Mete impronunciabili e “montagne cornute”: Irgilihorn

admin lunedì, 8 febbraio 2010 0


Mete impronunciabili e “montagne cornute”: Irgilihorn

“SYNTHESIS ZONE”:
- Partecipanti: Io, La nico, Stefano (“The Melody”)
- Meta Originale: Sempione
- Dettaglio meta originale: Seehorn !
- Dettaglio meta finale: ZwischBergental – Monte Irgilihorn
- Dettaglio meta raggiunta … Tschawinersee (lago ante-cima)
- Le occasioni mancate: il bagno fra i ghiacci al lago artificiale sopra Pianeza
Il dizionarietto ;-) :
– Tal: valle
– See: mare (ma in montagna diventa “lago”!!!)
– Horn: corno
– Gletscher: Ghiacciaio
– Simplon: Sempione
– Mailand: Milano
– Straße: strada, via, …
– …

“PER IL RESTO DEL MONDO”:

Pare che la scelta fra fiumi e monti in questa stagione giochi brutti scherzi: appena deciso di partire per una scialpinistica mi arriva un tripla proposta per discesa in kayak, di cui una con partenza in orario non proprio canoistico (ore 7 a Lodi, ovvero ore 6.30 fuori casa) per una meta che “inseguo da 15 anni: il Montone!!!

Mi dispero un po’, ma ormai ho avviato un processo inarrestabile per andare a sciare e non posso dare buca! Pazienza, il Montone lo farò a 60 anni … pare infatti che ci sia un’opportunità ogni 3 lustri ed io la sto bruciando per la seconda volta!!!
“Mais chissenfroi” … domani la giornata sarà spaziale, il pericolo valanghe limitato a 2-3 e il puntello fissato di buon’ora, quindi la cosa si preannuncia gustosissima. Mi sento in serata con La Nico che mi propone una serie di mete impronunciabili tipo “xyzhorn”, “@#€%horn”, “1234horn”, … insomma una serie di “cornuti” di cui perdo consonanti e vocali ad una velocità superiore a Warp 9.2. Ringrazio per questa pioggia di altisonanti nomi e mi dileguo bofonchiando: “Vabbé decidiamo domani in auto, tanto la destinazione è comunque il Sempione”

Ore 6.30 – Certosen Straße – Mailand: … raccogliamo un evidentissimo Stefano Melodia che, con il suo piumino arancione, è impossibile da perdere e ci dirigiamo verso il Sempione.

Lungo il viaggio si accavallano i soliti aneddoti di scialpinismo e kayak, ci si racconta di come più volte accada di arrivare in frontiera senza documenti, di quanta pipì scappi, della colazione fatta al mattino e di quella ancora da farsi … finché, arrivati a 150 m. dalla frontiera ci si ferma per “l’ultima colazione” e “The Melody” se ne esce candidamente con un “Ops, … non ho dietro la carta d’identità!” Poco male … intanto, facciamo colazione, poi ti portiamo “al di là” e al limite ti ci lasciamo!!! He-he!!!

La colazione è uno spettacolo: al banco ordiniamo 2 cappucci, una brioche e un succo.
La barista: “Brioche non ne ho più, il succo come lo vuoi?”. “Ma, faccia lei, se c’è ananas o albicocca …” rispondo io. “C’è tutto: frutti esotici, tropical mix, … ah già, ma lei lo voleva all’ananas. Allora eccolo in arrivo, un momento solo … Oh, all’ananas non ce n’è più!”. “Non fa niente, faccia pure all’albicocca” replico io. Passano 10 minuti e il mio succo non arriva. Forse stanno raccogliendo le albicocche! Richiedo gentilmente il succo ed ecco che la signora, altrettanto gentilmente, tira fuori una meravigliosa bottiglietta blu e … voilà: un bel succo ai frutti tropicali! E vabbé, si vede che era destino!!! Ah, dimenticavo: nel frattempo la Nico decide di ovviare alla carenza di brioche con una Fiesta orange (una perché due al mattino ti ubriacano!!!); la prende, la scarta, la morde e immediatamente la proprietaria del bar, rivolgendosi alla sua aiutante, comanda: “Mettimi su le brioche” che le ho finite!!!!” Ecco, … ora potete immaginare lo sguardo allibito della Nico (ndr “allibito” perché a quell’ora il serial killer che era dentro di lei stava ancora dormendo)!

Ripartiamo per il Seehorn, superiamo il confine, parcheggiamo, guardiamo in alto e … oh-oh, merd!!! Il vento ha pelato completamente la cima: livello bassssssoooo!!!!
È un attimo: proseguiamo verso il Sempione, ma più si va in là e più si alza il vento. Cartine alla mano la Nico motiva e decide per un @#€horn a sud del Seehorn (valle nuova, isolata, a ridosso di un 4000, assenza di vento, … Insomma, l’inversione di rotta è immediata, si torna a Gondo e poi su per la ZwischBergental (faccio notare che in questa zona non c’è un nome pronunciabile senza crampi alla mascella …)

Arrivati sopra la frazione di Bällega (m.1208 s.l.m.) la strada è chiusa per neve, è già tardino e tira vento (eh si, purtroppo anche lì). La Nico parte in tromba, io e Stefano molto rilassati, facciamo 2 foto, ce la contiamo su, io torno indietro a prendere gli occhiali.
Mezz’ora dopo un bivio attanaglia le “giovani” menti bacate mie e di Stefano: a tutti gli effetti nessuno dei due ha ben chiaro dove cavolo si stia andando (quantomeno a me non lo era) e l’unica cosa che ci ricordiamo è “Qualcosa-horn”! ;-) Decidiamo quindi di fidarci del nome accattivante “Bergental” e di salire a destra per quella che sembra essere l’unica via possibile (l’alternativa sembrerebbero 3 ore di piattone fino al passo)! Ma forse ci siamo persi qualcosa … intanto io comincio a sentire “le voci”, le cerco e dopo qualche metro in salita mi appare una figura urlante persa nel fondo valle che si sbraccia e ci richiama all’ordine: è la Nico che ci avvisa che la nostra cima è a sinistra della valle e non a destra. Questo mi costerà almeno 10 minuti di presa per il culo continua, ma d’altra parte l’ipotesi di enumerare un numero imprecisato di “corni in tedesco” ad uno con l’alzheimer incipiente come me, sperando che il giorno dopo ne isoli uno, lo cerchi sulla mappa e decida che proprio quello denominato “Irgilihorn” sia quello giusto è altamente improbabile. ;-D

Da lì in poi la salita si snoda in un ambiente da favola fino all’alpeggio di Waira (1850 m. s.l.m.) dove Stefano (reduce da un 1200 m. del giorno prima e) e la Nico (alla sua prima uscita stagionale) decidono di fermarsi per prendere la tintarella e mangiare.
Sono le 12.45 e la neve lungo il percorso in discesa sarà a breve in rapida trasformazione. Io, nonostante l’out-out di Stefano e Nicoletta che mi impongono di girare i tacchi alle 13.30 in qualunque posto mi trovi, decido di salire ancora un po’, se non fino alla cima, almeno fino al Tschwinersee (che sulla cartina si chiama Tschroiner perché evidentemente con questi nomi non ci capiscono più nulla neanche i cartografi dell’Istituto Geografico Svizzero).

Arrivato a 2150 m circa è l’ora X: scatto qualche foto, do il mio arrivederci alla cima che mi sovrasta a quota 2458 e batto i tacchi. Dal lago alle baite la discesa è uno spettacolo (farina pura), ma anche la parte sottostante nel bosco, a parte qualche pezzo piatto di raccordo, non è assolutamente niente male … ululati di sci alpinisti/e infoiati si susseguono per tutto il tratto!
Peccato che a fondo valle ci tocca nuovamente un pezzo ultrapiatto fino all’auto che non permette di sciare, ma non fa nulla … ormai il miraggio “birra” ci ha ottenebrati e posseduti …

A proposito, se mai ci sarà una prossima volta al rientro sarà imperativo il bagno nel lago gelato di fondo valle!!! Giurin-giuretto!

Alla prox
Giorgio (JC)

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