Lamone di stagione

admin martedì, 12 gennaio 2010 0


Mercoledì 6/1: frenetico giro di telefonate e skypate. Domani si va in canoa, ma l’acqua caduta nei giorni precedenti in Liguria ed Emilia sembra essersi tutta congelata.
Gli idrometri consultati danno buono, come fiume più vicino, la Lima in Toscana.
Io non l’ho mai fatta, ma Carletto sì, e la strada per arrivarci è parecchia. L’entusiasmo non è alle stelle, ma la voglia di scendere compensa: appuntamento domani mattina a Lodi.
Giovedì 7/1, ore 7.30:
Ci troviamo all’uscita di Lodi per andare in Toscana.
Se non che …. colpo di scena! L’idrometro del Lamone si è miracolosamente risollevato durante la notte! Scherzo dell’elettronica? Probabilmente no,
l’indicazione è buona, visto che anche Santerno e Montone, nella stessa zona, sono saliti.
Visto che nessuno di noi tre aveva mai fatto il Lamone, e che la descrizione di CKFiumi era “gustosa”, cambiamo destinazione al volo.
In auto siamo io, Carletto e Claudino del CFM, e la mia MTB da recupero.
Salendo la valle cominciamo ad entusiasmarci: non solo c’è acqua, ma dai ponti si direbbe un livello di tutto rispetto! In effetti, man mano che si sale la valle, scopriamo che gli affluenti avevano contribuito non poco alla portata, e il livellone non c’è, ma ad ogni modo è ideale per una prima discesa come la nostra.
Il fiume è uno spettacolo, con tutti quei lastroni rocciosi di traverso e la neve sulle rive.
La descrizione dice che il ponte di tubi sifonanti a valle deve essere scoperto, e quello a monte deve essere sommerso: esattamente come li abbiamo trovati noi, quindi livello ideale.
Scarichiamo tutto all’imbarco, quindi scendo a valle, parcheggio l’auto, e risalgo i 6 Km in bici con muta e giacca d’acqua addosso: un vero piacere! :-)
Diciamo che non ho sofferto il freddo.
Alle 13 pronti in acqua.
Che dire del fiume?
Bellissimo. Una serie ininterrotta di soglie rocciose che formano bassi saltini e gradini, di puro divertimento. Un paio di bei scivoli all’inizio abbiamo dovuto trasbordarli per l’impossibilità di assicurare dei punti nicchiati senza scivolare sulla neve, ed anche il passaggione di 5° a metà discesa l’abbiamo trasbordato. Il fatto che l’ingresso dell’unica via percorribile fosse ostruito dai rami ci ha fornito l’alibi per un trasbordo senza onta!
Altri bei passaggi nella seconda parte, ed infine arriviamo all’artificiale prima dello sbarco. Saltare o non saltare? Non conoscevamo il passaggio, e neppure se il fondo era sufficiente, e così decidiamo per il trasbordo. Se non che ci accorgiamo che il trasbordo è un 5° grado di rovi e fango.
Uhmmmmm… Che fare?
Mentre Claudino e Carletto tentano il trasbordo sull’altra sponda, prendo la mia decisione: è più facile il passaggio che il trasbordo e quindi gran buffata e saltone.
Carletto che mi vede riporta indietro la canoa e salta anche lui.
Cose che capitano, quando il trasbordo è più difficile del passaggio!
La giornata termina con mega panino con speck e pecorino toscano al bar allo sbarco, e rientro a casa in serata.
Ottimo inizio per un 2010 pagaiante!

Stefano CCN
Carletto CFM
Claudino CFM

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