buco, ma nessuno mi guarda e tutti vanno dall’altra parte sfilando via dritti verso la seconda parte della rapida che non impressiona, ma pare essere pronta a divertirsi … (:-0 Passati tutti parto anche io … faccio la curva e mi si presente una scena apocalittica: un numero imprecisato di naufraghi, canoe, pagaie, ecc. vagano qua e là … che qualcuno abbia sbagliato linea? Un paio di buchi stanno ancora ghignando!!!
Per il recupero del materiale non si ha che l’imbarazzo della scelta (sembra la pesca dell’oratorio), ma per gli umani non è la stessa cosa: conto almeno tre canoe, ma due soli caschi, Riccardo fa la sirena in mezzo al fiume, Benny vaga e … manca all’appello proprio la Nico che, appena sputata da un buco con cui era entrata in simbiosi, arriva puntuale con uno sguardo fra il meravigliato e l’atterrito.
Mentre la recuperano con la corda mi butto all’inseguimento di parte del materiale insieme a Marco e a Mauro, nella speranza di recuperarlo prima dell’ultimo artificiale che, per fortuna avevo guardato prima di imbarcarmi, ma di cui mi ero ripromesso di approfondire il carattere prima di passarci dentro … Nel frattempo la canoa di Benny mi sfugge per ben due volte (pare telecomandata!), salto la seconda parte dell’artificiale con una velocità da far invidia ai teletrasportati di Star Trek e mi reimbarco, recupero la pagaia di Mauro che nel frattempo, per non sentirsi da meno, è andato a bagno anche lui e poi la canoa di Benny … ma non vedo più la canoa della Nico, né Marco. Oh, merd …
La domanda del giorno sorge spontanea: “sono solo-soletto e ormai allo sbarchetto … andando avanti troverò il solito buchetto?” La risposta arriva immediata quando vedo Marco avanti 100 m. con la canoa della Nico … il Big Ben ha detto stop!
Traghettiamo tutto il materiale recuperato negli ultimi 500 m. sull’altra sponda e indiciamo la chiusura della attività: il caffelatte, servito più di 4 ore prima continua a scorrere … ora sarà il caso che qualcuno vada a togliere la caffettiera dal fuoco e a recuperare le brioche! .
La giornata si chiude con “L’angolo del Pronto Soccorso”: finalmente ho l’occasione di utilizzare l’attrezzatura da PS che ho in canoa e di fornire materiale per disinfettare/arginare” le copiose ferite di guerra (diverse le tibie andate durante l’ultimo bagno) con cerotti a strip e tintura di iodio …
NOTA GASTRONOMICA REGIONALE: al ritorno ci fermiamo in un ristorante a Trento in cui un improbabile “Napoletana con l’accento dell’est” decanta la sua “Vera pizza”, mai bruciata perché cotta rigorosamente nel forno a gas … non come “quelli là” che utilizzano il forno a legna bruciacchiandola sotto!!!! E se lo dice lei …
PS: A proposito … se qualcuno dovesse passare per l’Avisio raccolga i BIP-BIP rimasti attaccati alle piante durante la discesa per Ischiazza … prima che assalgano qualche animale selvatico!!!
Ciao e alla prox
Giorgio (JC)