Corno Brunni … una montagna di mastice
SINTESI PER … CHI VUOLE:
- 4 possibili mete … una sola scelta
- il secondo pacco in 7 giorni alle 5.30 del mattino (perseverare è diabolico!)
- dislivello “fisico”: 1134 m. (in salita con le pelli)
- dislivello reale: 1836 m. (1134 in salita + 702 in discesa … diciamo “entrambi con le pelli”!!!)
- discesa effettiva: 432 m.
- qualcuno ha visto il mio Umpa-Lumpa? Non si è presentato al parcheggio!!!
- Sintesi nella sintesi: Azz, che fatica!
PER IL RESTO DEL MONDO:
Venerdì 15/01 sera: mai avute tante opportunità per una sci alpinistica nello stesso momento. Nell’arco di poche ore si accavallano una prima possibile meta in Val d’Aosta, una proposta per il Devero, una per la val di Scalve (grazie al Pante) ed una per la Val formazza. Decido per quest’ultima, preparo zaino e ammennicoli vari, prendo accordi con chi organizza e con chi dovrebbe partecipare e alle 3 circa vado a letto.
Passano 2 ore mezza e suona la sveglia @#€%&!… 20 minuti dopo arriva la prima defezione causa malattia notturna. Scoprirò solo in serata che il relativo sms (qualcosa del tipo “ore 6.20 sotto casa mia … se non ci sono dammi per morta”) era partito quasi un’ora prima, ma nel complesso va meglio della settimana precedente in cui io e la Susi di pacchi alle 5.30 ne avevamo presi già due (media mantenuta: uno a testa ).
Alle 6.20 ovviamente c’è il deserto e procedo solingo e ramingo per il primo appuntamento con Dario in zona Domodossola alle 7.45. Alle 8 siamo in 6 a dirigerci verso Riale: io, Dario e Andrea con gli sci e, Andrea, Daniela e Moira con le ciaspole.
Partiamo tardi, molto tardi (sono ormai le 9.30) e sin dai primi metri cominciamo ad andare in brodo di giuggiole per quantità e tipo di neve, ma purtroppo notiamo anche che ci arriva alla ginocchia e che non c’è una traccia se non una serie di buchi da ciaspole: dopo 10 minuti sono già sudato solo all’idea dei 1134 m tutti da scavare!!!!
Grazie al livello della neve fresca ogni inversione di marcia richiede una mobilità da contorsionista e dopo un centinaio di metri ci sentiamo tutti/e come Samsova Galina Martnovna “Spetaaaacolo”!!!
In compenso il contrasto montagne cielo-sole-cime è clamoroso …
Dopo circa 400 m. di dislivello siamo al rifugio Maria Luisa (2160 m. slm); notiamo subito che i tempi previsti si stanno dilatando alla grande e che siamo ben sotto quanto previsto dalle tabelle di marcia, ma non fa nulla … si decide di proseguire verso il corno Brunni (2872).
Sali, sali, sali, sali … sali dopo circa 200 m. rimaniamo solo io, Dario e Andrea (quello con le ciaspole) e ancora ci illudiamo di arrivare alla cima in tempo utile. Il sole picchia come una bestia e all’una la neve è in chiara trasformazione, ma la cosa più preoccupante è che sappiamo tutti che sia per salire che per scendere non potremo fare i traversi previsti perché la completa assenza di tracce di sci, le pendenze ed il tipo di neve renderebbero la cosa “poco salutare”!!!
Proseguiamo sui crinali per vie direttissime fino a 2650 m., fin quando alle 14.30 la saggezza prende il sopravvento e decidiamo che la cima può attendere e che è ora di scendere: la neve pare sempre più gesso annacquato, il sole è velato dalle nubi che si sono sovrapposte al cielo terso di qualche ora prima, la luce non permette di notare il benché minimo dislivello (un vero incubo) e, come se non bastasse i tendini dietro al ginocchio destro sono completamente sderenati e danno l’idea di voler restare dove sono! Inoltre, con godimento notiamo che ogni possibile tentativo di scendere “sciando” è inutile: l’intero pendio si è trasformata in mastice e l’unica via di uscita e scendere “camminando” anche in discesa!!! Scopro con amara sorpresa (non lo avrei mai detto) che Andrea, con le ciaspole, va al doppio della nostra velocità … ‘NCREDIBBILE!!!
“L’incubo termina” al Maria Luisa quando, dopo essermi infilato dritto in un “armadio di neve” all’urlo di “di qua è buona!”, lo stato della neve finalmente cambia. Il problema è che anche le gambe sono cambiate e … non le sento più!!! Decido quindi di scendere gli ultimi 400 m. di dislivello solo con la testa, facendo finta di essere estremamente leggero … e la cosa pare funzionare almeno finché, in rapida sequenza Dario rimane sospeso sopra un enorme buco, Andrea perde uno sci in neve fresca e io, nella più completa cecità da luce polare mi inchiodo in un dosso con la neve fino alle cosce trasformandomi in un pupazzo molto simile agli omini del subbuteo!!! Meno male che il paese è alle porte!
Arrivati al parcheggio di Riale non ne ho più: cerco nello zaino l’Umpa-Lumpa che avrebbe dovuto portarmi all’auto, ma non c’è …
Io “Piadina, birra, strudel … casa” … e, per chi volesse unirsi, dopodomani si replica
PS: almeno ho perso un kg … ma dovrei farlo tutti i giorni!
Alla prox.
Giorgio (JC)