Il Phontò così aveva pontificato per il sabato: Gronda e Sorba; e Gronda e Sorba è stato, taaaac!
L’allegra compagnia parte da Vigevano con la pecmobile ed a bordo ci siamo io, pec e gg. Quest’ultimo ha in mente solo una cosa (oltre la solita ovviamente) fare Gronda e Sorba come da messaggio del Phontò. Ogni mio tentativo di cambiare programma si concludeva sempre alla stessa maniera: Beppe oggi ti faccio steccare. Porca puttana, mano a mano che si avvicinava la val sesia mi ammutolivo sempre più e gg scoreggiava ancora di più. Vabbè siamo a Scopello. Qui ci incontriamo con il Phontò, Pante, Emiliano, Luca, Massimiliano, Giuseppe e si accordano per andare in val sorba; io non ho più la favella.
Siamo allo sbarco e praticamente mi rendo conto che c’è un mini raduno, in quanto troviamo: Mr T, Totò e non mi ricordo più chi, scusate. Cominciano le solite frasi che non preannunciano nulla di buono: livello ideal (Pante), oggi tutto tranquillo (Mr T), sono solo salti (Phontò) e non può mancare GG con “fa tutto l’acqua”. Ma andate acccagare!!!
Iniziamo col calvario dell’imbarco al Gronda ed arrivo già spompo, senza fiato e con tensione a 4000. Il Pante si accorge subito del mio stato e da vero uomo di canoa cerca di incoraggiarmi anche se dentro di se pensa “questo due passaggi ed esce”.
Siamo tutti in acqua e mi rendo conto che anche qualche altro compagno non è proprio tranquillo, ma si va. Primi passaggi e si capisce il carattere del torrente: bei passaggi secchi con salti e scivoli, dove bisogna stare attenti a non andare a testa in giù. Intanto Mr T apre, spiega dove passare e cazzia chi non fa quello che dice lui, cioè chi non è perfetto: un grande. Direi che fatto mio il motto del Nonno (qui bisogna scendere a bigolo duro) comincio a riprendere contatto con la realtà e senza gravi errori arrivo al primo salto di rassa dove canno gravemente: troppo a destra, non buffo, vado giù verticale e mi inchiodo letteralmente sul sassone sotto. Ne esco senza bagno e senza danni,ma mi devo beccare a ragione il cazziatone di Mr T e del Pante.
Sarà stata la botta del salto che mi ha svegliato, ma dal doppio salto del Gronda, fatto bene, prendo più confidenza e cambio marcia, più deciso. Intanto ci sono alcune defezioni, Giuseppe e Totò, escono a Rassa, noi si prosegue sui tre salti successivi. Passiamo tutti indenni i tre passaggi, tra urla di gioia e consigli su come affrontare quello dopo: una figata adrenalinica. Si prosegue seguendo Mr T e le difficoltà aumentano: passaggi spettacolari si alternano a passaggi sporchi in cui l’incastro è sempre in agguato. In uno di questi ultimi GG deve pagare e gli va bene, perchè poteva uscirne malconcio.
Siamo alla goletta e qui la goduria segue alla paura: ambiente meraviglioso e due passaggi consecutivi in cui l’acqua ti spara via come un proiettile. Qui paga pegno Massimiliano che troviamo natante nel laghetto successivo. Altri passaggi belli intermedi e siamo ai due passaggi sifonati. Apre Mr T, che poi va a giocare dentro il primo sifone e fa sicura in acqua a quelli che decidono di fare il passaggio. Segue il Pante, che tira fuori i coglioni e passa bello sicuro Io, Pec, Phontò e Massimiliano trasbordiamo, gli altri eseguono. Il secondo passaggio sifonato e nicchiato è più pericoloso del primo, ma la linea è più pulita e si tiene meglio, basta buffare bene prima del salto. Questa volta eseguo anche io da vero boooofffone. Anche qui alcuni passano altri trasbordano. Continuiamo la discesa senza mai abbassare la guardia e le difficoltà non mollano; ma anche noi non molliamo, boia chi molla! Siamo alla fine, il penultimo passaggio è sporco e ognuno lo interpreta alla sua maniera: chi passa a destra, chi a sinistra, chi da destra a sinistra; ma alla fine tutti passano, con bell’incastro di Massimiliano, soccorso da GG e Phontò. L’ultimo passaggio sotto il ponte romano consacra il Pec canoista dell’anno e la sua canoa altrettanto: pennella la rapida da dio, con uscita pulitissima: veramente un grande! GG prova ad emularlo ma finisce in eskimo, però un bel eskimo. Io, non volendo rovinare la mia discesa sull’ultimo passaggio, trasbordo; arrivederci alla prossima, cari Gronda e Sorba.
b. il pugile