Artogna

Frederik Beccaro lunedì, 7 giugno 2010 0


Grandissima giornata di “canoa avventura” sabato e report che grazie alle grandiose foto di Spigno non potrà che essere spettacolare.

Il tutto inizia giovedì 3 quando Swarz mi messaggia con “ciao Fred andiamo a fare Artogna sabato”
Tempo di battere la mia risposta “le canoe come le portiamo? che già mi richiama per raccontarmi come procedere con l’elicottero. Mi prendo 3-4 ore per rispondere, in realtà il mio cervello dice già di si.
Chiamo l’altra metà alias Spigno (devo consolidare il fidanzamento) inizio a spiegare, ma basta arrivare alla parola ELICOTTERO che la risposta è già affermativa.
Tralascio a che ora sarei stato disposto a partire venerdì notte per suoi affari galanti.
Il gruppo è composto o quasi… Mi viene in mente Dario Stanghellini che non si tira indietro su passaggi importanti, chiedo permesso a Swarz e via, venerdì sera ci ritroviamo quasi tutti a Varallo alla Sfinge pronti per quest’avventura.

Con il camper ci rechiamo a Mollia al parcheggio di Ancamon dove l’indomani alle 10 abbiamo l’appuntamento con l’elicottero.
Per le 9 siamo già tutti e 7 li, iniziamo ad impacchettare in quanto gli assistenti di terra del mezzo ci riferiscono che sono pronti e chiameranno la libellula quando saremo tutti operativi. Breve breafing su come sull’uso del mezzo ed ecco che da da Alagna con una manovra stile apocalise now arriva l’elicottero.
Saliamo Davide, Roberto ed io assieme ad un operatore, seguiti poi dagli altri quattro e dalle canoe che vengono agganciate e portate su lungo la valle.
Rispetto al primo gruppo veniamo lasciati circa 500 metri a monte ma sulla sponda giusta. Scendendo Davide e Paolo sembrano abbastanza caldi e pronti addirittura a fare i passaggi ben sopra l’imbarco, molti sono fantastici ma per fare tutto bene ci vorrebbero almeno 2 giorni.
Troviamo il ponte di ferro crollato e la diga naturale causata da frana e ci imbarchiamo qua sotto.
E’ già passato un’ora e mezzo da quando l’elicottero ci ha lasciato, la camminata è stata di almeno 40 minuti, non male come inizio
Il primo passaggio lo apre Davide è uno scivolo, l’unico passaggio realmente obbligatorio della discesa, comunque li faremo TUTTI.
Parte Davide seguito da Stefano e Paolo che fotograferanno e riprenderanno tutto.
Davide nel frattempo si fionda a guardare il passaggio successivo, “tutto buono centrale c’è un saltino” Sti cazzi a vista un bello slide da 5-6 metri. Noi anziani lo riprendiamo un po, più che altro perché non abbiamo fretta e due belle foto non guastavano.
Il passaggio successivo è uno slide di almeno 30 metri su roccia inclinata, sballo puro, basta tenere la destra.
Qui finisce la prima gola e c’è un km abbondante dove si bisogna cercarsi la via e dove per mancanza di un una via reale bisogna andare a piedi.
Raggiungiamo un ponte in ferro che è quello della mulattiera che passa da destra a sinistra orografica. Qui inizia la seconda gola. Il primo slide è abbastanza semplice di 5-6 metri arriviamo poi ad salto da almeno 9 metri in curva, non è netto, purtroppo per le nostre schiene, costole e via dicendo. Comunque ci vuole un gran pelo per farlo. Stefano che parte per secondo chiude poco la curva e quando arriva in fondo viene letteralmente strappato dalla canoa, si vede nel filmato che prova eskimo ma la barca non è più sotto il sedere…
Avevo una mezza idea di trasbordare il passaggio in quanto già Davide, ventenne, descriveva il passaggio come 3 bei cartoni e sei nel lago… ma la nuotata di Stefano mi dava l’occasione di portarmi a + 1 sul nostro conteggio bagni/anno, non potevo lasciarmi perdere un’occasione simile. Morale fatto ma che botta al secondo colpo salta il paraspruzzi, mi incasso e la pagaia tra costole e pozzetto mi fa prendere una bella tronata, un dolore niente male. Comunque lo rifarei in futuro.
Il passaggio successivo è abbastanza semplice ma siamo tutti un po tronati dal saltone precedente e quasi quasi lo trasbordiamo, Stefano si fa coraggio e si caccia giù, tutto ok si passa senza problemi. Dolorante lo faccio anch’io.
Una strettoia con un imbutino, Swarz riesce a farlo all’indietro e quindi deve stappare per mancanza di spazio, io ero avanti un po dolorante, visto che era fuori me ne sono andato. Sorry
Arriviamo poi al secondo saltone, uno slide su di 4-5 metri, un corridoio di una dozzina di metri e un salto verticale di altri 12 metri minimo. Potente, potente. Soffrendo di vertigini per me è già un casino andare sulla soglia per fare le riprese. Comunque mi lego ad un albero con la corda da lancio e mi metto sul ciglio. Apre Maifré che purtroppo arriva di taglio e nuota. Stefano non è ancora pronto con le foto quindi non ‘c’è traccia ne del salto ne del bagno e la mia ripresa fa letteralmente schifo (scusa)
Come secondo si butta Davide e a 2 metri dall’impatto getta la pagaia per evitare di farsela strappare, seguono Dario che si chiude perfettamente ma riesce inspiegabilmente a sgarbellarsi una mano (2 punti)
Dopo vanno Roberto, Swartz. Io dolorante avevo una mezza idea di trasbordare ma ho convenuto che era meglio saltare piuttosto che provare da solo il trasbordo. Stefano mi ha aspettato nella prima pozza e poi ci siamo cacciati. Sono oramai un over 40, vecchia scuola e la testa per chiudermi fino in fondo non c’è ancora del tutto , morale appena ho toccato l’acqua ho mollato la pagaia ma fortunatamente ho un buon eskimo con le mani.
Ancora qualche centinaio di metri ed arriviamo al ventaglio, il sentiero è appena li sopra, la costola mi fa male, Seppure si tratti di un passaggio di una certa difficoltà è nulla rispetto a quanto appena fatto, decido di smettere li. L’idea di atterrare sulla costola dolorante mi convince a lasciar perdere. Gran bel passaggio, gli altri lo pennellano tranne Dario e Swarz che rimangono troppo a sinistra sul trampolino e non ottengono la foto stile rampa.

Centro metri a monte del passaggio c’è la mulattiera che scende verso Campertogno
E’ a picco sulla gola ma camminando piano piano si arriva al parcheggio gasati per l’impresa ma decisamente cotti.
Così cotti che domenica molti di noi non sono nemmeno scesi.
E oggi ho ancora i muscoli ben indolenziti. Non abbiamo più vent’anni e si sente

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