“SYNTHESIS ZONE”:
- come al solito non si dorme mai
- Partenza 1779 – Arrivo 3289: Dislivello 1546 (e ci è andata di gran lusso)
- Partecipanti: un mucchio di gente (10 corsisti SA-2 e istruttori vari …)
- Vista a 360° e Zona con panorami “bestiali” … molto consigliata
- Peccato per la neve che non era il massimo (chi dorme non piglia pesci …)
- ARVA a Go-Go
- Riserve di birra di Noasca … finite!!!
- Segnalazione gastronomica: merendoni a costi estremamente contenuti disponibili al “Ristobar Gran Paradiso di Noasca” (Via Umberto I, 2 … praticamente in piazza) con possibilità di pernottamento
- Grande sfiga fotografica: blocco della messa a fuoco e gran parte delle foto da buttare @#€!£?&!
- … e intanto quast’anno la canoa può attendere ancora un pò!
“PER IL RESTO DEL MONDO”:
E’ solo Giovedì, sono a Roma e ricevo una mail che ricorda che la 1° gita del corso SA-2 (N.d.R. corso di scialpinismo avanzato) è stata anticipata di un giorno: Cima del carro con partenza ore 5 da Milano. Istantaneamente il cervello si affolla di neuroni impazziti ed è una delle poche volte in cui i suddetti bastardi si fanno vivi!!! Subito realizzo che sono nella M. Infatti:
- non ho le scarpette degli scarponi … le ho ordinate e dovrei ritirarle sabato ma avendo perso il dono dell’ubiquità da qualche tempo credo dovrò inventarmi qualcosa)
- il ritorno è ipoteticamente venerdì sera dopo una settimana in giro e … l’ultima cosa che avrei sognato era una sveglia alle 4 (mi sa che la maledizione dell’inaffidabilità della pianificazione delle mie attività canoistiche si sta riversando anche sullo scialpinismo )
- non posso stampare al volo cartine, descrizioni, ecc. …
- ma soprattutto … sono previsti circa 1650 m. di dislivello … e chi li ha mai fatti? Azzz …
Meno male che per ogni quesito e perplessità c’è sempre una risposta pronta: “No problem!”
Venerdì, ore 22 circa: ingresso in casa e sbancamento valigie, a seguire recupero scarpette che gentilmente il cognato si è offerto di ritirare al posto mio, pizzone al trancio per tutti e in sequenza stampa cartine e descrizione gite, verifica previsione valanghe, identificazione del luogo e preparazione materiale … a letto all’una e mezzo e sveglia alle 3.30. Un vero affare!
Alle 4.45 (ben un quarto d’ora di anticipo per me assolutamente innaturale) sono alla ex De Agostini. Pochi minuti dopo arriva un’altra anima in pena, ma non c’entra nulla con la gita: … è Giuseppe (anche lui canoista/scialpinista) in cerca del suo compagno di gita che latita!!!
Da lì a poco il parcheggio si affolla: la gente mormora e le auto si riempiono, Chiapili di sotto ci chiama e noi … temporeggiamo ancora un po’!
A tempo di record arriviamo a Chiapili di sopra (bene, bene, 90 m. di dislivello in meno!!!), sono solo le 7.24 e siamo già ben sopra gli 0° C … mi sa che la cosa oggi si fa liquida!!!
Mantenendo il nostro atteggiamento “No Problem” … si creano i gruppi e al grido di “Alè si va” si parte fra “quiz e spetteguless”, ma il fiato dura poco: dopo circa 800 m. di dislivello le nuove scarpette si presentano nella loro vera veste … sono due stivaletti malesi di eccezionale potenza e qualità, oggetti che neanche la Santa Inquisizione avrebbe potuto pensare!
Meno male che Giacomo ci tiene impegnati con domande sul rigelo, l’osservazione del territorio, la trasformazione della neve, i camosci (maledetti animali cornuti che corrono felici sui loro zoccoletti, mentre io i miei vorrei tagliarmeli ;-/), l’orientamento, gli itinerari, le tracce, le microtracce, la carta … e anche qualche fuori programma dovuto al fatto che potevamo, anzi dovevamo osare di più per evitare alcuni saliscendi! Ma va bene così.
Intanto il trenino composto dai “vagoncini istruttore-allievi” si rimescola di continuo come l’acqua in ebollizione e procede come un lungo serpentone: c’è chi va, chi viene, chi insegue, chi sorpassa, chi si ferma, chi arranca, chi si nutre, chi ci lascia i ventricoli, chi sorride, chi canta e chi si schianta, chi stramazza e si rialza, … e, ovviamente chi bestemmia in silenzio: quest’anno è già la seconda volta che utilizzo l’approccio biblico alla risalita cambiando religione ogni 15 minuti (nel caso in questione il metronomo di tale variazione è stata l’estrazione del piede dal suddetto bastardissimo stivaletto malese) e preferendo le religioni politeiste, perché garanti di maggiori spunti per l’insulto delle relative e numerose divinità in esse presenti!!!
Con grande stupore (e chi l’avrebbe mai detto) arriviamo tutti in cima (fra i primi e gli ultimi non passa più di un ora) ed è subito spettacolo: Gran Paradiso e Monte Rosa a Nord-Est, Barre des Écrins a sud-Ovest, … insomma se vogliamo aggiungerci tutta una serie di cime note ai soli addetti ai lavori (io ovviamente non mi ricordo un nome che sia uno …) la vista è maestosa!
E veniamo alla discesa: in genere tralasciando i masochisti (che potrebbero restare a casa con la mazzetta di cuoio borchiato), dopo la salita dovrebbe esserci l’apice del godimento e in effetti il pendio non sarebbe neanche male … peccato solo che, complice uno zero termico a 2700 m. e il fatto che in effetti ce la siamo presa un po’ comoda (e forse è stato meglio così), la neve risulti un po’ traumatica (nel senso che in alcuni casi il trauma ci poteva anche stare)!!! Comunque niente di insormontabile … arrivati in fondo si alza il vento e quindi perché non eseguire una classica delle classiche, ovvero una bella serie di prove ARVA in cui ognuno di noi scoprirà che il proprio e gli altrui ARVA nascondono segreti e misteri degni di Voyager?
Arrivati alle auto eseguo l’autopsia dei miei piedi: 3 vesciche, un unghia nera e tagli fra il terzo e quarto dito del piede … è evidente che le scarpette nuove sono da modificare o buttare.
La giornata si conclude in maniera ovvia: si parte con “qualcuno mangia/beve qualcosa prima di tornare indietro?” per proseguire con “Ma si, una roba veloce …” e continuare con “Ragazzi, giusto un panino perché se facciamo merenda non torniamo ne usciamo”, ma vincono i facinorosi e, al messaggio neanche troppo subliminale della proprietaria del Ristobar Gran paradiso “Faccio un po’ di affettati e formaggi misti? …” si scatena il tripudio di forchette, bicchieri e companatico.
In soldoni si po’ dire che questo corso pare bruciare parecchio!!! AHAHAHAH!!!
Concludendo da lì a un ora il bar aveva terminato la birra, chiamato tre consulenti amministrativi per la determinazione esatta del conto, modificato completamente la geometria del locale e messo in ristampa i biglietti da visita … il tutto per 8,80 € a testa che peraltro non coprivano neanche il conto originale!!!
PS: e ieri sono andato a termoformare “le morse” per il Rutor di domenica prossima … sperem!!!
Bona lì.
Giorgio (JC)