Non erano solo gli ululati delle iene e il ruggito del leone a tenermi sveglio la notte nella mia tenda in Botswana. C’era anche la tensione per l’imminente discesa del Mighty Zambezi. Un fiume che incute timore e rispetto al solo nominarlo. Alla difficoltà creata da buchi, banane e mulinelli, si sarebbe aggiunta la mia totale inesperienza con il barchino che mi avrebbero fornito nel centro di Nico Chasing. Io sono abituato alle barche da creek, con il barchino da playboating mi sarei trovato in difficoltà anche sul Sesia, figuriamoci sullo Zambesi!!
Arriva il fatidico giorno. La mia guida sarà Diego Castro, ex Eddyline trapiantato in Zambia, simpaticissimo e veramente in gamba. Mi spega che il livello è ideale: 900 mc/sec circa, che per lo Zamb è medio-basso.
Mentre ci avviamo al fiume, Diego mi dice che all’imbarco ci sarà subito da fare un traghetto. “E che sarà mai?” penso tra me e me, “io i traghetti li insegno pure!”.
Quando vedo che traghetto c’è da fare, perdo un po’ della mia baldanza. C’è da traghettare un treno di onde alte un paio di metri, tutte increspate in cima, che si infrangono contro una parete di roccia. Inutile dire che ho subito mostrato la mia perizia piazzando un paio di eskimi solo in questo traghetto iniziale.
La sensazione di instabilità dovuta alla mia inesperienza sul barchino unita agli insidiosi giochi della corrente, mi accompagnerà durante tutta la discesa.
Nelle prime rapide tutto ok. Arriviamo alla nr 4: “Morning Glory”. Qui inizia la tensione. La corrente ti porta verso le rocce a destra, per cui è necessario pagaiare per tutta la rapida tenendo la barca a centro sinistra. Facile a dirsi, meno a farsi, perché per mantenere questa traiettoria bisogna scavalcare due enormi banane, ed un eskimo qui ti porterebbe inevitabilmente dalla parte sbagliata. Tutto comunque va bene, e questa rapida mi da una bella iniezione di fiducia per affrontare il resto della discesa.
Arriviamo alla mitica, temutissima, nr5: Stairway to Heaven. Tutto lo Zambesi scivola giù da un gradino di ca 5 metri e forma un enorme buco sotto. Ci sono finito dentro dentro ed ho lasciato fare a lui. Quando Mr Zambesi si è ritenuto soddisfatto, mi ha mollato ed un eskimo ha risolto la situazione.
Nr6: Devil’s Toilet Bowl. Il cesso del diavolo è un enorme mulinello sulla sinistra. Se ci finisci dentro canoa e canoista restano sottacqua per un minuto e forse più. Tenere la linea di destra comunque non è stato difficile. Più che altro lo stress è mentale, mentre pensi alle conseguenze di un eventuale errore.
Superata questa rapida commetto un errore imperdonabile. Penso: “dai, la 9 si trasborda, per cui ne mancano solo 3. La nr 5 è alle spalle, posso riuscire a steccare lo Zambesi senza bagni”. Ingenuo. Tutti sanno che Mr Zambesi legge perfettamente nel pensiero. Ed infatti prende subito provvedimenti.
Nr 7: Gulliver’s Travel. Si chiama così perché è lunga, lunghissima. E la traiettoria non può essere diritta, ma occorre zigzagare tra buchi e banane. Mi metto dietro a Diego e lo seguo come un cagnolino. Dopo la prima metà si ferma in morta e mi spega il resto. C’è da sfilare un buco e poi cambiare lato. E qui pago. Il buco gioca un po’ con me, quando tiro l’eskimo un ondone mi gira nuovamente. E qui inizia una serie di n tentativi di eskimo, dove n tende all’infinito. Quando il fiato non mi regge più stappo. E’ ZAMBAGNONE!!!! Mi guardo intorno: la rapida era ormai finita: noooo!!!! Se avessi fatto un tentativo ancora forse sarei riuscito. Sigh! Raccolgo i miei pezzi e mi faccio rimorchiare a riva da Diego.
Nr 8: un rullo largo come tutto lo Zambesi. Diego mi dice che si può scegliere come fare. Tutto a sinistra è chicken way, poi si possono scegliere diverse gradazioni di difficoltà. La tentazione è forte, ma il mio orgoglio mi impedisce di scegliere la chicken, ed opto per la via 50/50. Mi gira, ancora una volta eskimo. Vengo su, ma sento che davvero sono allo stremo delle forze, ed ormai anche l’eskimo non è più tanto sicuro.
La 9 si trasborda. Alcuni ganzi (tra cui la Pamina) l’hanno fatta, ma le conseguenze di un errore sarebbero gravissime. Non è certo per me in queste condizioni. Anche Diego trasborda, non so se per prudenza o per solidarietà.
La 10 è facile, e la mia discesa finisce qui. In prima intenzione avrei voluto fare la discesa integrale, tutte e 25 le rapide, ma fisicamente non ce la faccio più, ed inoltre un problema al raft che scendeva con noi (rotto uno dei remi di governo) ci ha attardato parecchio, quindi sbarco qui. Diego mi consola spiegandomi che le rapide sotto sono meno significative, il tratto classico è quello che abbiamo fatto.
Insomma, sono contento di questa discesa, ma mi sono anche reso conto che è meglio fare un po’ di allenamento coi barchini sul Sesia in piena prima di riprovarci.
Ciao a tutti!
Stefano
PS: foto sul sito CCN e Brianza Tour. Seguirà report e video del safari in Botswana.