Giara Di Rezzo

Frederik Beccaro lunedì, 14 marzo 2011 0

Giara di Rezzo
 
col motto "in canoa si va dove c’è più acqua e fa meno freddo" abbiamo indirizzato l’auto verso la riviera di ponente dove i livelli erano sicuramente  grassi. 
Al mattino di Domenica, dopo aver sentito san Mauro da Ventimiglia ci rendiamo conto che forse l’acqua è troppa, ma noi le canoe non le vogliamo sfasciare sui sassi ma al limite perderle in una discesa. 
 
L’idea iniziale era andare sull’Argentina ma l’idrometro era già oltre il limite con altre copiose piogge previste. Decidiamo di andare sul Pennavaira, Cecco, Giangi e Spigno mi raggiungono a casa per fare un macchinone. Scafo, Valerio, un suo amico e Demetrio ci raggiungono all’autogrill dopo Savona. 
 
Durante il carico delle canoe rigorosamente sotto la pioggia cade la canoa del Giangi dal tetto della macchina e il valoroso guerriero porge lo stinco per evitare
danni al mezzo. La scena del Giangi salterellante sotto la pioggia è da cinema
 
Usciamo ad Albenga e ci dirigiamo verso il Pennavaira. L’acqua è tanta e marrone, ma essendo mesi che non piove ci "autoconvinciamo che il livello è giusto"
Arriviamo a Nasino e capiamo che  imbarcarsi con quel livello a 5°C non è un’idea smart. 
Giriamo i tacchi, diamo un’occhiata alla forra che è semplicemente mostruosa e ci dirigiamo verso Pieve di Teco dove sfocia il Giare di Rezzo. 
Anche qui il livello è bello alto, ma ci era già capitata a dicembre 2008 una discesa grassa e sapevamo che potevamo contare su più acqua. 
 
Giunti a l’imbarco a Lavina, Giangi e Spigno optano per una mangiata in trattoria li all’imbarco. 
Noi un po infreddoliti ci buttiamo in acqua. 
La prima rapida è bella continua ed in un botto siamo sotto il ponte. Livello veramente grasso. Fiume continuo. Discesa impegnativa ma mai pericolosa ,riusciamo però a scendere fermandoci dove si deve per dare un giusto controllo ad un paio di rapide. 
Poco prima dello sbarco c’è una goletta con un passaggio che ha un ritorno decisamente stronzo, decidiamo di trasbordarlo anche se con un po di convinzione sarebbe stato possibile farlo. 
Nel frattempo giungono allo sbarco Giangi e Spigno con la panza piena e ci fanno foto e assistenza sull’ultimo passaggio 
La volta precedente Scafo ci aveva deliziato di una play session con bagno da urlo. Sono passati più di due anni, il ragazzo è cresciuto, ora pagaia anche in Cile e non si accontenta di fare il passaggio una sola volta ma risale a piedi, scivola perde la canoa che finisce in fiume e recupera con le unghie… questo dovrebbe essere un segnale per evitare di rifare il passaggio, ma il ragazzo è tenace e si reimbarca ma purtroppo passa meno pulito la seconda volta rispetto alla prima. Succede. 
Carichiamo le canoe sotto debole pioggia e all’autogrill di Albenga ci salutiamo dopo un panino. 
Per essere la prima vera discesa dell’anno direi che ci  non possiamo lamentare
 

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