Quando mio papà ha cominciato ad andare in canoa e lo vedevo passare nell’Adda, credevo che fosse pazzo. Era il maggio 2005 e lui continuava a dirmi di provare, che era bello, ed io ogni volta lo guardavo e gli dicevo:<< Sì, come no, aspettami pure.. Io non mi butterò mai e poi mai in un fiume dentro a un robo di plastica….>>. E invece non è andata così. A fine giugno siamo andati al mare all’Isola d’Elba, in un campeggio vicino a Portoferraio. L’animazione in quel periodo organizzava tornei di pallone, di carte acquagim in piscina, e un corso di canoa sul mare. Quando l’abbiamo saputo, io scherzando ho detto a mio papà che avremmo potuto iscriverci. E lui l’ha fatto. Così per due settimane dalle tre alle quattro del pomeriggio pagaiavo avanti e indietro lungo la costa. L’unica cosa di bello che ci trovavo era che potevo prendere il sole e rinfrescarmi con l’acqua. Dopo questo breve corso mio papà era sempre più convinto che io avrei dovuto provare nel fiume. E la mia risposta era sempre:<< Sognatelo!!>>. Una mattina però mia mamma mi ha svegliato e mi ha detto:<< Ha chiamato il papà. Devi fare colazione e metterti il costume perché ti porta in canoa.>>. All’inizio non ci volevo andare, poi però ho deciso di provare una volta così almeno non mi avrebbe più stancato. Una volta arrivata “in sede”, ho conosciuto il mio istruttore: Benedetto. Per prima cosa mi ha fatto vedere la mia canoa: arancione, marca Prijon, modello Fly. Poi mi ha dato una serie di magliette, mute, giacche… era il 2 luglio e c’era un sole che spaccava le pietre. <
Andando in canoa riesci a vedere luoghi che altrimenti sarebbero irraggiungibili, paesaggi spettacolari e ti permette di conoscere tantissime persone che vivono in luoghi diversi, magari anche in altri continenti, ma a cui sei comunque legato da una passione in comune. La canoa a me serve anche come momento passato in compagnia, in cui scarico tutta la tensione che accumulo durante la settimana e mi dà una sensazione di tranquillità e armonia con la natura. Durante il periodo degli esami di terza media infatti, andavo in canoa tutte le sere con mio papà per scaricare lo stress. Quando scendo delle rapide impegnative sento l’adrenalina che mi scorre nelle vene e in alcuni passaggi provo una sensazione come di paura, ma quando arrivo in fondo e guardo il tratto che ho percorso mi pervade la felicità e mi viene subito in mente una domanda: << Veramente io sono passata di lì?? Wow!!!>>. Questo è uno sport che ti spinge a superare i tuoi limiti e ti mette alla prova nei confronti dei tuoi compagni di discesa. La canoa in un certo senso crea dipendenza, perché una volta che lo provi e ti piace, non riesci più a smettere e vorresti praticarlo in ogni momento libero e, senza accorgertene, continui a parlarne con tutti. Chiunque lo considera pericoloso ma, a mio avviso, non è così, perché se si usano casco e giubbino e si va con gente esperta e in gruppo, lo è come può esserlo andare in moto. Il motivo principale per cui poche persone lo praticano è la scarsa conoscenza per i club che promuovono questo sport e verso i posti in cui si può andare tranquillamente, nonostante si organizzino raduni con oltre quattrocentocinquanta partecipanti da tutta Italia. Adesso è da cinque anni che vado in canoa e ho conosciuto molti ragazzi della mia età che lo praticano, ma se ripenso che non volevo cominciare mi viene da ridere e da pensare:<