Pizzo Meriggio … i crociati ringraziano.

admin lunedì, 25 gennaio 2010 0


SINTESI PER “I SOLITI”:
- Pizzo Meriggio: una classica delle classiche
- Dislivello 1050 m.
- Utilities necessarie: catene o gomme termiche (in alternative buone, anzi buonissime gambe), bella compagnia e perché no, …. Magari anche un bob!!! ;-)
- Appuntamenti? A carattere esplorativo: grandi tentativi per definire direzioni univoche e ognuno da una parte diversa! “Alpicanosciisti” … brutta gente! :D
- Religioni approfondite: almeno 3!

PER IL RESTO DEL MONDO:

E rieccoci alle solite opzioni del venerdì sera: dopo lunghi colloqui con diversi “elementi da sbarco” (me compreso) ;-) per decidere una possibile destinazione scialpinistica, il risultato è il solito, ovvero il BIG-BANG:
- Pante nel Cuneese (Val di Pesio) con Favorido e non so chi altri;
- Dario in Val Formazza per raggiungere una delle cime sopra Riale;
- Io e Stefano Melodia insieme a Davide, Matteo e Giuliano in Valtellina al Pizzo Meriggio per quella che, a detta degli esperti, risulta essere una classica di inizio stagione con differenti possibilità di discesa (che noi ovviamente e demenzialmente sfrutteremo solo in parte :-o ) e che, come indicatomi dalla Nico dall’alto della sua pluriennale esperienza nel settore, dovrebbe includere un bosco da fiaba tutto da scoprire …

Unico mio cruccio: il numero “1296” (la quota di attacco del Meriggio”) … ma ci sarà neve a quell’altezza? Bohhhhhhhhhh!

Ma torniamo a noi: come spesso accade l’appuntamento “al buio” è agli ananas di Viale Zara (che per me rimangono comunque più pigne che ananas). La fauna invernale del luogo, fra le 6 e le 7 del mattino, è sempre la stessa: travoni e mignottazze di ogni colore e genere che rientrano e sci alpinisti/alpinisti che partono … è incredibile come mondi completamente differenti si sfiorino casualmente laddove il giorno e la notte entrano in contatto, rubandosi vicendevolmente luci e ombre (sembra di rivivere scena da “Lady Hawk” … anche se in contesti un po’ meno poetici)!!!

Dopo le classiche presentazioni (ognuno dice il suo nome e tutti dimenticano quelli degli altri ;-) ) si parte per recuperare lungo la strada Giuliano, che da lì a 2 ore si rivelerà essenziale e che per tutto il giorno verrà il nominato il brianzolo (io dopo tre minuti dalla stretta di mano e comunque fino a comunicazione avvenuta in serata via sms continuerò ad ignorarne il nome!!!).

Alle 9-9.30 siamo a 650 m. di altezza (sopra Albosaggia – zona Sondrio) con destinazione Campelli, ma già nella M.: la neve c’è eccome … e c’è anche una bella striscia argentata di neve-misto ghiaccio per i successivi 600 m. di dislivello!!! Intuizione, saggezza, disperazione, sorpresa e lancette dell’orologio si mischiano in un attimo e ci inducono a montare le catene al volo: qui il Brianza da il meglio di se e risolve un problemino logistico di montaggio (nelle mie catene Hertz mancano dei pezzi!!!) che poi io riuscirò comunque ad amplificare … infatti, a catene ormai montate, decido di tirarle ancora un po’ a mano e ne spezzo un gancio di raccordo!!! Forse troppa forza-peso? ;-D
Ce ne sbattiamo, le agganciamo in maniera rudimentale e saliamo con un lieto “tac-tac-tac-…” in 16/9 che ci scandisce i tempi di risalita (meglio che nei corsi di solfeggio!!!)

Durante la salita in auto incontriamo Giuseppe del CCM che risale con gli sci (lui ed il suo gruppo, una volta deciso di non montare le catene e di andare su direttamente con gli sci, si spareranno 1700 m. di dislivello e non so quanti km di sviluppo … forse 20, forse 30, … boh ;-o) … lo salutiamo e procediamo fino al parcheggio da cui partiamo a nostra volta.
La salita è tranquilla, ma esattamente come la settimana scorsa a metà strada mi saltano nuovamente i crociati posteriori!!! @#”%$&!*§ Da quel momento e fino alla cima decido per un approccio biblico: cambio tre volte religione e insulto tutte le divinità note di ognuna di esse; arrivato in cima guardo la croce in ferro, mi guardo virtualmente i crociati e decido che non hanno nessuna somiglianza, tiro un ultimo “porchino” e faccio mente locale all’epopea di Gilgamesh per preparami nuovi e “storici epiteti” per la discesa!

“Rifocillati e fotografati” si decide di affrontare il rientro per lo stesso percorso dell’andata evitando mio malgrado di partire subito con la parete nord (che peraltro pare una figata e che, in caso di neve abbondante e sicura, permette di arrivare fino a 490 m., … perciò segnatevela!). Purtroppo questa scelta ci costringerà a percorrere alcuni tratti sulla classica carrareccia, somigliante in alcuni casi più ad una pista di bob che ad un fuori pista, che peraltro, complice uno sci piantato su un cumulo di neve fresca sul bordo della stessa, mi trasformerà in un “bianco Babbo Natale lungo e disteso” raggiungendo lo stesso effetto di una sardina sottolio comodamente sdraiata a faccia in giù nella sua vaschetta di alluminio appena estratta dal frigorifero!!! ;-D

Stradina a parte la Nico aveva ragione; il bosco del meriggio è veramente da fiaba: larici radi, continui cambi di pendenza, dossi, avvallamenti e soprattutto … neve ottima e farinosa!!! Il gruppo si sottopone a diaspora completa: io e Stefano nel bosco (ovviamente ognuno con una direzione differente!), gli altri in parte giù per la stradina e in parte per il bosco … Figaaaaaataaaaaaaa!

Chiusura in un classico bar valtellinese (dove il tempo evidentemente si è fermato e tutti fumano indisturbati e imperturbabili) con la classica e dissetante birra e via … che si fa sera ed è quasi ora di cena ;-) !

Alla prox.

Giorgio (JC)

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