"Sei in Sesia? C’è acqua?"
"No, Soana"
Una botta (e risposta, in italiano una volta tanto, per il resto dialoghi rigorosamente in gallico bergacremasco tra Mr. T e il sottoscritto, con i genovesi che assistono attoniti*) e via, e Soana sia!
Alle 2 pm ritrovo a Pont, Mr. T viene a recuperarmi, Scafo è allucertolato al sole all’imbarco, sono appena sbarcati dal tratto upper, arrivano anche il Meraviglioso e Claudio made in Zena
"L’hai mai fatto?" Al mio "no", la mano di Claudio si apre a tutto palmo con le dita ben distese, Mr. T sentenzierà poco dopo con un "terzo terzo + con livello medio basso" … mah!
Sono l’unico esordiente, sono anche (al solito) poco allenato ma tranquillo e voglioso, mai avuta una particolare passione per i gradi del fiume, ad ogni modo per me vale solo la Scala Tedoldi, da "bellalì" a "sticazzi", ovviamente basata sul canoista più che sul fiume (bisognerebbe introdurre la scala dei gradi dei canoisti, e misurarsi su quella, il mio sticazzi ++ è un bellalì — per Mr. T) oggi prevedo uno sticazzi quasi costante ma non al limite, o almeno ci spero
I 300 scalini in discesa non sono drammatici ma il fiato è corto, nemmeno il tempo di respirare e via.
“Egnem a dre, tecat al cül”: intelligenti pauca, OK, solo che dopo il primissimo tratto di ogni passaggio Mr. T sparisce e il fiume anche, sembra quasi che sia il fiume a seguire lui, ovviamente (ma anche no, orcozio!) si va giù tutto a vista, canoa creativa e funziona, cacchio se funziona … dopo i primi dieci minuti di fiatone varco la soglia anaerobica e comincio a godermi la discesa, certo non pennello come Mr. TT (Tom Tom) o Scafo ma almeno non arranco, che spettacolo!
All’ennesimo passaggio della serie “tèa dét a destra, salta zo, dopo tèa amò che ga n’è ön oter, tira ma tira che sóta gh’è ‘l büs”, eseguo discretamente, entro semidistrutto in morta e mi accodo, fedele e rispettoso vagone agganciato a cotanto locomotore (questo è un bel pezzo da avere, se mai qualcuno stia pensando di darsi o si sia già dato al modellismo versione trenini), è a quel punto che l’uomo di Sergnano mi dà una pacca sulla spalla condita da un “Brao, écio, pensae pégio” … unico e inimitabile!
Sole, acqua (livello medio alto, confesserà il nostro a fine discesa), valle incantata con squarci di Corsica, fiume al top, guide e compagni di discesa perfetti, in tutto questo splendore ci scappa il bagno ma chissenefrega, è il giusto tributo che mi riporta alla condizione naturale di umile pagaiatore della domenica, si sa mai che strada facendo avessi pensato, anche solo per un attimo, di tirar su la cresta
Cortez
* se leggendo avete fatto la stessa fine dei genovesi, vuol dire che, da qualunque latitudine proveniate, non siete mai andati in canoa con Tedoldi