Grand Ruine … un nome, un programma

admin mercoledì, 26 maggio 2010 0

“SYNTHESIS ZONE”:
- 22-23/05/2010: Francia – Col du Lautaret – Rif. Alpe de Villar d’Arène – Grande Ruine
- Tempi e distanze: 28 km di sviluppo per 14/15 ore complessive (2 ore al 1° giorno … il resto mancia!)
- Scialpinisticalciatori: Fulvio e Luca che per amore dell’Inter si sparano valle-rifugio-valle-rifugio in notturna (con televisore al seguito!!!) :-o
- Dislivello per i normali: 417 m. al primo gg. + 1686 al 2° + rientro Park
- Dislivello per gli anarchici e gli scoppiati: 417 m. al primo gg. + 1540 al 2° + rientro Park
- Dislivello per gli scialpinisticocalciatori: 1251 m. al primo gg. + 1686 al 2° + rientro Park
- Cima 3668 (ma non per tutti)!
- Partecipanti: camosci, ermellini, marmotte, orsetti delle nevi, clown d’altura, gitanti notturni, … e molti altri “animali” (il solito gruppo di sfaccendati del corso SA2)
- Da segnalare: panettiera rossa con gli occhi verdi e vari momenti anarchico-insurrezionalisti lungo la salita ;-)

“PER IL RESTO DEL MONDO”:

Da domenica sera gli sci saranno rivettati in cantina e gli scarponi abbandonati in una morsa di fango almeno fino all’inverno prossimo (o fino ad Agosto? … boh, vedremo!), ma nonostante ciò l’ultima della stagione, almeno per me, sarà indimenticabile per svariati motivi:
- perché sabato pomeriggio sono riuscito a vincere il caldo torrido facendo l’orsetto delle nevi durante le prove di scivolata e di arresto con picozza …
- perché l’ascesa alla Grande Ruine , con partenza dai pressi del Col du Lautaret, nonostante possa essere descritta come una discreta sfacchinata, si svolge in un ambiente superbo con vista su numerosi ghiacciai sul Dom de Neige, e soprattutto sulla Barre des Ecrins
- perché (cosa che mi succede raramente se mi prefiggo un obiettivo) ho deciso di lasciar perdere ogni mio principio concedendomi invece una sana ora di svacco a quasi 3600 m. col clown delle nevi, invece di andare in conserva sulla cresta che era lì a guardarmi.
- perché devo proprio dire che il gruppo SA2 al gran completo (corsisti e istruttori ) si è confermato nella sua eterogeneità, comunque compatto e soprattutto completamente folle nelle sue mille sfaccettature ;-)
- perché marmotte, ermellini, camosci e mille altre meraviglie naturali ci hanno accompagnato sin dal sabato per poi rifarsi vive dalle 3 e mezza del mattino della domenica fino a pomeriggio inoltrato … :-)
- perché il ghiacciaio di fondo valle era eterno, ma in un piccolo gruppo siamo riusciti ad evitarlo da metà in poi (anche se con qualche canalino un po’ disagevole ;-) )
- perché … beh di perché ce ne sarebbero altri mille, ma veniamo ad una microcronaca che stavolta è tardi … sono le 4.30 AM e sono reduce dalla compilazione di ben due 730 … e questa si che è un attività che ti logora!!!

Dopo una settimana esagerata ero sicuro che non mi sarei dedicato allo scialpinismo e che anzi avrei rinunciato all’ultima uscita del corso per lavoricchiare e dedicarmi finalmente alla canoa trascurata da mesi, ma poi … non so bene il perché, alla fine ho ceduto giurandomi: “questa volta relax, non si va in cima e magari ci si ferma direttamente al rifugio!
É sabato: con tutta calma il “gruppone vacanze” si fionda verso la Francia (zona Briançon) ed io con loro … in territorio francese veniamo “rapiti” in 4 dai formaggini di capra, da dei filoni di pane al forno, ma soprattutto da una rossa panettiera con occhi verdi che ce li porge.
Arrivati al parcheggio da cui partire per il rifugio Villar d’Arène fa un caldo che mollami, ma il tratto alto della Romanche e i suoi mille micro-affluenti mi delizierà con fresche acque di nevaio che mi ritempreranno di continuo … diciamo pure che al rifugio è come se ci fossi arrivati a nuoto!!!
Appena arrivati gli “animatori del villaggio vacanze SA2” ci coopta subito per un’esercitazione di salita su pendio ripido e manovre di autoarresto con picozza (dove la neve mi riporta subito in temperatura :-) ) … poi, da lì a poco, sotto lo sguardo attonito di un folto pubblico di marmotte, i nostri “creativi” ci piazzano anche una bella ricerca ARTVA di gruppo con ricerca di sepolti multipli … molto bene!!!
E’ quasi ora di cena (in Francia si fa tutto prima: si mangia prima, si dorme prima, si fa colazione prima, si sale prima, si scende prima si … prima … no quello no! Quello si fa quando si vuole!!! ;-) ) … ci servono una zuppa che alcuni elementi del gruppo utilizzeranno il giorno seguente come propellente per salire in vetta, spezzatino verdure e riso all’amuchina decorato al prezzemolo: una “chicca irrinunciabile”!
Ore 19.30 … Luca estrae il televisore portatile con l’idea di vedere la partita dell’Inter, ma da lì a poco l’organizzazione crolla ed inizia l’anarchia: il “portabile” non prevede l’opzione “pile” e al rifugio si va a 25 Volt! Il tentativo di seguirla alla radio viene rimbalzato dai gestori dei rifugisti … e allora? Che si fa? … Colpo di testa … Fulvio e Luca partono di nuovo in direzione valle (tanto sono solo 400 m di dislivello ad andare ed altrettanti a tornare : torneranno a mezzanotte con lo sguardo sorridente per la vittoria dopo avere passato la serata in compagnia di birra e di 22 dementi che corrono dietro ad una palla!!! Oh, ognuno ha le sue manie!!!

Ore 2.50: sveglia, colazione “rapida” già imbragati e via. Dopo qualche centinaio metri a piedi abbandoniamo tumulandolo parte del carico sotto un sasso (lo riprenderemo al ritorno) … con la chilometrata che ci aspetta è meglio viaggiare leggeri. Dopo circa tre ore del “Glacier de la Plate des Agneaux” (il nome la dice lunga) non si vede la fine … tutti procedono verso ovest seguendo quanto dice la descrizione della gita, mentre Renata, io, Laura ed Arthur ci spariamo direttamente in direzione Nord-ovest verso il rifugio Planchard, lungo una serie di incantevoli, ma anche slavinati, canalini. Gli altri passeranno invece per “le Glacier de la classe Deserte” e ci ritroveremo tutti dopo il Col de Neige.

Durante la salita (non proprio tutta rose e fiori) Arthur vede la Madonna nera di Czestochowa più volte … io invece no perché con lei avevo già avuto ampi dialoghi durante la precedente gita ed immagino che per un po’ non si presenterà al mio cospetto!!! ;-)
Arthur decide per una lunga sosta mente noi saliamo e lì prendo la mia decisione: oggi no! Arrivati a un centinaio di m. dalla cima decido che “non ho voglia di salire ancora” e che è ora di fermarsi (peraltro con l’anarchica idea di raggiungere Arthur più a valle e scendere direttamente per sfruttare la bellissima neve probabilmente ancora ottima fino a valle).

All’improvviso si presenta il clown Persichetti (della scuola circense d’alta quota) e organizziamo subito un “campeggio estivo” … Entrambi concordiamo che questa volta la siesta ci sta e mentre gli altri si dedicano al bondage in cresta (alcuni passano magistralmente in conserva, mentre altri precipitano fermandosi grazie all’esercitazione del giorno prima e a qualche “porchino” che può sempre aiutare) no ci si abbronza!!! Due veri indisciplinati … ma nonostante l’immaginabile dissenso del Corpo Istruttori ritengo che il motto del Brianza Tour “Il canoista migliore è quello che si diverte di più” possa essere facilmente applicato anche allo scialpinismo e quello … era il momento giusto! ;-)

La nostra postazione è idilliaca, a un passo dalla barre des Ecrins che si staglia alla nostra destra e della Grande Ruine di fronte a noi!!! Ci manca un Lucano, ma riusciamo a sopravvivere egregiamente col conforto della crema solare!!! ;-)

Arriva anche Arthur e, con il resto del gruppo, si inizia un discesone, dallo stesso lato della nostra salita per evitare l’infido Col de Neige: la neve, almeno fino ad una certa quota è notevole … grande sciata … sicuramente, nonostante l’ora, superiore alle aspettative di tutti.

Arrivati al piattone si scivola veloci verso il rifugio (anche troppo … infatti prendo anche una facciata da urlo sulla neve ribaltandomi come una molla) per poi tornare a valle abbastanza demoliti. Ma non importa: la Romanche mi aspetta per il classico bagno di fine gita nelle sue gelide acque mentre il ritorno ci presenta ulteriori sorprese: la Mi-TO, come al solito bloccata ci offre più di una possibilità di svago e ci innaffiamo da un auto all’altra durante le soste dovute ai classici ingorghi da cantiere!!!!

Non so se mai ci sarà una prox uscita tutti insieme, ma nonostante qualcosa mi sia mancato (la canoa) e qualcosa sia stato di troppo (il caldo) posso affermare che il corso SA2 è stato mitico!!!

Fuori albeggia e non resta che il festone di fine corso … Tutti pronti e imbragati?;-)

Giorgio (JC)

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