San Bernardino (Einshorn): vette senza cime … cime senza nome!

admin lunedì, 22 marzo 2010 0


13-03-2010, San Bernardino (Einshorn): vette senza cime … cime senza nome!

“SYNTHESIS ZONE”:
- Si va, si parte tardi, non si sa chi c’è e quale sarà la gita!
- Partecipanti: Io, Piero (The Arc O’ Stanz), Raffaella, Emanuele, Carlo e Annamaria.
- il pacco: qualcuno lo dà sempre … ma non rivelerò chi, come e quando!
- La cima: inesistente e sconosciuta … ecco l’Heinshorn una meta “senza vetta” per soli locals!!!
- La domanda del giorno: perché Carlo ha degli sci “ultimo grido” e Annamaria (la moglie) invece no? Le teorie a sostegno delle differenti tesi sono innumerevoli e tutte da scoprire!!! ;-)
- il cellulare, insostituibile arma del demonio, imperversa nei taschini di Piero e di Emanuele, ma alla fine, forse, l’hanno vinta loro! Però stiamo ancora aspettando di sapere come sia finita con “Amanda, la guida messicana” ;-)
- Più tre anni dopo entriamo vestiti da sci laddove Daniela era entrata neoprenizzata!
- Il castagnaccio della Raffa imperversa e conquista il San Bernardino
- Rientro presto come non mai: alle 16 già tutti abbronzatissimi a Milano.

Foto a breve su www.brianzatour.org

“PER IL RESTO DEL MONDO”:

Il classico sms del venerdì sera mormora sommessamente “Si va, si parte tardi, non si sa chi ci sia ed in compenso non si conosce di che scialpinistica si tratti” … unica certezza (ma a questo punto comincio a nutrire qualche dubbio) è che la zona dovrebbe essere quella del San Bernardino.
Ecco, questo in sintesi il preambolo della gita di sabato l’altro! :-o

Sinceramente devo dire che date le premesse (un orario più canoistico che sci alpinistico, completa assenza di un contatto diretto con gli organizzatori, forte possibilità di pacco dell’ultimo minuto da parte del mio unico riferimento) era più la voglia di andare in canoa che sugli sci, ma complice la poca acqua, un ipotesi Vara, fiume che non mi ha mai appassionato, e soprattutto il motto “Mai desistere dalla strada intrapresa se non per morte accertata” decido per i monti. ;-)

Con l’anima in pace mi alzo puntuale (questa volta anche troppo), mi pento per qualche minuto di quello che sto per fare (la voglia di girarsi dall’altra parte è fortissima e d’altra parte, come previsto, qualcuno lo farà da lì a poco ;-) ) e, alle 7.08 mi trovo in VialeCertosaaculodell’autodiPiero che anche lui, come me, arriva con ben 20 minuti di anticipo (ovvero abbondantemente in ritardo rispetto ai soliti nostri orari)!!!
Al parcheggio c’è mezza SEM (una delle sezioni del CAI di Milano); dopo un breve saluto alle facce note ci mettiamo in attesa del resto della banda (che peraltro non so da chi sarà composta). Poco dopo appaiono Raffella, Carlo, Annamaria ed Emanuele, ovvero una faccia nota, una un po’ meno nota e due completamente ignote … così la scala della conoscenza è completa!.
Due presentazioni (con le facce non note ;-) ) e la combriccola è già in moto verso nord.

Arrivati al San Bernardino sulla destra si presenta una della più belle pale che abbia mai visto in vita mia (giudicata subito come assolutamente da farsi, ma partendo molto prima) … pare sia il pizzo uccello (Esposizione sud) che avevo visto sulla guida la sera prima e che speravo fosse la nostra meta … e invece no! Infatti, mentre siamo ancora lì che esclamiamo “MA HAI VISTO CHE FIG… DI DISCESA?” oltrepassiamo la galleria sotto il passo e ci fermiamo praticamente all’imbarco dell’Hinterrhein (da un punto di vista canoistico irriconoscibile per la quantità di neve e ghiaccio che lo copre); lì valutiamo se proseguire per un’altra meta o se salire da dove ci troviamo, ma visto che ormai la gita e basata su orari pressoché canoistici decidiamo di vagare anche un po’ (evidentemente l’anarchia canoistica prima o poi contamina anche gli alpinisti più puri ;-D) verso una meta nota solo ai locals e a qualche fortunato che dagli stessi ha avuto la “solita dritta” … e Carlo è uno di questi ;-) .

Arrivati a Neufenen (1569 m.) riconosco il parcheggio del ristorante da dove partiremo: ci troviamo esattamente dove Daniela, nel Settembre del 2006, uscita dall’Hinterrhein a metà discesa, parcheggiò la canoa in mezzo ad una fila di moto di grossa cilindrata per poi piazzarsi all’interno del locale in muta, giacca d’acqua e salvagente ad aspettarci … UN VERO MITO!!!

Bando alle ciance: sono ormai le 10!!! … attraversiamo l’autostrada e procediamo verso sud. La salita si presenta, come spesso avviene in Svizzera, all’interno di uno scenario da fiaba (guardate le foto sul BT e capirete): a sinistra imponenti couloir e maestose cascate di ghiaccio coperte di neve, a destra boschi e pendii immacolati sovrastati da una grandioso anfiteatro di rocce che forma il crinale est dell’Heinshorn, la cui base, in prossimità di una sella “sul nulla”, è la nostra apparente meta … e infine, al centro, noi, i camosci e un’infinità di impronte di tutte le misure!!! :-)
Dopo un paio di micro-pause a suon di cioccolata al rhum cubano, fichi secchi siciliani, the alla menta egiziana (il tutto molto etnico per essere in Svizzera) e due ore e un quarto di ascesa eccoci “in cima” (2450 m. circa): davanti a noi un canalone infinito coperto da slavine, dietro di noi 900 m. di polvere come quest’anno non ne avevo ancora vista, il tutto con una giornata spaziale!
Partito da casa un po’ gnecco, ora mi ride anche il “BIIIIIIIIIP”!!!!

Carlo conduce magistralmente la discesa fino a quando ci separa in due gruppi:
- io, lui, raffaella e Annamaria a sx per cercare di stare alti e oltrepassare il torrente ghiacciato lungo sentierino strettissimo e insidioso (da dove pare che Adriano l’anno scorso sia caduto di sotto una volta “rimbalzato da una pianta”) ma che offre un passaggio certo;
- Piero ed Emanuele nel bosco a destra del torrente … e va tutto benissimo fino in fondo, laddove il magnifico bosco innevato finisce, la montagna precipita e il torrente va attraversato comunque!!! L’attraversamento avviene, si, … ma scendendo prima e risalendo poi per 20/30 m. una costa semiverticale con la neve fino all’anca, una cornice da evitare, le piante che ci mettono del loro e, ovviamente, a scaletta e senza pelli … Il giochetto gli costerà nell’ordine: un paio di quarti d’ora, due telefonate (Emanuele era ossessionato da un cliente mentre Piero, una volta in cima, si trovava costretto a fare il PR nell’attesa), un cuore nuovo (mai consegnato) e soprattutto … una gran fatica e, con buona probabilità, anche qualche insulto diretto lassù. ;-)

Arrivati al parcheggio ci fiondiamo al ristorantino (questa volta etnico vero) dove ci dedichiamo con passione alle zuppe locali (Gulasch, orzo, orzo e Wienerwurst, …), mentre Raffaella e Carlo circuiscono il personale del locale con una meravigliosa variazione del tipico “castagnaccio alla Raffa” dove rosmarino e scorzette di arancio creano un meraviglioso connubio che incanta anche “lo chef”!!!

Alle 16 sono a Milano, pronto per la trasferta “Madesimo in famiglia” del giorno dopo dove il mi’ figliolo Federico guiderà alla scoperta della valle il suo compagno di scuola Cristian e noi indottrineremo verso le bellezze dello sci la sorella Noemi XD, mentre i loro genitori vagheranno a piedi per boschi dove da secoli vaga un maligno mal di testa che ne rintraccerà i loro corpi mortali per colpirne in brevissimo tempo almeno uno e lasciare incolume l’altro!!! Ma tutto passa … e la giornata è ancora una volta mittticaaaaa!!!

Alla prox
Giorgio (JC)

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