Sabato mattina si parte da Pavia, casa Pec, destinazione Taverone, Ceno, Caprio, ma poi se ne aggiungeranno altri durante il viaggio. Siamo io, Pec e Violo sulla nuova macchina del Violo: una Dacia fiammante, pronta da sverginare, l’aveva ritirata la sera prima dalla concessionaria. Durante il tragitto cominciano i contatti telefonici per capire chi siamo e dove andiamo (domande filosofiche applicate al mondo canoistico) e all’autogrill finalmente compattiamo il gruppo di riferimento: noi pavesi, Susanna e Ivo, Slow e Giuliano lo zio, Paolino CCN con Mario Buco ed Emiliano; spero di non aver dimenticato nessuno. La meta è il Taverone, su cui c’era stata la Su il giorno prima, confermando la presenza di un livello ideale.
Siamo all’imbarco in un ambiente veramente molto bello sotto una pioggerellina, che durante la discesa cesserà, ed io come al solito sono teso e tutti se ne accorgono: vabbè sono fatto così.
Il fiume vale la trasferta: rapide secche e manovriere seguite da laghetto e tratti tranquilli in cui rimettere in ordine le idee o recuperare materiali, all’interno di golette di roccia ricche di vegetazione. Alla prima rapida che si chiude con un buco il Violo arriva tranquillo su quest’ultimo, pensando di essere ancora a bordo della sua Dacia; quindi si ferma nel buco a discutere un po’, mentre dietro arriva sparato lo Zio. Ne nasce una discussione tra i due e lo zio ha la peggio, finendo a testa in giù: poco male, eskimo ed è fuori, insieme al Violo.
Si riparte ed io comincio a prendere confidenza e tranquillizzarmi godendomi la discesa e chiacchierando coi compagni di discesa. Nessun incidente di percorso, la discesa fila via liscia: chi con un appoggione, chi con loop, chi all’indietro o di traverso, ma nessuno a bagno.
Allo sbarco siamo tutti felici e soddisfatti, per nulla infreddoliti, visto che il clima è mite ed ha smesso di piovere. I novaresi si sparano una seconda discesa sullo stesso tratto, mentre noi ci cambiamo. Sbarcano intanto gli alessandrini con filo, favo ed altri. Cominciano i discorsi tra canoisti: e la XT gira poco, e gira troppo, e la mad boy fa troppe curve e si mette di traverso e la tua pagaia è troppo dritta rispetto alla mia che è troppo morbida sul terzo mentre sul quarto si irrigidisce; insomma un carnevale delle solite minchiate che ci portano via una bella ora a stomaco vuoto.
Finalmente la Su, mitica donna, ricca di saggezza, prende in mano la situazione e chiama all’ordine il gruppo di riferimento per andare a mangiare e riprendere la via del ritorno. Merenda e acquisti in un bellissimo negozio-bar, saluti e tutti casa.
La Dacia ci riporta a Pavia egregiamente, passando alla grande la prova della trasferta canoistica. Il Violo, però, arrivato a Pavia fa un salto in concessionaria, per lamentare che la macchina ha consumato troppo GPL rispetto a quanto promessogli dal venditore; scherzo, è vero che si è fermato in concessionaria, ma per altri motivi.
Bellissima giornata!!
beppe il pugile