Scoccia in seconda

admin venerdì, 19 novembre 2010 0


Un pomeriggio avventuroso, non c’è dubbio. Quando Alberto mi ha proposto la discesa dello Scoccia, dalle sue parole si capiva benissimo che non sarebbe stata una passeggiata, ma la realtà ha superato ogni aspettativa.

Lo Scoccia scende dalla parte più alta del Mottarone. L’imbarco è a Gignese, lo sbarco a Brovello (Carpugnino).
All’imbarco di Gignese presenti:
Alberto KTT: team leader e motivatore
Claudio CS**: senior paddler e tappatore dei sifoni
Stefano CCN: senior paddler aggiunto
Alex KTT: junior paddler
Descriverei la nostra discesa come una serie di burbate senza soluzione di continuità:
Burbata 1: il gruppo che aveva sceso questo torrente 5 anni fa aveva saltato la prima goletta a Gignese, perché assolutamente impossibile ispezionarla, ed impossibile uscirne a metà. Noi invece decidiamo di scenderla. Ci imbarchiamo così alla centralina sotto al ponte della strada Gignese – Armeno.

I primi passaggi sono belli, poi incontriamo un castorama*** che blocca l’intero fiume. Trasbordone, e dopo 10 metri altro tronco di traverso. Già che sbarchiamo vado a piedi a vedere cosa succede dopo la curva: GLAB!!! La pendenza diventa esagerata, una frana ha invaso l’intero letto del torrente riempendolo di alberi e massi. Per fortuna, anche se complicato, il trasbordo è possibile, camminando sui massi della frana. Conclusione: il 50% della goletta è navigabile, l’altro 50% camminabile con canoa in spalla e con qualche dote acrobatica.

Burbata 2: fuori dalla goletta il torrente diventa più semplice. Ad un certo punto mi distraggo a guardare a monte e non vedo che Alberto si è fermato. Gli vado addosso, pasticcio mi giro, non c’è fondo, provo un eskimo, niente, stappo e bagnone! Il fatto è che questo bagnone è stato fatto su un tratto di 2° e con una spanna d’acqua. Sob!

Nel frattempo perdiamo il junior paddler: Alex getta la spugna ed esce: troppe raschiate sui sassi, non vuole rovinare la canoa nuova della moglie.

Burbata 3: la discesa procede piuttosto faticosamente. I tronchi di traverso non danno tregua. Ogni tanto si attraverso stupende golette con saltini e scivoli, ma bisogna continuamente fare i conti con questi maledetti tronchi, a volte posti in tratti con corrente veloce e senza morte. Ad un certo punto io e Alberto ci fermiamo per un tronco che attraversa l’intero fiume 10 cm sopra l’acqua. Claudio no. Lui vede il trondo a pelo d’acqua e decide di provare a scavalcarlo. Quando ormai non c’è modo di fermarsi di accorge di avere avuto un miraggio. Non gli resta che sganciare il paraspruzzi prima dell’impatto e salvare il salvabile. Recuperiamo i suoi pezzi in fiume e ripartiamo.

Burbata 4: Alberto apre in solitaria e cerca di infilarsi sotto un altro tronco mentre noi non eravamo vicini ad aiutare. Per fortuna è lesto ad auto salvarsi e a fermare i nostri kayak quando arriviamo sul posto. Grande team leader!!

Burbata 5: arriviamo alla gola finale alle 17.10, ormai è quasi buio. Potremmo uscire anche prima della gola finale, ma essendo davvero carina vista dall’alto, la imbocchiamo. Come la imbocchiamo, la corrente senza morte porta ad un passaggio ostruito da un ramo. A dx si potrebbe passare, ma il passaggio è angusto. Io e Alberto sbarchiamo, Claudio, da vero temerario, va….. Per accorgersi che il passaggino a dx non si riesce a prendere a causa di un sasso sommerso! Finisce addosso al ramo, che se ne va giù, ma la sua canoa resta lì incastrata. Che succede? Io e Alberto accorriamo: il ramo era incastrato in un sifone, che dall’imbarcazione non si vedeva, e che ora sta cercando di papparsi Claudio e la sua canoa!!! Afferro disperatamente la maniglia e tiro indietro. Riesco a tenere fermo il kayak, ma non a tirarlo indietro, e le forze stanno esaurendosi. Dico a Claudio di saltare fuori il più veloce possibile. Quando lui è fuori, mollo la canoa, che passa interamente sotto al sifone ed esce dall’altra parte. Risparmiandoci un recupero allucinante. Recuperiamo la barca ed usciamo lì. Ormai è buio, e l’episodio non ci ha incoraggiato molto a continuare. D’altra parte ormai siamo arrivati, la goletta era lunga solo 200 m.

Burbata 6: ormai siamo sbarcati, cambiati, abbiamo anche fatto il recupero … sono possibili altre burbate??? Ebbene sì!!! I miei compagni sono già andati, ed io carico la mia canoa al buio. Passo la cinghia, la tiro… la tiro ancora un po’… ancora un po’….CRAACK!!!… Craack???? .. La cinghia è integra, che coa si è rotto? Guardo dietro alla macchina: l’antennino sul tetto si era cacciato tra la canoa e la cinghia, e penzola tristemente tenuto su dal solo cavetto. Sigh!!!!

Questo è tutto.
Quando volete animare le vostre discese con un branco di burbanti rampanti sapete a chi rivolgervi! :-) )
Ciao a tutti.

Ste

PS: foto e video in arrivo.
Note:
*) In seconda non perché ci si sia bloccato il cambio, ma perché ci risulta che lo Scoccia sia stato sceso solo una volta 5 anni fa da Alberto e altri KTT e amici

**) CS = Cane Sciolto
***) Dicesi “Castorama” un enorme mucchio di tronchi e rami che blocca l’intero fiume, stile diga dei castori. E’ una conformazione tipica dello Scoccia, ne ho contati almeno una decina. Pare che lo Scoccia abbia preso il suo nome dallo stato d’animo del canoista quando si trova di fronte il decimo castorama.

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