“SYNTHESIS ZONE”:
- Motto del giorno: la fatica è mia amica (Fabio Triathlon)
- L’altro motto del giorno: lo faccio solo per amicizia … non chiamatemi più che poi mi pento!!! (JC)
- Destinazione: Basodino senza speranza, Breithorn con poca speranza, qualcos’altro con molta costanza!
- Tempi e distanze: 3,30 ore e circa 1162 m. di dislivello (cima a 3052 m. s.l.m.)
- Partecipanti: Giorgio (JC), Fabio Triathlon, Dario e Stefano
- Neve? In gran parte ottima, morbida, tenera, soffice … anche se …
- Il riscatto: siamo in possesso di un cappellino “vivo”, proveniente dall’Argentina che restituiremo al proprietario solo dietro compenso di una enorme cassa di birra!!! (Ndr: L.D., sei fottuto!!! ;D).
Il filmato nella polvere per ora è a Domodossola … vedremo di recuperarlo a breve
“PER TUTTI QUELLI CHE … io non c’ero”:
Con circa una settimana di preavviso il programma domenicale questa settimana prevede il Basodino (in val Formazza) o il Breithorn dal Sempione: per il primo non mi sento abbastanza in forma, per il secondo … mah!!! Ci penso, ci ripenso e alla fine mollo il colpo con l’idea di un Pisgana molto riposante ed estremamente divertente che però non va in porto (mea culpa che mi sono mosso troppo tardi, peraltro dimenticando impegni famigliari improrogabili).
Alla sera del sabato sono quasi deciso: ho messo “tutti in contatto con tutti” e me ne posso tirare fuori. Mi lascio aperta solo una porta: possibile slalom in canoa alzandomi all’alba per evitare il blocco del traffico!!
Poi, siccome non basta mai, riesco a superare me stesso: dopo aver dato praticamente forfait causa stanchezza (giuro che sabato pomeriggio sono caduto x 2 ore in una specie di “sospensione limbica” sul divano) e impegni vari, alle 21.30 mi arriva un sms da Fabio che, nel “silenzio luminoso” del display, illumina il cinema, riassume il meteo e afferma: “Io vado comunque …!”
Ah, porc …ma allora lo fate apposta!! Il dubbio mi attanaglia nuovamente: “dipenderà tutto dall’ora in cui andrò a letto e soprattutto da quanto odierò la sveglia il mattino dopo alle 4.30”!!!
Arrivato a casa, una volta fatto lo zaino, è l’una 1.20 AM; la mia prima intenzione e di ridisfarlo e buttare via il cellulare, ma è anche vero che sono “il mago delle improvvisazioni” e che quasi tutte le volte che ho rinunciato ad una decisione dell’ultimo minuto poi mi sono pentito!
Ok, ok, punto la sveglia alle 4.30, mi sdraio sul divano conto fino a 3 e … 1-2-3 … sono ancora sveglio!!! Non-fun-zio-na!!! Cià, mi preparo the e tramezzini per il giorno dopo e ci riprovo …
Alle 4.30 il mostro arancione comincia a suonare … nel tentativo di afferrarlo, lo incastono fra i cuscini del divano, ma almeno temporaneamente si spegne. Decido che la cazzata s’ha da fare e cado nel momento probabilistico lasciando l’ultima decisione all’esito della “defecazio mattutina”. D’altra parte c’è chi si affida alla lettura delle ossa o delle interiora e allora perché no? E’ un po’ come “testa o croce”, se non riesce è due di picche, se riesce è tutto ok e si va … e secondo voi come è andata?
E’ andata che alle 5.30 ero (stranamente puntuale) alle DeAgostini a discorrere con Fulvio, che a breve sarebbe andato per cascate, e ad attendere la calata di Fabio nel parcheggio antistante. . Il ritardo di fabio era ovvio, ma per me il ritardo è una condizione di vita, ergo l’ultima delle mie preoccupazioni. Arrivati in Val d’Ossola ci attendono Dario e Stefano … e, come da previsioni, un tempo di “M.”! Dario insiste per Val Formazza e Basodino, io per il “Polent&cinghialenhorn, Stefano guida e si lascia guidare, Fabio non si esprime!!! Bel gruppo: un quasi-rallysta (Dario), un triathlonista (Fabio), uno con più di 40 “4000” alle spalle (Stefano) ed uno sfigato addormentato e con il mal di testa (io) che avrebbe dovuto restare a casa a far triplette! Il tutto in una giornata che, grazie ad una nuvolosità ormai accertata dal vivo, si prevede sarà completamente “a caso”!!!
Fermarsi ed estrarre dallo zaino schede, guide, cartine, ecc. è un attimo e in men che non si dica invertiamo la rotta. Val Formazza alle spalle … si va verso la Svizzera.
L’urlo di battaglia è “In do culo al Basodino … e in do culo anche al Sempione!” ci dirigiamo nel Vallese sempre più in là, sempre più in là … seeeeeempre più in, là mirando sulla cartina tutti gli itinerari possibili in cerca del sole che arriverà puntuale . La meta è decisa: impronunciabile come sempre, puntiamo a Raron per l’ascesa al Dreizehntenhorn.
Perché direte voi? Semplice in teoria con una funivia, due seggiovie e due ancore ci potremmo sparare po’ meno di 700 m. di dislivello e oltre 1500 m. di discesa fino ad Unterbach (un paesino sopra Raron)!
Perfetto, è fatta! Arrivati a Raron rischiamo la vita per svariati motivi su ogni possibile troncone, Fabio appende involontariamente lo zaino alla seggiovia (con lui attaccato), io e Stefano litighiamo col tornello della funivia, Dario fa un numero bulgaro per scendere dalla stessa con le pelli, poi ci spariamo la sciovia ad ancora (sempre con pelli già montate) nel tentativo di consumarle per attrito, Stefano scopre di aver cambiato scarponi, ma di non avere regolato gli attacchi (risolviamo in un lampo grazie a svariati strumenti di fortuna e ad una improbabile e terrificante colonna sonora elveticotirolesemechicana che pare dirci fate in fretta o non sopravviverete!!!) … all’ultimo troncone ci guardiamo in faccia e decidiamo di peggiorare la nostra già precaria situazione psico-fisica andando su a piedi: sono le 10.30 e con coraggio ci diciamo “1100 m. si possono anche fare … teniamoci buona l’ultima risalita per una eventuale discesa del pomeriggio e coma va va”.
La salita “scivola via” tranquilla, la cima a tratti sparisce nelle nubi e a tratti riflette un sole abbacinante, il cielo è mutevolissimo, ma chiaramente tendente al bello, la neve pare ottima … “Raga, l’abbiamo veramente azzeccata!”
Ognuno al suo passo, fra una sosta e l’altra, arriviamo agli ultimi 90 m. di dislivello quasi in contemporanea (non è vero, ma bisogna dirlo per disonestà intellettuale): Fabio decide di togliere le pelli prematuramente e di avanzare a piedi lungo la cresta, ma si trova affondato fino a meta coscia nella polvere bianca (e la cosa non pare eccitarlo)!!! Risalirà a scaletta per circa 50 m. e poi riprenderà coi ramponi.
In vetta (3052) facciamo uno scempio di foto … ovviamente a noi stessi perché la cima, giusto in quel momento, viene avvolta dal nulla!!! 10 minuti di contemplazione della nebbia e poi giù nel baratro per il primo muro, … peccato per le gambe che ho dimenticato a casa per la seconda settimana di fila perché la neve (a parte alcune zone crostose) è mooolto buona!!!
Arrivati agli impianti vaghiamo fra fuori ed entro pista e ci spariamo anche la risalita residua che, grazie allo strumento del demonio (l’ancora), ci permette di arrivare in un “vallone di polvere” in cui “osiamo” anche un film che si concluderà con “un insabbiata” di fabio a faccia in giù!!!
Durante il rientro recuperiamo in quel di Iselle un ostaggio che dalla settimana scorsa ci aspettava: il mitico cappellino rosso di Lorenzo … che ora sa di patatine fritte, danza da solo, ma soprattutto pare valga un patrimonio in birre (d’altra parte il riscatto è sempre il riscatto)!!!
Che dire? Una giornata rubata …
Alla prox
Giorgio (JC)